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Suzuki GSX-S 1000 F ABS 2015: la prova in pista

Motore eccellente, design da apprezzare, tanta coppia e agilità in ogni situazione. Che sia strada o pista, la Suzuki GSX-S 1000 F ABS 2015 non delude in prestazioni e divertimento.

Suzuki GSX-S 1000 F ABS – Sport-tourer? Non proprio, qui l’adrenalina è pura e il divertimento è assicurato. Non è infatti l’aderente carenatura, che la distingue dalla gemella naked (qui il nostro test completo), a consentirle di affrontare lunghi tragitti senza avvertire stanchezza. La posizione di guida è comunque sportiva (nonostante il manubrio alto) e la protezione aerodinamica non è proprio efficacissima.

Una sport-tourer ha ben altri tratti distintivi: è più pacata, più comoda e protettiva. La Suzuki GSX-S 1000 F ABS è una naked “con la minigonna”, quel tocco di fascino in più che però non tutti apprezzano. Fatto sta che tra le curve è una moto a dir poco appagante. E’ svelta, agile, reattiva e il suo motore quasi infinito e versatile.

I cavalli, 145, non sono affatto esagerati e sanno come soddisfare il pilota quando l’asfalto davanti a lui diventa tortuoso. Come saprete, il propulsore è il buon vecchio “K5” derivato dalla GSX-R, rivisto per donare maggiore coppia ai bassi. Il tutto è abbinato ad una ciclistica equilibrata che non stanca mai.

Tre le colorazioni disponibili (blu, nero/rosso, grigio), con un prezzo che parte da 12.890 euro F.C.

Suzuki GSX-S 1000 F ABS: com’è?

Partiamo dal frontale, l’unico tratto che la contraddistingue dalla versione naked. E’ una carenatura aderente e inedita, con un doppio faro dotato di luci diurne a LED, il tutto caratterizzato da un profilo che ricorda un becco appuntito. Al di sopra, troviamo un piccolo cupolino che ripara poco dal vento.

Questo “vestito”, appesantisce la GSX-S 1000 F di 5 Kg rispetto alla gemella. Al di sotto del cupolino, una strumentazione interamente LCD che fornisce info su contagiri/contachilometri, consumo medio e istantaneo, autonomia residua, orologio, indicatore marcia, temperatura acqua, autonomia e livello carburante.

Come accennato, il propulsore è l’apprezzatissimo quattro cilindri in linea da 999 cc derivato dalla GSX-R 1000 K5. E’ un motore con un design ‘a corsa lunga’ (alesaggio x corsa: 73,4 x 59 millimetri) più grintoso ai regimi medio-bassi e quindi più adatto per la guida stradale che ha permesso agli ingegneri di Hamamtsu di progettarci attorno un telaio compatto e snello.

I pistoni sono stati progettati con l’uso della tecnologia FEM (Finite Element Method) per ottenere rigidità e peso ottimali, rivestiti con materiale Suzuki Composite Electrochemical Material (SCEM) e sono del 3% più leggeri rispetto a quelli del motore della GSX-R 2007.

Le camme sono state ri-progettate per la nuova fasatura delle valvole, mentre non mancano le candele all’iridio, gli iniettori a 10 fori, il sistema SDTV (Suzuki Dual Throttle Valve) con valvole a farfalla secondarie (da 44 mm, come per la GSX-R 1000 K7), oltre ad un nuovo sistema di raffreddamento a liquido, un nuovo filtro aria.

Nuovo anche il sistema di scarico 4-in-2-in-1 dotato di Suzuki Exhaust Tuning (SET), ovvero una valvola a farfalla azionata da un servomotore sulla base di parametri quali il regime del motore, la posizione dell’acceleratore e la posizione del cambio per ottimizzare la combustione ai bassi regimi.

L’elettronica prevede invece l’adozione di un Traction Control settabile su 3 modalità (‘Sport’, ‘City’ e ‘Wet’) e il nuovo sistema Suzuki Easy Start, di derivazione automobilistica, che dispone di un pulsante ‘one-push’ che provvede a gestire da sé il lavoro dopo un unico ‘tocco’. Con questo dispositivo, il pilota non è tenuto a tirare la leva della frizione con il cambio in folle.

Il telaio in alluminio è stato realizzato per ottenere elevata rigidità e leggerezza – tanto che il suo peso è addirittura inferiore a quello della GSX-R1000 2014 – mentre il forcellone in lega di alluminio deriva direttamente da quello dall’attuale superbike di Hamamatsu, con le stesse doti di rigidità e robustezza e tenuta.

L’ergonomia è stata realizzata all’insegna del ‘comfort sportivo’, con una posizione di guida eretta che favorisce anche la visibilità. L’altezza sella è di 815 mm, mentre la zona-ginocchio è particolarmente snella per favorire l’appoggio a terra dei piedi.

Passando alle sospensioni, all’anteriore abbiamo una forcella rovesciata KYB completamente regolabile da 43 mm con 120 mm di escursione, mentre dietro c’è un mono regolabile in estensione e precarico con 63 mm di corsa.

Per i freni abbiamo invece le pinze monoblocco Brembo a 4 pistoncini (le stesse della GSX-R 1000 2014) accoppiate con due dischi da 310 millimetri, disco singolo da 220 mm dietro e la centralina ABS Bosch dal peso di soli 640 grammi.

I cerchi a 6 razze da 17″ in alluminio pressofuso sono gli stessi della ‘F’ e sono abbinati allo stesso modo con pneumatici Dunlop D214F (120/70ZR17 anteriore) e D214 (190/50ZR17 posteriore). Il manubrio opaco in alluminio è un Renthal Fatbar, con il marchio Renthal stampigliato in bella evidenza.

