Lo “sconto” sul pedaggio autostradale per i motociclisti: facciamo chiarezza
Si è fatto un gran parlare in questi giorni della riduzione del pedaggio autostradale per le moto. Noi abbiamo fatto qualche ricerca e abbiamo scoperto che non è tutto oro quello che luccica…
Dal 1 agosto è entrato in vigore lo “sconto” del 30% per i motociclisti muniti di Telepass. Anche noi di motoblog ne abbiamo dato la notizia alcuni giorni fa, a seguito del comunicato stampa emesso da ANCMA che, con la rivista Motociclismo e la FMI si è fatta promotrice dell’iniziativa, raggiungendo comunque, è bene dirlo, un insperato successo.
L’Italia era, o meglio è ancora, visto che di fatto nulla è cambiato con l’entrata in vigore di questa norma, l’unico Paese europeo a non proporre una tariffa autostradale distinta tra auto e moto, equiparando le prime alle seconde ma solo quando c’è da tirar fuori i soldi. Sono infatti pressoché assenti in quasi tutte le stazioni di sosta (fatto salve alcune lodevoli iniziative) i servizi per gli utenti a due ruote, considerati di serie B solo perché in minor numero.
Ma andiamo con ordine: dal 1991 in Italia c’è la vergognosa quanto ridicola regola che il pedaggio autostradale varia a seconda dell’altezza e del numero di assi del veicolo, quindi appunto una moto paga quanto un’auto. Finalmente, dopo la bellezza di 26 anni, qualcosina si è mosso.
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Onore al merito dunque di chi è riuscito a bussare, e soprattutto a farsi aprire, alle porte del ministero dei trasporti e delle società autostrade. Queste (molte) righe, che forse risulteranno antipatiche a molti, non vogliono quindi accusare di scarso impegno chi ha portato avanti questa crociata, ma semmai porre il rilievo su come ancora una volta in Italia le istituzioni prendano in giro i contribuenti e abbiano risposto alle sollecitazioni che chiedevano un adeguamento delle tariffe con l’ennesima soluzione all’italiana che, guarda caso, a queste istituzioni (ministero dei trasporti e concessionarie autostrade) non costerà un centesimo.
La formula di questa riduzione che AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) ha “gentilmente” concesso lascia spazio a molte discussioni. In primo luogo la richiesta, come sottolineato anche dagli hashtag #metaruotemetapedaggio e #metapedaggio, lanciati dalla stessa rivista Motociclismo, era quella di avere una riduzione del 50% e non del 30%. Se già questa sa di presa in giro, in un primo momento, secondo un comunicato stampa ANCMA lanciato il 27 luglio, che potete leggere qui, si era parlato del 33%, il secondo comunicato rilasciato il giorno seguente, visibile sempre sul sito dell’ANCMA, parlava di “circa il 30%”. Ora c’è la certezza: lo “sconto” sarà del 30%.
Uno dei punti più criticati è: perché riservare questa tariffa solo agli utenti Telepass e non a tutti i motociclisti? Il punto non è l’utilità del Telepass in moto, che è di sicuro uno gran comodità, salvo quando non si alza la sbarra, cosa capitata molto più di frequente ai motociclisti che non agli automobilisti, quanto piuttosto capire che siamo di fronte all’ennesima “legge” all’italiana. La riduzione infatti non si rivolge a tutti i motociclisti, e neppure a quelli che già si erano dotati di Telepass.
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La stragrande maggioranza di chi usa il Telepass in moto infatti, aperto alle due ruote solo dal 2005, ha un unico Telepass associato a due targhe, quella dell’auto e quella della moto. Per usufruire dello “sconto” dovrà quindi stipulare un nuovo contratto Telepass. Perché?
Un motivo c’è sicuramente e ce lo spiega l’amico Motoreetto in un suo articolo e anche in divertente video visibile sulla sua pagina facebook che trovate anche qui di seguito. A questo proposito, dopo la pubblicazione di questo video sono piovuti commenti sulla sua pagina facebook, la maggior parte, guarda caso in sintonia con i dubbi sollevati.
