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Motociclismo, new media e sponsor: cosa ci aspetta nel 2017?

Motociclismo – new media – sponsor: la “rivoluzione” fa bene alle corse ma non è tutto oro quel che luccica.

Uno dei limiti del motociclismo, specie in Italia, è che per almeno tre mesi invernali va in letargo e la grande massa che segue le corse in televisione o sui new media (internet, tv digitale, cellulare ecc.) stacca il “contatto” in attesa della ripresa dei campionati, in primis la MotoGP. Si dirà: ma non è sempre stato così anche quando in pista c’erano, spesso dominando, le grandi Case italiane con i loro campioni e solo una nicchia di sportivi teneva viva d’inverno la propria passione?

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Sì. Ma se prima, con i mezzi di comunicazione limitati e poco orientati sul motociclismo, la pausa era comprensibile, non lo è più oggi con i media (soprattutto tv e internet) invadenti e in cerca di contenuti 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno. Qui si riapre la riflessione sul rapporto sport-media, motociclismo new-media. Va innanzitutto sfatato un mito, o per dirla meglio, un luogo comune. E’ stato Valentino Rossi ad aver reso il motociclismo sport di massa e globale oppure sono stati e sono i new-media (con la rivoluzione delle tecnologie) ad aver dato al motociclismo l’impulso quantitativo e qualitativo di oggi?

Rossi è stato ed è l’interprete – il migliore interprete grazie alle sue doti di campione e al suo carisma intaccato da oramai 20 anni di corse – di questo passaggio evolutivo. L’errore, caso mai, è stato quello di puntare tutto e sempre su Valentino, forse per timore di intaccarne l’aureola quasi… mistica. Così non c’è stato il Coppi-Bartali e così si teme anche per un futuro senza più Rossi. Comunque, lo show sportivo – anche le corse intese come spettacolo e con un Rossi show-man – sono diventate sempre più un contenuto ricercato per i media che, ovviamente, condizionano a loro volta lo sport sulla spinta delle esigenze di chi paga, cioè i grandi Sponsor.

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Non è stato per rispondere a queste esigenze dei media & sponsor che il Motomondiale è stato ridotto a sole tre categorie (privilegiando in modo assoluto la MotoGP) e che la SBK cerca ancora il format giusto per intercettare meglio i telespettatori-audience? Non sono state le esigenze di Tv e new media pro sponsor ad aver modificato persino gli stessi autodromi – tracciati più brevi, curve più lente ecc. – in un processo di rinnovamento (o snaturamento?) che è solo all’inizio?

Con tutti i limiti e anche i rischi di modificare le corse fino a uno snaturamento identitario, c’è però da prendere atto che il motociclismo sport-spettacolo e/o show-business ha fatto un grande salto di qualità grazie allo sviluppo delle tecnologie (digitali) e la spinta verso i processi di comunicazione allargando come non mai la diffusione delle corse rendendole appetibili ai grandi Sponsor quale veicolo di promozione pubblicitaria. I grandi brand (industria ma anche servizi) individuano sempre più nel motociclismo un valido veicolo di promozione, come dimostra l’alto valore delle sponsorizzazioni e lo sviluppo dei processi di co-technology e di co-marketing.

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Con la competizione dei nuovi canali di comunicazione (pay-tv, pay-per-view, Internet ecc.) per acquisire i diritti di esclusiva anche delle grandi corse motociclistiche è aumentato in modo esponenziale il valore degli stessi portando nel “grande giro” una torta economica notevole, impensabile fino a qualche decennio addietro. La nuova centralità della comunicazione è stata colta dalla Dorna (la società che gestisce il Motomondiale e la Superbike) ma molto meno dai Team e dagli altri gestori dei campionati nazionali, ad iniziare dal CIV italiano.

Nel motociclismo tutt’ora ci sono moti limiti che ne frenano lo sviluppo. Ad esempio anche i grandi Team non considerano la comunicazione con la stessa “dignità” di altre componenti, privilegiando quelle tecniche a scapito dell’immagine. Si pensa cioè che sono le vittorie a far parlare e se si perde è meglio star zitti. Altra cosa nella Formula 1, dove ad esempio in Ferrari, la comunicazione gode della stessa attenzione della parte tecnica, essendo orientata direttamente dal responsabile della gestione sportiva.

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Spesso molti Team, specie fuori dalla MotoGP, confondono la comunicazione con l’ufficio stampa, affidata per lo più a ragazze di bella presenza digiune sia rispetto alla comunicazione sia rispetto al motociclismo. Il “buco” invernale del motociclismo è l’esempio di come la comunicazione del nostro sport sconti tutt’ora limiti e improvvisazioni, convinti che le corse – quando ci sono – parlino da sole. E’ questo, un tema complesso, che qui abbiamo solo iniziato ad accennare. Merita di certo una riflessione e una attenzione più puntuale e approfondita da parte di tutti, nessuno escluso.

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