Home MotoGP: uno scarico da aereo da caccia per Ducati?

MotoGP: uno scarico da aereo da caccia per Ducati?

La casa di Borgo Panigale avrebbe brevettato un sistema di scarico a geometria variabile per sopperire alla mancanza delle appendici aerodinamiche

Motomondiale 2017 – Se c’è una cosa che si può e si deve concedere a Ducati, quella è sicuramente la voglia di sperimentare e solcare nuove rotte. Non si tratta di una scelta degli ultimi tempi considerando come una casa come quella di Borgo Panigale ha sempre cercato di intraprendere nuovi percorsi. Lo stesso Filippo Preziosi ai tempi era solito parlare della scelta di alcune soluzioni tecniche – vedi ad esempio il telaio in carbonio – come modi per bypassare la grandezza economica delle rivali giapponesi. E’ un’impostazione che lo stesso Gigi Dall’Igna ha sempre avuto, fin dai primi passi all’interno del mondo Ducati. L’esempio più evidente fu l’inizio del (nuovo) cammino dato dalle appendici aerodinamiche. Una strada che aveva dato a Borgo Panigale un bel vantaggio in termini prestazionali e che alla fine, dopo esser stati seguiti dalla concorrenza, ha visto la sua fine proprio con l’inizio del 2017.

Ed allora che fare? Sicuramente in Ducati non si sono persi d’animo ed hanno pensato a qualcosa di potenzialmente ancor più rivoluzionario. Attenzione, si tratta sempre di ipotesi e speculazioni, sulla base di dati e impressioni ovviamente. Partiamo dalla fine ovvero da ciò che si è visto in questa prima giornata di test a Sepang con Michele Pirro, ovvero uno scarico in posizione laterale, comunque sempre sotto il codone. Perchè questo? Per far spazio ad un elemento cubico presente al suo posto. A cosa servirà mai?

La nostra ipotesi – e ribadiamo ipotesi – ricondurrebbe ad un sistema di scarico a geometria variabile sulla falsa riga dei Jet, di un caccia da combattimento. In pratica lo scarico funzionerebbe come un motore a reazione per aggiungere spinta e conseguentemente sopperire – per lo meno parzialmente – la perdita delle appendici. Un’idea che, se vera e applicata al 100% sarebbe quantomeno rivoluzionaria. In parole molto semplici, la funzione del dispositivo sarebbe a mo’ di getto per contrastare l’impennamento del mezzo lavorando in maniera contraria alzando il posteriore e conseguentemente abbassando l’anteriore.

Brevetto Ducati MotoGP

L’idea di uno scarico a geometria variabile è stata avallata anche dai nostri colleghi di Bikesocial, che hanno mostrato anche dei brevetti depositati di Borgo Panigale, ripresi anche dal tecnico blogger MotoGP Giorgio Mulliri. Schemi e disegni che mostrerebbero come il brevetto Ducati riveli una serie di valvole che, azionate tramite motori elettrici, lavorino all’interno dei terminali di scarico della Desmosedici. In questo modo la variazione altererebbe la spinta in uscita variando la dimensione dell’apertura dello scarico. Con un “foro” più piccolo si avrà più spinta, data dall’aumento di velocità dei gas di scarico in uscita, legittimato da una pressione più elevata sfruttando una combustione come gli afterburner di un caccia.

L’aspetto negativo di uno scarico a sezione più piccola è quella di un’ipotetico sforzo maggiore da parte del gruppo propulsore nel suo complesso quindi e – ovviamente – l’utilizzo di un maggior quantitativo di carburante anche a valle della turbina stessa che dovrebbe dare quella spinta necessaria per creare la pressione adatta. Certo è che, per le MotoGP odierne trovare maggior potenza – considerando quanto siano castrate a livello elettronico – non dovrebbe essere un grande problema, relativamente parlando.

Brevetto ducati Motogp

Uno scarico da caccia bombardiere dunque, che fornisce un moto alternativo di spinta mandando ancora di più “in avanti” la moto stessa. Inoltre, grazie all’angolo e alla posizione dello scarico stesso, la spinta tenderebbe a mandare in avanti la moto, riducendo quindi l’impennata in fase di accelerazione.

Se questa ipotesi, suffragata dall’immagine dei test di oggi e dalle immagini dei brevetti, sarà suffragata dai fatti, bisogna fare un plauso a Ducati. Borgo Panigale, ancora una volta, si mostra come una elite in termini di sperimentazione e di nuove strade da tracciare.
Quel che è certo è che, castrata la sperimentazione sulle appendici aerodinamiche, qualcosa dalle parti di Ducati si sta muovendo.

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