Suzuki GSX-S 1000 F ABS: come va?

Il nostro primo contatto sull’Isola di Man ci ha soddisfatti, nonostante l’asfalto bagnato. Ma volevamo approfondire la sua conoscenza tra i cordoli, viste le ottime impressioni lasciate dalla gemella sul circuito ISAM di Anagni.

Inutile dire che la sensazione è quasi la stessa montando in sella. Triangolazione sella-pedane-manubrio non esageratamente protratta verso l’anteriore, comoda se vogliamo, caratteristica difficile da trovare su una sportiva. Tutto è molto solido e compatto, anche se alcuni dettagli costruttivi potevano essere migliorati.

Una volta avviato il quattro cilindri, dallo scarico tozzo e basso esce un rombo silenzioso ma comunque corposo al minimo, pronto a far urlare la GSX-S 1000 F come una giapponese che si rispetti. I primi metri sono tutti “di coppia”. Le marce si susseguono velocemente e il motore non perde mai la sua verve.

[rating title=”MOTORE” value=”8″ layout=”left”] Questa caratteristica consente a questa street-sport di Hamamatsu di essere una vera goduria nei passi stretti di montagna. Qui però siamo in pista, è giusto far cantare questo benedetto K5 come si deve! Giù tre marce alla esse prima del rettilineo e via verso la prima staccata.

Il limitatore si raggiunge facilmente marcia dopo marcia, la velocità sale in fretta fino ai 205 km/h in quarta marcia prima della violenta staccata. E’ qui che avvertiamo un’enorme differenza rispetto alla naked: l’intervento dell’ABS sul posteriore è molto più accentuato e risulta leggermente fastidioso, bisogna farci l’abitudine e “giocare di frizione” per un inserimento più preciso.

La potenza frenante sull’anteriore è comunque notevole e ci permette di piegare la moto anche con la leva ancora “in mano”. Leggero on-off una volta ripreso il gas, ma riecco subito la spinta del quattro cilindri che ci porta in un baleno verso la prossima staccata.

Davanti a noi c’è il cavatappino, che con questa moto può essere affrontato in seconda marcia. L’ultimo cordolo di questo insieme di curve in discesa si taglia con il muso che si solleva spontaneamente. Il limitatore si accenna un attimo prima del prossimo gruppo di curve. Seconda sempre “in canna” e si affronta il misto con un’agilità imbarazzante.

[rating title=”IN PISTA” value=”8″ layout=”left”] Ultimo sparo verso il curvone, dove la GSX-S 1000 F rivela una stabilità notevole anche forzando l’angolo di piega e aprendo in anticipo il gas. Quasi dimenticavo il traction-control! Settato su 1, il suo intervento è praticamente inesistente e silente, si avverte solo quando il fondo è eccessivamente scivoloso. Togliendolo del tutto, è vero che si rischia abbastanza, ma vuoi mettere i brevi ma intensi traversi in uscita?!

La GSX-S 1000 F ABS è una moto equilibrata e precisa, molto stabile e capace di regalare un feeling enorme già dopo pochissimi metri. Il suo più grande pregio è il sapersi adattare a qualsiasi situazione.

Anche in città si è rivelata un’ottima combattente tra i semafori, per nulla stancante, bisogna però stare attenti tra i veicoli in coda: gli indicatori di direzione anteriori sporgono troppo e si rischia di spezzarli.

Dopo il test su una strada a dir poco eccellente come quella dell’Isola di Man, abbiamo voluto toglierci lo sfizio di testarla in pista, ma il suo habitat naturale rimangono i passi di montagna, preferibilmente stretti e belli tosti, dove la GSX-S 1000 F diventa un’ottima insegnante di felicità!

Pregi & Difetti

Piace

Coppia
Equilibrio generale
Agilità
Posizione di guida
Feeling immediato

Non Piace

Protezione aerodinamica scarsa
Frecce anteriori troppo sporgenti
Leggero on-off ai bassi
Intervento eccessivo dell’ABS sul posteriore

[progressbar title=”VOTO FINALE” percentage=”no” value=”8″]

Nella pagina successiva, le caratteristiche tecniche

Suzuki GSX-S 1000 F ABS: le caratteristiche tecniche

Motore: 4 cilindri in linea raffreddato a liquido
Distribuzione: 4 valvole per cilindro, bialbero in testa
Alesaggio x corsa: 73,4 mm x 59 mm
Cilindrata: 999 cm
Compressione: 12,2 : 1
Potenza: 146 CV @ 10.500 rpm
Coppia: 10,5 kgm @ 9.500 rpm
Alimentazione: iniezione
Trasmissione: 6 rapporti
Sospensione anteriore: forcella USD Kayaba con steli da 43 mm di diametro, completamente regolabile
Sospensione posteriore: monoammortizzatore Kayaba con leveraggio progressivo, regolazione precarico ed estensione
Inclinazione cannotto di sterzo/avancorsa: 25°/100 mm
Freno anteriore: doppio disco da 310 mm di diametro
Freno posteriore: disco
Pneumatico anteriore: 120/70ZR17M/C (58W) tubeless
Pneumatico posteriore: 190/50ZR17M/C (73W) tubeless
Dimensioni
Lunghezza: 2.115 mm
Larghezza: 795 mm
Altezza: 1.080 mm
Interasse: 1.460
Altezza da terra: 140 mm
Altezza sella: 815 mm
Peso in o.d.m.: 214 kg
Capacità serbatoio: 17 litri

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