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MotoGP “rossa” Ducati: grazie Dovi! Grazie Petrux!

Mugello, tre gare da incorniciare con il “tricolore”

Per la terza volta oggi, sul cielo del Mugello sventola sul pennone più alto il tricolore, quello per la vittoria in MotoGP, la gara clou di questa splendida giornata di festa del motomondiale.

Ma l’inno di Mameli non suona per l’osannato Valentino Rossi, il pilota-star qui più atteso e amato, bensì per il meno blasonato Andrea Dovizioso capace con una gara da “gran maestro” di conquistare la sua prima vittoria 2017 (la quarta assoluta nella classe regina) riportando sul circuito di casa in trionfo la Ducati.

Lacrime di commozione per i due piloti della Ducati Dovizioso e Petrucci e un boato sugli spalti per quella che alla fine si trasforma in una festa tutta “rossa”.

Con questa prestazione di altissimo livello tecnico-agonistica – una grande prova di carattere – l’asso forlivese, per altro disturbato da un’intossicazione alimentare, entra nel cuore dei 100 mila e passa del Mugello e concretamente fa un balzo in classifica generale, dal quinto al secondo posto (79 punti), a 26 lunghezze dal confermato leader Vinales (105).

Un meritatissimo suggello per il binomio italiano che vede ripagati gli sforzi costanti profusi fin qui, in una giornata che, addirittura, avrebbe potuto riservare alla Casa di Borgo Panigale una straordinaria doppietta anche se il terzo gradino del podio dell’ottimo e ammirevole “umile” Danilo Petrucci alle spalle del poleman Maverick Vinales è una soddisfazione non da poco avendo il ternano messo dietro niente meno che Valentino Rossi (quarto +3.685).

Ducati sugli altari, quindi e Yamaha in una degnissima difesa, (di fronte alla superiorità delle Ducati), a metà podio grazie alla caparbietà di un Vinales fiero combattente e deciso a non mollare punti preziosi in classifica, e a ridosso del podio con Rossi, pimpantissimo per oltre metà gara poi via via con minor forza alla propria falcata, fino ai remi in barca, appagato della posizione che gli consente di tenere aperto l’obiettivo del mondiale.

Giornata da dimenticare, invece, per Honda, con Marquez solo sesto (+5,885), incapace di superare Bautista, quinto per soli 83 millesimi. Il campione del mondo mantiene comunque la quarta piazza (68 punti) pur se i 35 punti di gap (erano 27 prima del Mugello) da Vinales cominciano a pesare. Peggio ancora Pedrosa, ko per un contatto finale alla Scarperia con Crutclow, entrambi a terra.

E Jorge Lorenzo? Il maiorchino aveva illuso con i suoi lampi allo start e ai primissimi giri, andando persino alla testa dell’infernale carosello. Ma si trattava solo di un fuoco di paglia con lo spagnolo via via più spento e superato dai suoi avversari terminando infine senza infamia né lode ottavo (dietro a Zarco e davanti a Pirro) a quasi 15 secondi di distacco dal primo. Poco, troppo poco. Non ci siamo.

Idem per Andrea Iannone, decimo a oltre 15 secondi di gap, mai in gara con quelli che contano. Ancora buio, o quasi, per Aprilia (Lowes 19°) a 50 secondi e per Ktm, 20° con Smith, stesso gap.

Non è vero, comunque, che in questo sesto round non è successo niente. Ducati (qui) in forte crescita (da confermare nei prossimi GP) con imbarazzante (per gli altri) superiorità, Yamaha in difesa ma capace di contenere l’urto, Honda mai in lotta per la testa della corsa in un GP davvero difficile. Tutti gli altri fanno un’altra corsa.

Il mondiale resta aperto. Vinales sorride. Gli altri, nessuno escluso, un po’ meno. Ma c’è anche chi piange.

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