SBK, Aruba.it Racing Ducati: intervista a Stefano Cecconi
Abbiamo incontrato di nuovo Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba.it e Team Principal del team Aruba.it Racing Ducati durante la tappa della SBK di Misano per approfondire il discorso iniziato ad Imola e carpire qualcosa sul rinnovo del contratto di Alvaro…
Durante lo scorso round del Campionato del Mondo di Superbike sul tracciato di Imola, avevamo scambiato due chiacchiere con Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba.it e Team Principal del team Aruba.it Racing Ducati. In quell’occasione Stefano, oltre a spiegarci in cosa consiste l’apporto tecnico di Aruba al team Ducati, ci ha illustrato come avviene l’acquisizione dei dati in pista grazie ai sensori e alla centralina delle Ducati V4 R. L’abbiamo incontrato di nuovo durante la seconda tappa italiana della SBK, quella di Misano per approfondire maggiormente il discorso e per carpire qualche indiscrezione sul futuro di Alvaro Bautista…
Ciao Stefano, la scorsa volta ci hai spiegato come avviene l’acquisizione dei dati raccolti in pista. Come questi dati vengono confrontati, mixati e arricchiti tenendo conto delle caratteristiche della pista insieme e delle informazioni che arrivano dal pilota?
Dal circuito arrivano tempi e temperature, quest’ultime molto importanti… La prima cosa che fanno i piloti appena rientrano nei box è il debrief, ossia il pilota, a caldo, fornisce tutte le sue sensazioni e le sue informazioni ai tecnici che le segnano e le incrociano con quello che leggono nei dati. Non sempre sono convinti eh… Può succedere che il pilota dica di non sentirsi a suo agio in una determinata curva, mentre i dati dicono l’opposto, in questo caso si approfondisce meglio. Il primo confronto che viene effettuato è il controllo “curva su curva” con il quale il pilota ti da le sue impressioni che vengono comparate con i dati. Da questo consulto esce una matrice dove magari effettivamente esiste una corrispondenza su un rilevamento anomalo nei dati rispetto al feedback fornito dal pilota, come ad esempio una maggiore escursione delle sospensioni o un saltellamento sulle frizione. Spesso può capitare di vedere un grosso problema lato dati su di una curva specifica non segnalato dal pilota perché non percepito dal rider. Dopo aver confrontato i dati con le impressioni del pilota viene fuori un elenco, un elenco di punti che in alcuni casi corrispondono, in altri no. Alla fine delle sessioni in pista viene fatta la riunione con gli ingegneri e con i capotecnici di tutti i piloti Ducati, qui a Misano c’è anche Pirro, si tratta di una riunione, un grande confronto per vedere cosa è emerso dai dati e dai commenti dei rider. Al termine della riunione viene fuori un nuovo elenco di azioni, a volte anche dopo la mezzanotte, per trovare un compromesso tra i problemi individuati e i punti di forza riscontrati sulla moto dal punto di vista dell’elettronica e della ciclistica. Un lavoro delicato perché c’è la possibilità di agire su un parametro per risolvere un problema, ma allo stesso tempo, questa modifica può influire su di un altro settaggio che invece funzionava a meraviglia. Alla fine viene fuori il set up da provare durante le sessioni di prova. Al venerdì i dati delle due sessioni di prova una al mattina generalmente più fresca e un’altra al pomeriggio solitamente più calda vengono così “lavorati” dando vita ad un elenco di punti di miglioramento che vengono vagliati la sera stessa per decidere quali saranno le soluzioni (gomma, assetato, elettronica, eccc…) da applicare per la seconda giornata di prove del sabato e così via fino alle gare del sabato e della domenica. Dopodiché finite le gare, la domenica viene prodotto il report del weekend che il pilota normalmente invia nella settimana successiva e che viene analizzato in Ducati da tutti i tecnici mettendo insieme tutti i turni di prova e di gara fatti nel fine settimana per vedere cosa ha funzionato e cosa no. Questa è la parte di lavoro cosiddetto empirico perché è sempre verificato con il pilota.
Con la tecnologia e l’elettronica è cambiato il ruolo del pilota?
