Kawasaki Z900RS 2018: la prova di Motoblog
La sfolgorante “Modern Classic” di Akashi sta raccogliendo consensi di pubblico e critica un po’ ovunque, noi l’abbiamo messa alla prova.
Presentata all’ultimo Tokyo Motor Show e poi al Salone EICMA di Milano (insieme alla sorella Z900RS Cafe) in un tripudio di consensi, l’affascinante Kawasaki Z900RS è arrivata già da qualche tempo nelle concessionarie italiane e i primi verdetti da parte di pubblico, critica e vendite hanno rapidamente confermato quanto di buono era stato anticipato su questa nuova e decisamente avvenente “Kawa”.
Introdotta come una reinterpretazione in chiave moderna della mitica Kawasaki Z1 Super Four degli anni ’70, la Z900RS è in pratica un modello basato sull’attuale Kawasaki Z900, con un’impostazione meno “malvagia” e con abbondanza di spunti estetici ispirati dall’illustre antenata.
Il suo motore è lo stesso 4-in-linea da 948cc della Z900, ammorbidito e opportunamente rivisto in diversi particolari per essere più energico ai bassi e medi regimi. I valori di uscita dichiarati sono di 111 CV e 98,5 Nm, certamente sufficienti per spingere i 215 kg di peso in ordine di marcia della moto, con ABS e Traction Control che fanno parte della dotazione di serie.
Nel trasformare la Z900 nella Z900RS, Kawasaki ha mantenuto intattata buona parte della ciclistica, provvedendo comunque ad apportare mirate modifiche al telaio (anche per accogliere il voluminoso serbatoio) e cogliendo l’occasione per aggiungere qualche gradito upgrade, come le pinze anteriori a 4 pistoncini e la pompa freno ora “radiali”.
In termini di sospensioni, la Z900RS sfoggia una forcella da 41 mm per l’anteriore e un mono a gas montato orizzontale per il posteriore, entrambi abbondantemente regolabili, mentre l’impianto frenante si avvale di una coppia di dischi da 300 mm davanti e disco da 250 mm dietro (morso da una pinza a singolo pistoncino).
Numeri a parte, è evidente come l’estetica smaccatamente vintage rappresenti uno dei maggiori “selling points” della Z900RS, ma sarebbe bene non fidarsi troppo del suo aspetto “nostalgico”: anche se tutti rimangono incantati dalle sue rassicuranti linee retrò, questa moto ha grinta da vendere e – come abbiamo potuto appurare molto presto nel corso della nostra prova su strada – va conseguentemente trattata con un certo rispetto.
La Kawasaki Z900RS è disponibile in tre colorazioni che determinano leggere variazioni in termini di prezzo: la tenebrosa “Metallic Spark Black” è proposta a €11.790, la variante “Metallic Matte Covert Khaki/Flat Ebony” a €11.990 e l’irresistibile “Candytone Brown/Orange” (quella del nostro test) a €12.090.
Kawasaki Z900RS 2018 – Com’è
L’impatto estetico della Kawasaki Z900RS è decisamente notevole e, sorprendentemente, in grado di raccogliere consensi in modo decisamente trasversale, come abbiamo avuto modo di verificare nelle due settimane passate insieme.
L’apprezzamento da parte di chi, per motivi anagrafici, può ricordare in prima persona i fasti della progenitrice Z1 era per certi versi “scontato”, ma anche i ben più giovani non rimangono affatto insensibili alle sue fattezze. E’ una moto che fa davvero “girare le teste” di chi le sta attorno, e ne va fiera.
L’evocativo design della Z900RS, come appena ribadito, è certamente uno dei punti forti della nuova “Modern Classic” di Akashi – come ribadito da elementi ultra-classici come il faro anteriore tondo (ma “Full Led” come il posteriore), il codino “a becco d’anatra”, la strumentazione a doppio quadrante, l’imponente serbatoio a goccia e la generosa sella biposto – ma non tutto è stato sacrificato in nome della somiglianza alla mitologica Z1, come dimostrato dall’assenza dei doppi scarichi laterali (in favore di una snella soluzione 4-in-1) e del doppio ammortizzatore.
I cerchi da 17″ in alluminio, ad ogni modo, sono stati disegnati con la chiara intenzione di richiamare le classiche “ruote a raggi” dei tempi che furono.
Per la breve, in termini di pura avvenenza, la Z900RS passa l’esame a pieni voti: la qualità percepita è altissima, cromature e finiture sono impeccabili, e la versione a nostra disposizione, con colorazione “Candytone Brown/Orange” (ispirata anche questa dalla Z1), ha una verniciatura davvero irresistibile.
Il propulsore, lo abbiamo detto, è lo stesso 4-in-linea da 948cc della Z900, con distribuzione bialbero e 4 valvole per cilindro, ma è stato reso volutamente più corposo ai bassi e medi regimi per meglio definire lo ‘spirito’ di questo modello. La deliziosa alettatura ha funzione meramente estetica in quanto il raffreddamento, ovviamente, è a liquido.
