Home Motomondiale, c’eravamo tanto amati. I “veleni” dei divorzi: Hailwood, Agostini, Rossi, Iannone …

Motomondiale, c’eravamo tanto amati. I “veleni” dei divorzi: Hailwood, Agostini, Rossi, Iannone …

Il motociclismo fra addii e … ritorni. Ieri come oggi…

Nelle corse il peggior difetto di un pilota è quello di sopravvalutarsi, così che dei suoi mancati risultati incolpa sempre la sfortuna o gli “altri”: la moto, il team, il compagno di squadra. Sopravvalutarsi significa anche cambiare Casa (e moto e Team) certi di essere sempre il number one, il pilota più appetibile e ricercato da tutti. E’ così da sempre.

Un altro limite è dato dal “come” si gestisce il “divorzio” fra pilota e Casa o Team. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello fra Ducati e Andrea Iannone, un addio che, al di là delle frasi fatte scritte nel comunicato ufficiale, ha lasciato le parti col muso lungo, se non proprio in cagnesco.

Per non parlare del rapporto fra compagni di squadra dove – anche qui fa testo in ordine di tempo Borgo Panigale – Andrea Dovizioso ha “sparato” contro l’altro Andrea ex compagno di squadra. L’ambiente delle corse è difficile, oggi come ieri, quando, pur in situazioni molto diverse, non è vero che era tutto rose e fiori.

Qualche esempio. Mike Hailwood è considerato dai più – compreso chi scrive queste note – il più grande pilota del Motomondiale, non solo per i suoi 9 titoli mondiali ma soprattutto per il suo talento e la sua versatilità nel portare al limite moto molto diverse fra loro in ogni cilindrata. Mike era un “signore” – non solo perché pilota milionario (in sterline) – anche nei rapporti professionali e umani, specie con le squadre con le quali gareggiò e con i suoi compagni.

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Negli anni ’60 le due Case principali erano MV Agusta e Honda. Il fuoriclasse inglese aveva iniziato nel 1957 con una MV Agusta 125, poi tre stagioni a battagliare su Norton, Ajs, Ducati, Benelli, Mz ecc. Proprio in sella alle plurifrazionate 4 tempi 250 della Casa dell’Ala dorata Mike conquistò il suo primo titolo iridato (250) nel 1961. Ma nell’ultima gara di quella stagione, il 9 settembre a Monza, Hailwood corse e vinse anche la 500 guidando per la prima volta le “sue” MV Agusta 4 cilindri, sue nel senso che le aveva … comprate.

Il Conte Agusta lo ingaggiò subito e Mike ripagò conquistando quattro tioli mondiali in fila delle 500, Ma nel 1966 e 67 – nel frattempo a Cascina Costa era arrivato e cresciuto il giovane … Agostini – il fuoriclasse inglese fu di nuovo convinto dalla Honda al gran ritorno grazie a un ingaggio faraonico all’epoca e alle moto a disposizione e così fece suoi altri 4 titoli mondiali nelle 250 e 350 pur mancando quello più ambito, la 500.

Ma la danza del cambio di Case e di moto non finisce qui. Nel 1968 Honda dice addio (pro tempore) alle corse tenendo però Mike sotto contratto per non lasciarlo alla concorrenza. Pochi mesi di astinenza e il canto della sirena delle corse riporta Hailwood in pista il 15 settembre a Monza con la … MV Agusta, compagno di squadra di Agostini, forse adagiatosi sugli allori e quindi da … stimolare.

Nelle prove della vigilia, Mike fu molto deluso delle 4 cilindri affidategli, inferiori – a suo dire – di quelle del suo compagno di squadra Ago. In prova l’inglese cadde persino due volte – io c’ero e ricordo la sua tuta di pelle nera stracciata e il viso terreo – e a nulla valsero le sue proteste (sempre meno pacate) nei confronti dello staff della Casa italiana.

Victorious motorcyclist Mike Hailwood astride his MV Agusta motorbike at Silverstone Race circuit. (Photo by Victor Blackman/Getty Images)

Nel penultimo turno di prove ufficiali del sabato, il “fattaccio”: Mike rientra infuriato ai box e letteralmente getta la sua MV contro il muretto proprio davanti al Conte Domenico Agusta diventato … viola. Pochi minuti dopo Mike cambia casacca guidando la nuova … Benelli 500 4 cilindri insieme a Renzo Pasolini. Poi, sotto il diluvio della domenica, la caduta alla Parabolica ecc.

Perché il ricordo di questa storia? Perché né quel giorno concitato né mai dopo nessuno della MV Agusta disse una sola parola “contro” Mike del quale vantavano sempre mirabili doti come pilota e come persona. Idem Mike che quando gli si nominava la MV o il conte Agusta ripeteva: “Very good, thank”. E ogni volta grandi sorrisi, grandi pacche sulle spalle, grandi abbracci. Atteggiamenti formali, di fatto una presa in giro, dove sotto il sorriso covava il rancore? Chissà! Fatto sta che tutti procedettero per la propria strada, senza mai tirar frecce contro il proprio ex pilota o la propria ex Casa.

Anche all’epoca c’era chi tentava di tirar fuori con le pinze parole al vetriolo di questo contro quelli o di quelli contro questo. Ma tutti – almeno a certi livelli – avevano le bocche cucite e avevano altro da fare nel box e in pista.

Non fu l’unico, Hailwood, a cambiar casacca più volte, tornando al primo amore. Do you remember Giacomo Agostini dalla MV Agusta alla Yamaha e poi di nuovo su MV e Valentino Rossi da Yamaha in Ducati e il ritorno alle moto della Casa dei tre diapason? E non sempre tutto ebbe un lieto fine. Ma queste sono altre storie. Che riprenderemo.

SPIELBERG, AUSTRIA - AUGUST 14: (L-R) Andrea Dovizioso of Italy and Ducati Team, Gigi Dall'Igna of Italy and Ducati Team  and  Andrea Iannone  of Italy and Ducati Team celebrate on the podium at the end of the MotoGp race during the MotoGp of Austria - Race at Red Bull Ring on August 14, 2016 in Spielberg, Austria.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

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