TT2016, dominio di Dunlop nella Superbike Race. 133 mph: è record
Michael Dunlop impone un ritmo inarrivabile per gli avversari, abbattendo il muro dei 17 minuti: sono 12 i successi al TT. Incidente mortale nella gara dei Sidecar, vinta dall’equipaggio Holden/Winkle
ISOLA DI MAN – Le prove di ieri sera avevano i soliti due, Michael Dunlop e Ian Hutchinson, a dividersi la testa delle qualifiche di Superbike e Superstock. Il giro di Michael era diventato il record ufficioso del TT… per qualche minuto. A rovinare la festa di Dunlop Jr era stato stato proprio Hutchy, che con la Superstock ha lasciato di stucco tutti girando persino più veloce che con le più più potenti SBK: 132.8 miglia orarie, per un tempo di 17’2″78.
RST SUPERBIKE
Alla vigilia della gara delle Superbike quindi, i valori in campo sembravano ormai definiti, e i 6 giri sullo Snaefell Mountain Circuit sembravano dover essere un affare tra i due piloti BMW.
E così effettivamente sarebbe stato, se Michael Dunlop non avesse deciso che questa doveva essere la sua giornata e che avrebbe dovuto inanellare una serie di giri ad un ritmo stratosferico per chiudere la corsa il più presto possibile. Subito dopo la partenza da Glencrutchery Road il nord-irlandese, tallonato da Hutchinson, mostra di essere il favorito per la RST Superbike. Già al primo passaggio sulla fotocellula della Grandstand, il record del TT è doppiamente demolito.
Sia Dunlop che Hutchinson scendono sotto il primato detenuto da John McGuinness (17’3″), con il pilota della Tyco BMW che firma un best lap da 17’2″093. Ma è il crono di Dunlop a dare uno scossone alla corsa: la S1000RR del pilota di Ballymoney transita sulla linea del traguardo abbattendo la barriera dei 17 minuti. 16’58″439 per la precisione, che significa record assoluto al TT, alla media di 133.369 miglia orarie: gli inarrabili 214 km/h, fantascienza, solo pochi anni fa.

Un secondo giro ancora più veloce del primo (16’58″254 a 133.393 mph, nuovo record ufficiale del Muntain) proietta Dunlop nella storia: ancora sotto, ancora meglio, ancora più forte. Ancora, come se non bastasse quanto fatto sin’ora, sopra le 133 mph, che portano il vantaggio del leader a quasi 7 secondi: inutile un altro passaggio fenomenale di Hutchinson sempre sul passo di 17’02”, Contro Dunlop Jr oggi non ce n’è.
Ad uccidere letteralmente la gara, l’ottimo pit stop effettuato dal team Hawk BMW: dentro al serbatoio qualche gallone di benzina, visiera ben pulita e via di nuovo a 300 orari tra le case dell’isola di Man. Prima di arrivare al Sarah’s Cottage, il rilevamento di Glen Helen misura ulteriori 8 secondi favore del nipote di Joey, per un distacco totale di 15 secondi: sostanzialmente è fatta, e d’ora in poi la gara di Michael sarà una velocissima parata trionfale verso il traguardo.

Intanto, più indietro, il sempreverde John McGuinness su Honda CBR1000RR n°1 guadagna due posizioni portandosi in terza piazza: questo colpo di reni sarà fondamentale per regalare, a fine gara, l’ennesimo podio al 23 volte vincitore del TT. Un tentativo di recuperare su Hutchinson effettuato durante il penultimo giro viene subito rintuzzato dall’alfiere BMW: ormai le posizoni di testa sono stabili, e tali rimarranno sino alla bandiera a scacchi.

Il sesto e ultimo passaggio è una formalità da sbrigare per i tre piloti che guidano il gruppo, ma appena dietro a loro gli inseguitori non si risparmiano affatto: un Dean Harrison rimasto in quarta posizione per tutta la gara viene impallinato da Peter Hickman, che con un guizzo della sua Kawasaki GBmoto nei pressi di Cronk-ny-Mona riesce a conquistare il primo piazzamento giù dal podio. Alla fine, sulla linea del traguardo, i successi al TT per il 27enne erede della dinastia Dunlop saranno 12°, in un dominio praticamente totale.
Conclusione in top ten per Bruce Anstey e per la sua Honda RC213V-S: forse non proprio quello che ci si aspettava dalla sorella delle moto di Marquez e Pedrosa, ma un risultato assolutamente dignitoso dopo il bruttissimo avvio di gara che sembrava dover relegare il neozelandese del team Padgett’s nelle posizioni di rincalzo.

