Cafè Dragstar: la retrò “strappabraccia” di Custom Wolf
Grazie al poderoso propulsore della Suzuki GSX-R 1100 incastonato in un telaio Kawasaki, la Cafè Dragstar costruita da Wolfgang Batz promette di strappare letteralmente le braccia con i suoi 160 cv alla ruota
Con alle spalle 30 anni di esperienza come industrial designer, Wolfgang Batz è uno che ha fatto della creatività un mestiere. La sua posizione professionale, poi, gli dà la possibilità di realizzare concept con facilità e auto-fabbricarsi un gran numero di componenti: niente di meglio per un appassionato motociclista che vuole auto-costruirsi la propria special.
Nel mondo dei customizers Wolfgang è conosciuto con il nome di Custom Wolf, e la cafè racer che vedete nelle foto è proprio il frutto della sua fantasia. La “Cafè Dragstar” è una retrò anabolizzata, che Batz ha costruito seguendo solo ed esclusivamente i suoi gusti personali: niente committenti, nessuna necessità di scendere a compromessi per accontentare il cliente.
L’idea di partenza era quella di realizzare una special vintage che non sacrificasse le prestazioni, e il nome stesso della creatura di Wolfgang lascia intuire come nei due anni di lavoro necessari l’obbiettivo sia stato sempre quello di sfornare una vera e propria cafè racer “da sparo”.
Si tratta di una sorta di ibrido tra una Kawasaki e una Suzuki, il che ricorda un po’ quelle motociclette inglesi costruite con il leggendario telaio Norton Featherbed e un propulsore preso in prestito da qualche altra “twin” d’Oltremanica: in questo caso, il robusto chassis arriva però da Akashi, e precisamente da una Z 1000 ST del 1982.
Il forcellone proviene da una Benelli TNT, e anche il mono-ammortizzatore è stato donato da una moto pesarese: in questo caso, però, parliamo di una Tornado Tre, la supersportiva tricilindrica prodotta a partire dal 2002. All’avantreno troviamo invece la massiccia forcella upside-down di un’altra sportiva sfortunata ma molto affascinante: la grande incompresa di casa Suzuki, la bicilindrica TL 1000 R.
Il poderoso impianto frenante lascia in bella vista i cerchi a tre razze da 17″: di chiara ispirazione Buell, si tratta infatti di un enorme doppio disco perimetrale anteriore da 420 mm. Stessa soluzione anche al retrotreno, anche se in questo caso un disco singolo può bastare.
Il cuore di questa special è senza dubbio l’imponente propulsore: a spingere (e forte…) la Cafè Dragstar ci pensa il mitico quadricilindrico raffreddato ad aria/olio della Suzuki GSX-R 1100, uno dei 4L più amati dai preparatori per le sue eccezionali doti di affidabilità e per la facilità con cui raggiunge potenze da capogiro.
A Wolfgang, tuttavia, la “castagna” dell’inline-four di Hamamatsu non bastava: affidato alle sapienti mani di Racers Warehouse, è stato sottoposto a una cura a base di anabolizzanti. La cilindrata è stata aumentata sino a sfiorare i 1300 cc (1280 per la precisione), mentre i carburatori originali sono stati rimpiazzati da una splendida batteria di Mikuni TMR 36.
Un gigantesco radiatore dell’olio Setrab tiene a bada bollenti spiriti dell’unità motrice, che sfoga la sua voce attraverso un impianto di scarico costruito ad hoc in acciaio inossidabile e dotato di silenziatore Micron. Il risultato di questa cura di steroidi sono ben 160 cv alla ruota.
Molte delle componenti che vedete su questa special sono state costruite o opportunamente modificate da Batz stesso (come il serbatoio, che arriva da una Kawa Z650), altre sono accessori aftermarket comunemente in commercio (come la strumentazione Motogadget). La livrea è stata curata da Marcus Pfiel.
In terra teutonica, si sa, le autorità sono piuttosto permissive in quanto a personalizzazione dei veicoli: la Cafè Dragstar è infatti perfettamente street legal, essendo stata esaminata ed omologata dalla Technischer Überwachungsverein, meglio conosciuta come TÜV.