Uno di questi è che se fino a oggi chi possedeva una moto e un’auto aveva la possibilità di associare a un apparato Telepass due targhe, utilizzandolo quindi per l’auto e per la moto, oggi dovrà fare un nuovo contratto solo per la moto. Infatti viene ribadito più volte nella comunicazione sul sito telepass.com che la scontistica viene applicata solo al Telepass associato in esclusiva a una moto. Comprensibile questo, siamo in Italia e chissà quanti furbetti avrebbero utilizzato la tariffa scontata anche per passare il casello in auto.
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E quelli che al Telepass proprio non pensavano fino a ora? Magari perché preferivano utilizzare la carta, visto che spesso le corsie Telepass nelle ore di punta sono più intasate di quelle Viacard. Ora questi utenti si affretteranno a stipulare un nuovo contratto Telepass che, guarda caso, ha un costo, nel caso di contratto Family, seppur non elevato, di 1,26 euro al mese, che fanno un totale annuo di 15,12 euro.
Poca roba direte voi; in effetti per chi fa tanta autostrada conviene. Il “break even point”, come si dice in economia, cioè il punto di pareggio, si raggiunge effettuando uno o più tragitti all’anno pari a 50,40 euro di tariffa normale. Oltre tale cifra avrete un guadagno.
La cifra richiesta non è dunque elevata, ma pensate a quanti nuovi contratti verranno stipulati da oggi. Da notare che, sempre sul sito telepass, è specificato che il Telepass dovrà essere di tipo Family. E chi ha invece, per esigenze lavorative, un contratto Business in abbinamento a Viacard, per il quale tra l’altro paga anche un costo aggiuntivo di 15,49 euro per la prima tessera e di 3,10 euro per ogni eventuale tessera aggiuntiva? Si attacca.
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Inoltre il nuovo dispositivo “esclusivo” potrà essere associato a una sola targa, quindi chi utilizza ad esempio lo scooter per lavoro e la moto per le vacanze dovrà attivare due abbonamenti. E se per caso vi venisse la balzana idea, criminali che non siete altro, di utilizzare il Telepass associato alla vostra moto con un’altra moto, sempre di vostra proprietà e guidata da voi si intende, la società autostrade minaccia “la sospensione del diritto alla riduzione e l’applicazione di penali, fermo restando il diritto delle Concessionarie alle eventuali azioni civili, amministrative e /o penali.” Avete capito bene? Azioni penali. Forse fate prima a fare una rapina in banca o il classico “scippo della vecchietta” che rischiate meno…
Altra riflessione: oltre a discriminare tra motociclisti con Telepass e quelli senza, perché i biker stranieri dovranno continuare a pagare la tariffa piena, non potendo utilizzare, proprio perché non residenti in Italia, il Telepass ma solo il pagamento in contanti o con carta? Sono dei motociclisti di serie B solo perché provengono dall’estero? E direi che è la categoria di turisti che porta più introiti, non potendo portarsi dietro cibi e bevande, contribuisce non poco a incrementare le risorse del turismo italiano.
Prendendo proprio esempio dall’estero, nella vicina Francia tutti i motociclisti che mediamente usufruiscono di una tariffa scontata del 40%, come riportato anche da questa tabella, posso passare il casello utilizzando sia il Télépéage Liber-t (equivalente del nostro Telepass) oppure optare per il tradizionale pagamento al casellante. Chiari cartelli, associati alle “gabarit de hauteur” (sagome limitatrici di altezza) posti all’inizio delle corsie riservate alle carte scoraggiano invece l’uso di tale pagamento automatico (vietato anche ai mezzi pesanti), in quanto il sistema non riconoscerebbe la moto e si andrebbe dunque a pagare la tariffa piena.
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Sempre in Francia, dove i pedaggi non è che costino poco, l’attraversamento dei ponti, come il celebre Pont de Normandie, che lungo i suoi oltre due chilometri collega Le Havre, nel dipartimento della Senna Marittima, a Honfleur, nel Calvados superando la Senna in uno dei suoi punti più larghi in prossimità della foce sulla Manica, ha un pedaggio per le auto di ben 5,40 euro mentre per le moto, così come per i ciclisti e i pedoni, è… gratuito! Questo per dire che se si vuole davvero incentivare l’uso delle due ruote lo si può fare.