Sì è cambiato, il pilota non è più l’animale incosciente che sale sulla moto e apre il gas. Stanno emergendo rider con capacità analitica, una caratteristica nuova e importante molto cercata e apprezzata oggi nei piloti. parliamo della capacità logica per capire e individuare cosa è che effettivamente ti sta creando delle difficoltà e dei limiti. Banalizzando il tutto, se un pilota torna e ti dice solamente che la moto fa schifo, cosa puoi fare? Se il feedback del pilota non è analitico, strutturato e comprensibile è difficile… In questo caso bisogna andare per sentimento, per tentativi, allora si prova a leggere i dati e a rimettere il pilota in pista. I piloti più bravi a livello mondiale sono quelli che capiscono subito quale punto del tracciato e quale aspetto della moto lo sta limitando e quindi vai a lavorare su quella parte lì, sul set up. Non sono delle macchine, ma più è bravo sotto questo aspetto e più ti permette di aiutarlo. Poi per carità non devono essere dei tecnici, il pilota meccanico analista dati non esiste…
Tra i piloti con cui hai lavorato quali secondo te stanno interpretando al meglio questa innovazione digitale?
Dal 2015 in poi ho avuto la fortuna di lavorare con tutti grandi piloti, tutti molto bravi da questo punto di vista. Uno che però entrava particolarmente nel dettaglio, fino all’ultima virgola, era Marco Melandri. Rider sensibilissimo, forse a volte anche un suo limite, Marco non riusciva a guidare finché non aveva analizzato tutto, ma proprio tutto nel dettaglio. E’ anche vero il contrario, ci sono piloti che invece hanno il loro punto di forza proprio nel fatto che non scendono particolarmente nel dettaglio tecnico, ma riescono a sopperire eventualmente ad un set up non perfetto. L’esempio è Alvaro in questo momento, lui torna, ti dice quali sono i problemi che sente sulla moto ma li compensa, ci mette una pezza di suo. Lo segnala e lo compensa, altri piloti te lo segnalano, ma aspettano che l’anomalia venga corretta prima di risalire in moto. Oggi stanno venendo fuori dei ragazzi nelle categorie minori che hanno quest’attitudine di capacità analitica, certo, serve anche un po’ di formazione… Oggi il pilota analizza anche i dati della sua preparazione fisica e delle tecniche di allenamento con preparazioni specifiche, oggi tutti fanno cross ad esempio. Da questo punto di vista sono diventati scientifici nella preparazione. Certo poi ogni tanto arriva il talento assoluto come Stoner che non gli importa niente di tutto ciò. Stoner faceva un giro usciva, rientrava e ti diceva subito dove bisognava lavorare per migliorare la moto e aveva pure ragione, ma parliamo di un talento naturale che non costruisci a tavolino.
Come è cambiato il lavoro del team? Che tipo di expertise avete ingaggiato oltre ai meccanici?
Sempre più ingegneri, i meccanici ci sono sempre, ma la quantità di ingegneri con competenze specifiche è nettamente aumentata. Al giorno d’oggi all’università ci sono corsi specifici, soprattutto qui nella Motor Valley, parliamo di ingegneri particolari che arrivano formati dalle scuole per anni. Tempo fa vedevi molte persone e pochi computer oggi non è più così, ma il contrario. Ingegneri meccanici, elettronici e informatici queste sono i ruoli che stanno aumentando…
Un’ultima cosa, rinnoverete il contratto ad Alvaro?
Se non succede niente di strano cercheremo di chiudere l’accordo il prima possibile per tenere la squadra così come è, personalmente di cambiare non ho nessuna intenzione. Poi è chiaro che ognuno tira acqua al suo mulino, i manager fanno il loro lavoro, voci che vengono messe in giro ad arte, in questo momento Bautista lo vedi su ben quindici moto diverse… Noi ci siamo trovati benissimo non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche umano, Alvaro è un ragazzo d’oro… Lui dice di essersi trovato molto bene in SBK rispetto alla MotoGP e con noi in particolare. Direi che la strada maestra è quella di andare verso il rinnovo e nel più breve tempo possibile. Purtroppo i tempi sono lunghi e dettati dai numerosi impegni, ma l’intenzione è al 100% di rinnovare. Certo, è anche una sua decisione…