Rispetto all’unità montata dalla Z900, la potenza massima dichiararta scenda da 125 a 111 CV, ma è disponibile con sensibile anticipo, a 8.500 giri/min invece che a 9.500, così come il picco di coppia “limato” di un decimale a 98,5 Nm si manifesta già a 6.500 giri/min invece che a 7.700.
Inevitabilmente, la rapportatura del preciso cambio a 6 marce è stata a sua volta modificata “a immagine e somiglianza” del diverso carattere del motore, ma la Z900RS si avvale anche dell’efficiente controllo di trazione KTRC di cui la Z900, invece, non dispone. È su due livelli e disinseribile.
Il telaio a traliccio in acciaio della Z900RS è essenzialmente lo stesso della Z900, ma con alcune leggere modifiche per assecondare le esigenze “meno estreme” della RS, a livello di ciclistica così come in termini puramente estetici. Allo stesso modo, il telaietto posteriore è stato sostanzialmente rivisto per conferire la tradizionale e desiderata ‘linea orizzontale’ al corpo della moto.
Di pregio l’impianto frenante governato dall’ABS, che all’anteriore sfrutta 2 dischi flottanti da 300 mm accoppiati a pinze monoblocco radiali a 4 pistoncini contrapposti, con rivestimento in alumite e logo Kawasaki stampato a laser. Al reparto sospensioni, come detto, troviamo una forcella a steli rovesciati da 41 mm regolabile in compressione ed estensione e un mono back-link a gas montato orizzontale, a sua volta con regolazione in estensione e del precarico.
Infine, è sicuramente degna di nota l’indovinata strumentazione, ovviamente con i due grossi quadranti analogici, classici delle moto anni 70, che vanno a incorniciare un pratico schermo LCD multifunzione, che metta in bella evidenza l’indicatore di marcia ed è lesto a diventare “invisibile” a quadro spento.
Kawasaki Z900RS 2018 – Come va
Kawasaki ci ha concesso un paio di settimane per imparare a conoscere la sua Z900RS, ma sono bastati pochi minuti in sella per capire che, a discapito di un azzeccato ma ingannevole look “retrò”, questa moto è dotata di un piglio decisamente aggressivo.
In questo senso, al netto di una posizione di guida più rilassata e meno proiettata sull’avantreno, la sua parentela con la quotata Z900 appare ben presto evidente in tutta la sua cattiveria. E il gagliardo sound dello scarico – frutto di un lavoro mirato da parte di Kawasaki – fornisce ulteriore conferma sulle sue bellicose intenzioni.
Proseguendo nel solco della Z1 degli anni ’70, rinomata “brucia-semafori” dell’epoca, la rapportatura del cambio scelta dalla casa di Akashi propone una prima marcia corta e scattante e, in combinazione con il motore appositamente calibrato, un “tiro” davvero notevole fino i 7.000 giri/min, la desiderata contropartita per il “sacrificio” dei cavalli extra a disposizione della Z900. La frizione, inoltre, risulta particolarmente morbida e leggera. A regimi più alti, il propulsore diventa meno aggressivo, con una lunga 6° marcia decisamente “autostradale”.
Una volta che il polso destro ha familiarizzato con la risposta del 4 cilindri nipponico (con il Traction Control a vigilare sull’apprendimento) e con il leggero effetto on/off dell’acceleratore, la Z900RS è una moto che si fa guidare con estremo piacere, in grado di regalare emozioni senza risultare mai troppo scorbutica.
Anche se energica, l’erogazione resta sempre nel campo del “prevedibile” e c’è sempre tanta coppia a disposizione per completare sorpassi senza esitazioni. Anche sopra i 3.500 giri/min basta aprire un po’ il gas per sbarazzarsi di chi sta davanti senza andare a scalare marce.
Nel misto veloce emerge il buon lavoro fatto con il telaio, visto che la moto trasmette sempre un feeling di fiducia sull’anteriore, è stabile, è precisa in ingresso ed uscita curva, rassicurante in percorrenza e rapida a raddrizzarsi. Metterla “alla frusta” richiede però una certa dose di concentrazione: l’avantreno non è troppo carico e questo potrebbe indurre i piloti meno esperti ad errori di valutazione.
L’aggiornato freno anteriore produce una frenata sempre puntuale a qualunque velocità e, all’occorrenza, è sempre pronto ad amministrare forza extra sui dischi, mentre il freno posteriore manca forse di un po’ di mordente a inizio corsa. Le sospensioni svolgono egregiamente il loro lavoro sulle strade aperte, sempre composte in ogni situazione, mentre la posizione sulla morbida sella resta comoda anche dopo qualche ora passata tra curve e contro-curve.
Negli spazi più angusti della città, la Z900RS si muove con inaspettata dimestichezza, anche se non è certamente quello il suo habitat naturale.
