Sbk Phillip Island: Rea, “doppietta” di fuoco! Ma che Davies! Melandri sul podio
Ancora un volatone mozzafiato fra Rea e Davies! Ancora un trionfo per il nord irlandese
Se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio è ancor più vero che il “cannibale” resta un insaziabile famelico. Il riferimento, qui esclusivamente sul piano agonistico, è a Jonathan Rea, vincitore a Phillip Island anche della infuocata Gara2 dopo il successo di ieri in Gara 1, trionfatore del GP d’Australia round d’apertura del Mondiale Sbk 2017.
Alla sua 40esima vittoria iridata in Sbk, il campione del mondo si mangia gli avversari in un sol boccone anche se, viste le due corse al cardiopalma di Phillip Island, è un attimo nel rischiare di passare dal ruolo di predatore a quello di preda.
Intendiamoci, Rea ha dimostrato sul campo, se non di giocare facilmente a gatto col topo come nel 2016, quanto meno di avere in mano la situazione, tirando e allentando a proprio piacimento l’elastico dell’infernale carosello, illudendo gli avversari fino all’ultimo per poi assestare la zampata vincente, il colpo di grazia. Una tattica da campione consumato, da straordinario “finisseur”, tattica non priva di rischi, ma – visti i valori in campo con le Ducati qui davvero in gran spolvero e super competitive – l’unica possibile per centrare la vittoria, anzi il trionfo, con in tasca il bottino pieno: 50 punti.
La Kawasaki resta la moto al top per l’equilibrio generale, mezzo di grandi risorse: ma senza la “super” guida di Jonathan “ghiaccio-bollente” sarebbe uscita da Phillip Island con una “doppietta” che dice tutto?
I risultati di Sykes, pur non disprezzabili, sono la cartina del tornasole che dimostra che è Rea a fare la differenza. Una differenza fatta di pochi millesimi di secondo – l’alfiere della Ducati Chaz Davies due volte secondo in volata staccato di 42 millesimi in Gara1 e di 25 Millesimi in gara2! – ma millesimi che non sono inezie, pesano come pietre e che danno ancora più valore alla doppia cavalcata trionfale del binomio Rea-Kawa ben decisi a conquistare il terzo titolo mondiale consecutivo.
Tuttavia per il volpone nordirlandese della “verdona” non sarà una marcetta solitaria con la fanfara perché Ducati ha il potenziale per combattere, non solo difendendosi, ma attaccando con due piloti adeguati al livello dello scontro.
A Davies non manca niente – mastino dal passo potente e dalla frustata decisa – e lo stesso Melandri, a podio in Gara2 (partito dalla quarta fila, decimo posto) dopo il controverso out in Gara1 per il brusco tete-a-tete con il sempre irruente Lowes- deve solo buttar via la ruggine dopo quasi due anni di assenza dalle corse, ritrovare lo spirito del leader e la falcata della bagarre con la baionetta fra i denti e soprattutto credere in se stesso, senza… strafare, soprattutto in … polemiche.
E gli altri? Dopo il podio di ieri, in ombra Sykes, solo sesto, dietro alla (ottima) Ducati no factory di un attacante Fores non privo di sbavature e alla Yamaha di Lowes, un binomio cui è mancato solo il podio per certificare una crescita evidente a un filo dai big. Recupera dopo la caduta di ieri Savadori con un nono posto davanti al compagno Laverty, partito a razzo poi afflosciatosi: risultati da non buttar via ma ben lontani dal blasone dell’Aprilia, in una difficoltà che può sfociare, in mancanza di rapida svolta, in vera crisi. Idem Honda. MV Agusta in evidenza all’inizio con Camier, alla fine ottavo: qui il gran telaio non ha il supporto del (bel) motore cui serve una iniezione di cavalli.
L’esperimento della nuova griglia “salva spettacolo” – su cui torneremo presto – non ha dato né tolto niente. Un fuoco di paglia. Come volevasi dimostrare.
CLASSIFICA Gara 2 (22 giri, km. 97,790): 1. Rea (Kawasaki) 33’52″290; 2. Davies (Ducati) +0.025; 3. Melandri (Ducati) +0.249; 4. Lowes A. (Yamaha) ++0.956; 5. Fores (Ducati) +2.320; 6. Sykes (Kawasaki) +4.781; 7. van der Mark (Yamaha) +7.307; 8. Camier (MV Agusta) +9.756; 9. Savadori (Aprilia) +11.135; 10. Laverty (Aprilia) +20″123; 11. De Angelis (Kawasaki)+25.799; 12. Brookes (Yamaha) +25.879; 13. Reiterberger (BMW) +25.917; 14. Ramos (Kawasaki) +26.292; 15. Bradl (Honda) +28.440; 16. Krummenacher (Kawasaki) +33.679; 17. Jezek (Kawasaki) +1’13.561.