La quattro cilindri a V dell’Ala Dorata ha terminato la corsa in 8^ posizione, dietro alla bellissima Norton SG5 di David Johnson. L’argentata superbike del leggendario marchio inglese (apparentemente nel mirino di Mahindra…) è stata protagonista di una prestazione superlativa, e si è mostrata capace di punte velocistiche di tutto rilievo grazie al suo V4 preso in prestito dall’Aprilia RSV4. Chissà che un eventuale acquisto da parte del colosso indiano non possa riversare sul progetto SG5 i fondi necessari a dargli un seguito ancor migliore…

Non ha avuto fortuna invece Cameron Donald, che non è riuscito a portare la sua Honda Wilson Craig Racing alla fine del primo giro. Giornata assolutamente da dimenticare anche per l’incolpevole Marco Pagani, che dopo una partenza ottima e un primo giro che gli aveva permesso di essere il primo della pattuglia italiana, è stato costretto al ritiro a causa di un sasso “sparato” sul radiatore della sua BMW dalla ruota posteriore di un avversario.
Con il “Phaga” fuori dai giochi, è toccato a Stefano Bonetti tenere alto l’onore del motociclismo tricolore: il bergamasco, attesissimo per gara delle Lightweight, ha tagliato il traguardo in 31^ posizione con la sua Kawasaki Rock and Road Racing. Buono l’esordio in gara di Alex Polita, che nel difficilissimo ed estenuante Snaefell Mountain Circuit riesce a portare la S1000RR del team Penz.13.com sulla linea del traguardo mostrando una crescita esponenziale rispetto ai giorni precedenti.
Qui la classifica completa della gara RST Superbike.

SURE SIDECAR
Il primo colpo di scena è arrivato poco prima della partenza, con la notizia che uno degli equipaggi favoriti per la vittoria, il duo Molyneux/Sayle, non si sarebbe presentato allo start per un problema tecnico. Senza una delle coppie più quotate in pista, sono i fratelli Birchall a guidare la corsa per i primi km.
Purtroppo, la gara viene interrotta dopo pochissimi minuti: a causa di un incidente occorso alla coppia Beare/Binns vengono esposte le bandiere rosse, e la nuova partenza annunciata per le 16:00. Dopo una serie di notizie contrastanti, nel paddock arriva una doccia gelida: Dwight Beare, 27enne australiano ma mannese d’adozione, è deceduto per le ferite riportate. Il suo passeggero, Ben Binns, viene trasportato in ospedale malconcio ma fuori pericolo di vita.

Purtroppo la Nera Signora è ospite fin troppo frequente al TT, e la morte fa ormai relativamente poco scalpore nell’ambiente delle Road Races: The Show Must Go On, almeno dal punto di vista sportivo. Alla ripartenza i Birchall Brothers si avviano a dominare la corsa. Dietro, inseguono Holden/Winkle, mentre la coppia Bell/Bell riesce a scavalcare Reeves/Farrance, poco prima di cedere loro nuovamente la posizione causa ritiro. Ma all’inizio dell’ultimo giro Reeves/Farrance soffrono il recupero degli straordinari newcomers Founds/Walmsley, in furibonda rimonta per la terza posizione. Nei pressi di Glen Helen, il sorpasso.
Ma è l’ultima tornata a regalare i colpi di scena più eclatanti: la coppia di testa ha un problema, i Birchall Bros sono out. Sembra ormai fatta: ora a guidare le ultime miglia della gara è l’equipaggio Holden/Winkle, davanti a Reeves/Farrance e agli esordienti Founds/Walmsley. Ma non è finita qui: i secondi in classifica non transitano a Ramsey, costretti al ritiro a pochi minuti dalla fine della gara. Occasione d’oro per l’equipaggio esordiente Founds/Aalto, che guadagnano così la terza piazza: è un fantastico doppio podio per i fratelli Founds, secondi e terzi dietro ai vincitori Holden/Winkle.
Qui i risultati della gara dei Sidecar.

Via RoadRacingCore