Il motore settato sui regimi bassi aiuta a districarsi bene nel traffico e lo spunto ai semafori, come già sottolineato, è davvero bruciante. Le sospensioni però pagano un po’ l’impostazione per la guida più fluida e le sconnessioni non sono assorbite impeccabilmente, ma anche qui la generosa imbottitura della sella contribuisce a smorzarne l’effetto sulle terga.
L’altezza sella è di 835mm, ben 45mm in più rispetto alla Z900, e questo potrebbe essere un problema per i piloti meno alti nell’appoggio dei piedi a terra, oltre le pedane. Kawasaki propone comunque nella sua lista accessori anche una sella più bassa di 35mm.
La porzione di sella disponibile per il passeggero è certamente generosa, ma per il suo completo comfort sarebbero certamente utili dei maniglioni che Kawasaki, puntualmente, offre tra gli accessori insieme a un piccolo parabrezza per offrire un po’ di riparo aerodinamico (altrimenti assente).
In conclusione, la Kawasaki Z900RS è una moto fatta molto bene, con pochi punti deboli ed estremamente godibile da guidare, grintosa ma comunque non incline agli eccessi di chi va a cercare il genere di prestazioni mozzafiato offerte delle più prestanti hyper-naked di oggi.
L’impressione è quella di trovarsi di fronte a una moto tutto sommato “amichevole” (anche se non per novizi) ed estremamente gratificante, in grado di fare quello che le si richiede senza esitazioni. E, lo ribadiamo ancora una volta, dalla rara avvenenza.
Il prezzo, certo, non è dei più abbordabili, ma include anche una considerevole dose di “sguardi invidiosi” che seguiranno la Z900RS ovunque andrà.
Foto test: Alessio Scaccabarozzi Photography
Kawasaki Z900RS 2018 – Accessori
La lista degli accessori ufficiali Kawasaki per la sua Z900RS comprende:
– Cavalletto centrale
– Cover indicatori
– Emblemi Kawasaki
– Maniglie laterali per il passeggero
– Maniglione Posteriore
– Manopole riscaldate
– Parabrezza
– Protezione radiatore
– Protezione Serbatoio
– Protezioni perno ruota anteriore
– Scarico Akrapovic in titanio
– Sella bassa
– Set supporti cavalletto posteriore
– Slider laterali paramotore
– Tappi forcella
– Tappo rabbocco olio
– Telo coprimoto premium da esterno
Kawasaki Z900RS 2018 – Scheda Tecnica
MOTORE
Tipo motore: Quattro cilindri in linea raffreddato a liquido, 4 tempi
Cilindrata: 948 cm³
Alesaggio x corsa: 73.4 x 56 mm
Rapporto di compressione: 10.8:1
Distribuzione: DOHC, 16 valvole
Sistema di avviamento: Elettrico
Lubrificazione: Lubrificazione forzata a bagno d’olio
PERFORMANCE E TRASMISSIONE
Potenza massima: 82 kW {111 CV} / 8,500 rpm
Coppia massima: 98.5 N•m {10 kgf•m} / 6,500 rpm
Consumo di carburante: 5.3 l/100 km
Emissioni CO2: 136 g/km
Trasmissione: 6 velocità
Trasmissione finale: Catena sigillata
Rapporto di riduzione primario: 1.627 (83/51)
Rapporti di trasmissione 1°: 2.917 (35/12)
Rapporti di trasmissione 2°: 2.059 (35/17)
Rapporti di trasmissione 3°: 1.650 (33/20)
Rapporti di trasmissione 4°: 1.409 (31/22)
Rapporti di trasmissione 5°: 1.222 (33/27)
Rapporti di trasmissione 6°: 0.967 (29/30)
Frizione: Multidisco in bagno d’olio
FRENI E SOSPENSIONI
Freni, anteriori: Doppi dischi semi-flottanti da 300 mm. Pinza: doppia ad attacco radiale, monoblocco a 4 pistoncini opposti
Freni, posteriori: Disco singolo da 250 mm. Pinza: a singolo pistoncino
Sospensione, anteriore: Forcella rovesciata da 41 mm con regolazione dello smorzamento in compressione ed estensione e del precarico della molla
Sospensione, posteriore: Back-link orizzontale, ammortizzatore a gas con regolazione dello smorzamento in estensione e del precarico della molla
TELAIO E DIMENSIONI
Tipo di telaio: Traliccio, acciaio ad alta resistenza
Avancorsa: 98 mm
Corsa della ruota anteriore: 120 mm
Corsa della ruota posteriore: 140 mm
Pneumatico, anteriore: 120/70ZR17 M/C (58W)
Pneumatico, posteriore: 180/55ZR17 M/C (73W)
L x L x A: 2,100 x 865 x 1,150 mm
Interasse: 1,470 mm
Altezza dal suolo: 130 mm
Altezza sella: 835 mm
Capacità serbatoio: 17 litri
Peso in ordine di marcia: 215 kg
Abbigliamento utilizzato:
Casco: AGV K-1
Giacca: Dainese Air Flux D1 Tex Jacket
Guanti: Air Master Gloves
Pants: Dainese Connect Regular
Scarpe: Dainese Street Biker