MotoGP e Moto3 schiacciate dalla Spagna: è crisi per gli altri Paesi?

La Spagna conquista il 68% delle vittorie nel motomondiale 2025. Dominio della famiglia Márquez in MotoGP e monopolio nella Moto3.

MotoGP e Moto3 schiacciate dalla Spagna: è crisi per gli altri Paesi?
M V
Massimiliano Vetrone
Pubblicato il 4 dic 2025

Il motomondiale 2025 ha raggiunto un punto di svolta storico, consegnando al dibattito pubblico una questione che non può più essere ignorata: il dominio schiacciante della Spagna nel panorama competitivo internazionale del motociclismo. Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato della Dorna, ha rotto il silenzio con una dichiarazione che suona come un’ammissione ufficiale: “Dobbiamo chiaramente riflettere come fare per portare piloti di diverse nazionalità”. I numeri, però, parlano un linguaggio ancora più eloquente delle parole. Su 66 gare disputate nelle tre classi, gli spagnoli ne hanno vinte 45, corrispondente al 68% del totale. Si tratta di una percentuale talmente significativa da compromettere l’equilibrio competitivo che dovrebbe caratterizzare una competizione mondiale.

Questo fenomeno non è casuale, ma il risultato di una struttura consolidata che ha trasformato il campionato in una competizione sostanzialmente dominata dalla penisola iberica. Osservando la situazione nella classe regina, la MotoGP si presenta come un quasi-feudo iberico dove i fratelli Márquez hanno letteralmente dettato i tempi della stagione. Marc Márquez ha collezionato 11 vittorie su 22 gare, mentre il fratello Álex ne ha conquistate 3, per un totale di 14 successi familiari. A questa dominanza si aggiungono i trionfi di Fermín Aldeguer al debutto nella categoria, impressionante proprio in Indonesia, e di Raúl Fernández a Phillip Island. Gli italiani hanno tentato una resistenza, ma le loro possibilità si sono limitate ai 3 successi di Marco Bezzecchi e ai 2 di Francesco Bagnaia, per un totale di soli 5 podii azzurri. Solo Johann Zarco ha rotto il monopolio con una vittoria nel Gran Premio di casa francese.

La situazione si fa ancora più preoccupante quando si analizza la Moto3, il vivaio dove nascono i campioni del futuro. Qui, la supremazia spagnola raggiunge livelli quasi assoluti: 21 vittorie su 22 gare. Iván Rueda, campione mondiale con 10 vittorie, Piqueras con 4, Quiles e Muñoz con 3 ciascuno, e Fernández con 1. Solo il giapponese Furusato ha interrotto questa sequenza vincendo in Malesia. Ancora più significativo è il fatto che i primi cinque piloti della classifica mondiale appartengono tutti alla nazionalità spagnola, relegando persino l’inglese Kelso al sesto posto. Questo dato non fa che evidenziare come il campionato mondiale stia progressivamente trasformandosi in una competizione quasi esclusivamente iberica.

Solo la Moto2 si differenzia

L’unica classe dove si osserva una distribuzione geografica più equilibrata rimane la Moto2. Sebbene la Spagna abbia totalizzato 8 vittorie (Gonzalez con 4, Holgado con 2, Canet e Guevara con 1 ciascuno), il titolo mondiale è stato conquistato dal brasiliano Diogo Moreira con 4 successi. La Gran Bretagna ha contribuito con 3 vittorie attraverso Dixon, mentre Australia e Turchia hanno ottenuto 2 podi ciascuna.

Una considerazione cruciale aggiunge sfumature a questo quadro già complesso: David Alonso, ufficialmente colombiano, è nato a Madrid ed è stato formato all’interno della scuola spagnola. Similmente, Diogo Moreira ha sviluppato le proprie capacità di pilota proprio in Spagna, confermando come la filiera formativa iberica funzioni non solo nel produrre campioni locali, ma anche nell’attrarre e plasmare talenti provenienti da tutto il globo.

Le fondamenta di questo successo straordinario sono profondamente strutturali. La Spagna dispone di una rete capillare di circuiti per l’allenamento, di un clima favorevole durante tutto l’anno, di aziende disposte a effettuare investimenti considerevoli e di team organizzati con professionalità. Questi elementi hanno generato una filiera formativa praticamente autosufficiente nel riprodurre generazioni di campioni.

Nonostante il riconoscimento pubblico della questione da parte della Dorna, le prospettive di cambiamento appaiono ancora lontane. Le soluzioni ipotizzate richiedono tempi lunghi e affrontano ostacoli logistici significativi. Nel breve termine, la Spagna sembra destinata a mantenere il suo dominio incontrastato sul motociclismo mondiale.

 

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