Dunque perché non offrire un vero sconto (senza le virgolette) anche ai motociclisti in Italia? E non si dica che non c’è la possibilità tecnica, in quanto fino al 1991 la tariffa ridotta per le moto veniva applicata manualmente dall’operatore del casello, e lo stesso si potrebbe fare con le Viacard, come per altro già avvenuto in passato, dopo il 1991, quando vennero messe in commercio tessere a scalare da 90.000 lire, personalizzate col numero di targa e vendute a 54.000 lire ai motociclisti, con uno sconto del 40%. Oggi la tecnologia offre molte più possibilità, a volerle esplorare.
Altra anomalia tutta italiana: la riduzione non è cumulabile con altri sconti, quale, per esempio, lo sconto pendolari. Quindi se sei un pendolare in moto o usi uno sconto oppure l’altro, ed è evidente che il più conveniente rimane quello per le moto.
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In aggiunta a questa beffa, chi fino a ora totalizzava un numero di passaggi sulla stessa tratta sufficiente per usufruire dello sconto pendolari, cioè da 21 a 46, con una riduzione variabile tra l’1% e il 20%, a seconda del numero dei passaggi, come riportato sempre sul sito telepass, totalizzava questo numero di passaggi con lo stesso Telepass, quindi utilizzando indifferentemente auto e moto. Un esempio? Effettuando sulla stessa tratta 20 passaggi in moto e 20 in auto, per un totale di 40, si ha diritto a uno sconto del 20%. Con il nuovo Telepass per moto non solo non si ha più diritto allo sconto se si viaggia in moto ma neppure se si viaggia in auto, visto che la soglia minima è di 21 passaggi.
Altra beffa (abbiamo quasi finito, vi abbiamo lasciato per ultima la più bella): come riportato dal secondo comunicato stampa ANCMA si parla di una misura “sperimentale” fino al 31 dicembre 2017. Giusto il tempo insomma di fare cassa con un po’ di contratti Telepass per le moto… e poi? Sperimentale significa che la misura potrebbe anche essere ritirarla da un momento all’altro.
Inoltre, come riportato nel primo comunicato ANCMA, la differenziazione della tariffa è effettiva dal 1 agosto ma avverrà in automatico solo dal 15 settembre. Fino a quella data quindi ogni passaggio verrà calcolato con la tariffa di sempre, che verrà poi rimborsata a partire dal 15 settembre. Se qualcuno di voi ha mai ricevuto un rimborso da parte di un’istituzione in tempi celeri ce lo faccia sapere…
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Ma non è ancora questo il punto cruciale. Vi abbiamo detto che avremmo riservato alla fine la sorpresona finale, eccola: la cosa che più lascia perplessi la si legge andando ad analizzare un po’ meglio la nota ufficiale del ministero dei trasporti.
Qui nel solito “burocratese stretto” si legge infatti che: “I minori introiti di ogni concessionaria verranno rendicontati al Mit (che non è il Massachusetts Institute of Technology ma il molto meno nobile ministero dei trasporti, N.d.R.) e verranno recuperati secondo quanto previsto dalle pattuizioni convenzionali.” Sapete cosa significa questo tradotto in italiano? Che le concessionarie autostradali da questa operazione non ci smenano un centesimo, anzi guadagneranno, visto che avranno sicuramente più contratti Telepass, quindi il conto dei loro mancati introiti, poverini, dovuti a quei delinquenti di motociclisti che pretendono pure lo sconto, lo presenteranno al ministero dei trasporti il quale, essendo un organo del governo, indovinate un po’ da dove andrà a riprendere questi soldi? Ve lo dobbiamo proprio dire? Crediamo lo abbiate già capito da soli ma lo scriviamo bene qui: con le tasse! Un modo come un altro per far odiare la categoria dei motociclisti da parte degli automobilisti, dopo che avranno saputo che l’aumento del prezzo del bollo, della benzina o chissà anche delle stesse tariffe autostradali, è “colpa dei motociclisti”.
In tutto questo c’è chi ha provato a dire la sua, come il Coordinamento Italiano Motociclisti, il quale ha pubblicato le sue opinioni in merito, non senza una vena polemica, sul proprio sito ufficiale. Sono più o meno le stesse considerazioni a cui siamo giunti noi. Certo è che il CIM si è battuto per anni per una riduzione vera delle tariffe autostradali, ma con scarso successo.
