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Suzuki: le 3 moto migliori di sempre

Scaviamo nel passato del marchio di Hamamatsu per mettere in evidenza le tre moto che hanno contribuito al successo di Suzuki in tutto il mondo. DR800 BIG, GSXR1000 k5 e GSXR1300 Hayabusa; tre storici best shot in termini di successo commerciale, fascino e particolarità

Suzuki DR 800 BIG

Tra le enduro di grossa cilindrata di fine anni ottanta ed inizio novanta, questa moto sa farsi notare. A differenza della concorrenza più diretta che si indirizzò verso la via dei bicilindrici frontemarcia, Suzuki decide di stupire tutti proponendo un endurone di grossa cubatura, ma monocilindrico. Inizialmente (nel 1987) compare la DR750S BIG con una cilindrata effettiva di 727cc, dopo nemmeno tre anni la BIG diventa ancora più big grazie ad un monocilindrico da 779cc. Un vero record per l’epoca che impegnò non poco gli ingegneri per studiare soluzioni capaci di contenere le inerzie della meccanica.

Alesaggio e corsa si attestavano in 105x90mm che tradotto in soldoni si traduceva in un pulsare più unico che raro. Viste le grosse dimensioni dell’alesaggio non mancava la doppia accensione ad opera di due candele per garantire il più rapido propagarsi degli scoppi all’interno della camera di combustione ed anche l’alimentazione era garantita da un doppio carburatore Mikuni. Esteticamente inconfondibile grazie ad un grosso serbatoio da 29 litri e soprattutto il mitico “becco” che compare per la prima volta nella storia del design motociclistico e che ancora oggi troviamo a bordo di alcune moto anche concorrenti.

Suzuki GSXR1000 k5

suzuki gsxr1000 k5
Nata nel 2005 rappresenta lo stato dell’arte della produzione supersportiva di casa Suzuki. La serie Gixxer arriva da lontano, per l’esattezza dal 1984 quando tolsero i veli alla prima GSXR750. Più avanti si moltiplicarono le cilindrate così come le soluzioni tecniche di motori e telai, il tutto all’insegna di prestazioni, affidabilità e piacere di guida assoluti. Anno dopo anno, progetto dopo progetto arriva il 2005 e con un bagaglio d’esperienza importante, Suzuki sforna la moto totale, la GSXR1000 K5.

A dirla tutta, dal punto di vista estetico non era dotata di straordinaria bellezza, ma era sufficiente metterci sopra il sedere per innamorarsene perdutamente. Potente e veloce tanto quanto agile e precisa possedeva il dono di rendere facile ciò che fino a quel momento non lo era nonostante intorno a lei la concorrenza non dormiva e non scherzava. In quegli anni pre-crisi l’impegno da parte di tutti i più grandi produttori, era importante, eppure Suzuki pur non essendo la casa motociclistica più grande del mondo, riuscì a mettere a segno un colpo davvero straordinario segnando una vera svolta nel mondo delle supersportive dalle alte prestazioni.

Suzuki GSXR1300 Hayabusa

suzuki hayabusa
Era il 1999, le maggiori case motociclistiche hanno nella propria gamma il modello dei record, la prova di forza, la massima espressione tecnica capace di far sgranare gli occhi e far parlare per ore gli appassionati. In questo filone Suzuki se ne esce con un oggetto davvero unico, l’Hayabusa. In quel momento è la moto dotata di targa e fanali più veloce del mondo. Il motore è un quattro cilindri da 1.299cc capace di 173cv (successivamente portato a 1.340cc e 197cv) e una coppia da rimorchiatore. Le sue prestazioni velocistiche sono assolute; oltre 300km/h effettivi sono abbastanza per battere la diretta concorrenza senza troppa fatica.
suzuki hayabusa
Ma l’Hayabusa non è stato solo questo; grazie ad un look unico la moto è inconfondibile, inimitabile. Non assomiglia ad una moto da corsa, non ricorda nemmeno una super cruiser autostradale, l’Hayabusa sembra uscita da un fumetto manga e nella sua goffaggine è eccezionale. In perfetto stile Suzuki il motore è potente ma anche robusto, tanto che non sono pochi i preparatori che ci hanno messo le mani in tutti i modi. In territorio statunitense Turbo compressori e bombole al Nos vanno a braccetto con forcelloni allungati, mentre in Europa, dove si pensa anche alla guida, si lavora su centralina, alberi a camme e fluidodinamica. Si perché la Hayabusa, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, ha anche il pregio di essere ben guidabile e non è mancato qualcuno al via di qualche competizione nazionale in sella ad una “Busa”.
suzuki hayabusa

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