Casey Stoner: "Lorenzo? Gli mancava la fiducia in se stesso"

"La Ducati ha i suoi punti di forza e i suoi punti deboli: sta al pilota sapersi adattare e sfruttare i pregi di questa moto" ha dichiarato il campione australiano.

Di Manuele Cecconi
Pubblicato il 12 giu 2018
Casey Stoner:

Fino a prova contraria, è stato l’unico a vincere un titolo mondiale con la Ducati, marca per la quale ora è collaudatore “di lusso”. E conosce bene anche la Honda, moto con cui ha conquistato il suo secondo iride nel 2011: chi meglio di Casey Stoner può dare un parere competente sul passaggio di Jorge Lorenzo dalla rossa di Borgo Panigale alla quadricilindrica dell’Ala Dorata?

Sulle prestazioni del maiorchino, alla luce della vittoria del Mugello, il Canguro ha le idee chiare: quello che è mancato a Jorge, fino al GP d’Italia, è stato qualche dettaglio. E la consapevolezza di potercela fare.

“Si era visto già alla fine del 2017: Jorge aveva riconquistato fiducia ed è stato veloce. Ma nella primavera 2018 c’era qualcosa che non andava sulla moto, e che non gli permetteva di andare forte e di adattare il suo stile di guida. Ma si trattava di piccole cose, dettagli… solo al Mugello si è sentito bene con la Desmosedici: ha messo a posto le ultime cose e ha trovato il ritmo. Sappiamo tutti di cosa è capace Jorge… era lì vicino, gli mancava la fiducia in se stesso. Secondo me la situazione non è mai stata un disastro, aveva solo bisogno di piccole cose per riuscire a guidare come lui sa fare”

“Se lo avrei tenuto? Sarebbe dipeso dal suo atteggiamento: se fosse stato entusiasta di un’altra stagione in Ducati, sarebbe stata un’ottima opzione. Ma in caso contrario, senza stimoli e senza crederci davvero, non ci sarebbe stato motivo di proseguire assieme: se il suo cuore gli dice che deve andare via dalla Ducati, Jorge deve ascoltare quella chiamata”

[img src=”https://media.motoblog.it/0/09c/lorenzo_jorge-1.jpg” alt=”lorenzo_jorge-1.jpg” size=”large” id=”910809″]

Ai microfoni di Speedweek, inoltre, l’australiano ha provato ad analizzare le difficoltà che molti piloti hanno trovato nel passaggio da un prototipo giapponese -soprattutto Yamaha- alla V4 bolognese:

“La Ducati è certamente una moto più difficile di una Yamaha… chiunque passi da una Yamaha a una Ducati si lamenta della difficoltà nel gestirla. Ma se guidare è più faticoso, devi solo allenarti di più: è il nostro mestiere, ed è un dovere se vuoi vincere con la Ducati. Devi faticare di più dei tuoi avversari! Quello che si può fare su una moto è limitato: è un pezzo di metallo e gomma… è più facile adattare lo stile di guida che ricostruire da zero una moto. Vero, in quanto a maneggevolezza la Ducati è più difficile da controllare, ma è molto stabile e ti da sicurezza: la Desmosedici non è affatto una cattiva moto. E’ una moto insolita, ma ha i suoi punto di forza: basti pensare a Jack Miller, che viene dalla Honda. O allo stesso Dovi, che ha guidato Honda e Yamaha ma non è mai stato così competitivo come in Ducati. Tutte le moto hanno i loro pregi e i loro talloni d’Achille. Spetta al pilota sfruttare i vantaggi e ottenere il massimo”

[img src=”https://media.motoblog.it/0/00f/ducati-stoner-valencia.jpg” alt=”ducati-stoner-valencia.jpg” size=”large” id=”883883″]

Infine, al #27 è stato chiesto un parere sul paragone Rossi-Lorenzo, e sulla difficile permanenza in Ducati di questi due supercampioni. “E’ difficile fare un confronto – ha risposto Casey – Ma direi che il periodo di Valentino sia stato peggiore. Jorge ha combattuto più spesso per i podi e ha spesso guidato le gare, anche se poi non le ha vinte”

“Quando Rossi è arrivato in Ducati tutti di aspettavano che avrebbe messo a punto una moto vincente. Ma non è successo in poco tempo come ci si aspettava: stravolgere una moto è difficile, rivoluzionare tutto l’equilibrio tra telaio e altri componenti richiede molto, molto tempo” ha concluso Stoner.

[img src=”https://media.motoblog.it/b/b44/stoner_casey-1.jpg” alt=”stoner_casey-1.jpg” size=”large” id=”910806″]

Ultime notizie