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Ora lo stesso CIM afferma anche che in passato si è rivolta proprio agli stessi organi come ANCMA e FMI, ottenendo solo risposte evasive e senza avere un aiuto concreto. Ne prendiamo atto anche se più che altro in rete, a seguito della notizia, abbiamo visto molti post su facebook, ancora una volta polemici, di membri o ex membri di questo comitato, ma non è certo questo il modo di fare comunicazione da parte di un’istituzione. Come giornalisti qui a motoblog non abbiamo mai ricevuto in questi anni un comunicato stampa del CIM, che ci informasse sulle sue iniziative ed è chiaro che se fai una cosa buona ma non la pubblicizzi come si deve è come se non l’avessi fatta.
In conclusione sembra di essere di fronte a una delle tante promozioni che si vedono nei centri commerciali. Quella di Telepass è: acquista un Telepass per moto e ti regaliamo il 30% di sconto. Un modo come un altro per aumentare la propensione al consumo degli italiani.
Fa quindi a dir poco ridere la dichiarazione del ministro dei trasporti Graziano Delrio: “Superata un’ingiustizia, la mancata distinzione tra auto e moto” come se lui fosse un paladino dei motociclisti e come se davvero con questo stratagemma di fosse superata un’ingiustizia perpetrata per oltre un quarto di secolo verso tutti gli utenti a due ruote. La realtà è ben diversa; dato che tra chi chiedeva una riduzione del pedaggio c’era anche un organo di stampa, oltre che un’associazione di costruttori che fa capo a Confindustria e una federazione nazionale, per evitare l’ennesimo “sputtanamento” il gentile ministro ha preferito ricevere la delegazione, invece di chiudere loro la porta in faccia come hanno fatto i suoi predecessori nell’ultimo quarto di secolo. Il sorrisetto di Delrio al termine della conferenza stampa sull’argomento è tutto un programma: “italiani, l’avete presa in quel posto anche stavolta” e forse spiega anche il vero significato del termine “Trafori” nell’acronimo AISCAT.
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E che dire della raccomandazione finale, riportata sul sito dell’Ansa, in stile zietta che regala l’immagine di San Cristoforo, o meglio di San Colombano da Bobbio, protettore dei motociclisti: “non vuol dire andare più veloce, i motociclisti devono essere prudenti e attenti”. Ma dai? Avevamo proprio bisogno di queste raccomandazioni, del tutto fuori luogo tra l’altro; è noto a tutti infatti che il “Telepass scontato”, oltre allo sconto del 30% garantisce, dialogando via Bluetooth con la centralina, a ogni moto che lo utilizza anche un aumento della potenza del 30% e chi viaggia col Telepass raggiunge velocità supersoniche che un utente sprovvisto di tale dispositivo si può solo sognare… forse c’è qualcosa che non va.
Ancor più ridere fa la dichiarazione di Massimo Schintu, direttore generale di AISCAT (se non sapete chi è leggetevi questo articolo esaustivo), che sempre secondo quanto riportato dall’Ansa, ha ribadito il concetto: “non è una carta verde per andare in autostrada a guidare la moto come in città”. Per capire il profondo significato di questa frase sibillina ci siamo rivolti anche al Divino Otelma ma non siamo riusciti a venirne fuori. Perché come guidiamo noi motociclisti in città? Ah forse intende facendo le impennate, i burn out e gli stoppie al semaforo, spaventando le vecchine?
Come detto non vogliamo in alcun modo ridimensionare il grande impegno di chi si è messo in prima fila per questa campagna e ci ha messo la faccia. Come sempre però, alla buona volontà di chi si è battuto per ottenere quello che nel resto d’Europa è un diritto corrisponde la tanto odiata abitudine dei politicanti di usare il bastone e la carota, o per meglio dire di non dare mai nulla senza avere qualcosa in cambio. Nella prima repubblica lo si faceva con le tangenti, oggi con metodi più legali ma altrettanto odiosi. A voi ora la scelta se usufruire o meno di questa opportunità. Ma per piacere non chiamatelo sconto!