MotoGP, Marc Marquez l'insaziabile: "Sarà molto difficile vincerle tutte"

Il fuoriclasse di Honda Repsol, reduce dalla decima vittoria su dieci gare ad Indianapolis, valuta le sue possibilità di centrare un clamoroso Grande Slam nella MotoGP 2014.

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 12 ago 2014
MotoGP, Marc Marquez l'insaziabile:


Con il trionfo di Indianapolis della scorsa domenica, Marc Marquez è arrivato a 10 vittorie su 10 Gran Premi disputati in questo suo incredibile 2014, riaffermando per l’ennesima volta il suo dominio assoluto ed incontrastato sul Mondiale MotoGP 2014.

Alla fine della stagione mancano ora otto gare, e l’interrogativo principale dell’anno, che fino a poco tempo fa poteva essere “Chi riuscirà (e dove) a battere Marc Marquez?“, sta diventando ora “Riuscirà Marc Marquez a vincere tutte le gare?“. E’ infatti tale la supremazia dimostrata dal 21enne Campione del Mondo sul campionato, ovunque ed in qualunque condizione, che il dubbio riguarda più eventuali suoi errori che l’effettiva possibilità che qualcuno, almeno per una domenica, possa essere effettivamente più forte di lui e della sua Honda RC213V.

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La schiacciante superiorità del binomio Marquez-Honda fa presagire a molti l’alba di una nuova ‘era Doohan‘ – o ‘era Rossi‘ nei suoi anni in Honda, prima che il pesarese decidesse di mollare l’invincibile RC211V per passare sull’allora bistrattata Yamaha M1 – che, vista l’età di Marquez, potrebbe riportare per anni la Premier Class ai tempi in cui si correva solo ‘per il secondo posto‘.

Era stato proprio Mick Doohan l’ultimo pilota ad inanellare 10 successi consecutivi nella classe regina del Motmondiale, nel 1997, e bisogna invece tornare al 1970 per trovare un pilota che abbia vinto le prime 10 gare dell’anno, un certo Giacomo Agostini. Già oggi, più che misurarsi con gli altri piloti in pista, Marquez sembra già impegnato in una competizione a suon di records con i grandissimi del motociclismo, e ci sono ancora anni e anni di carriera davanti a lui. Tanto per dirne un altro facilmente alla sua portata, il record assoluto di vittorie in una stagione è di 12, firmato nel ’97 proprio da ‘Big Mick‘ Doohan…

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Con i discorsi su un suo possibile ‘Grande Slam‘ che diventano sempre più frequenti, lo stesso Marc Marquez – in alcune dichiarazioni raccolte da Crash.net – ha detto la sua sull’eventualità di un clamoroso 18-su-18, che renderebbe ancora più strabiliante la sua breve ma già leggendaria carriera:

“Ogni fine settimana mi dico: “Ok, forse è questo il posto in cui è arrivato il momento di finire secondo o terzo, quì sarà dove mi troverò in difficoltà”, ma in ogni gara mi sento fortissimo. La cosa più importante è che io mi diverta e che il team, come abbiamo visto sul podio [di Indianapolis], si goda ogni vittoria come fosse la prima, mantenendo la motivazione e la concentrazione.”

“Ma sarà molto difficile vincere tutte le gare. Le Yamaha erano molto vicine a noi ad Indianapolis e e adesso arrivano Brno e Silverstone, due piste dove l’anno scorso abbiamo faticato un po’ più del solite e dove Yamaha è forte. Comunque l’obiettivo principale sarà quello di provare a vincere la gara, ovviamente.”

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Il Campione del Mondo è poi tornato anche sulla gara di domenica, in cui ha lasciato che i suoi avversari se le suonassero tra di loro per una decina di giri prima di centrare il doppio sorpasso ‘decisivo su Lorenzo e Rossi:

“La battaglia all’inizio è stata davvero eccitante! La mia partenza, come al solito, non è stata granché e la temperatura della pista era più alta [rispetto alle precedenti sessioni], tanto che era cambiato anche il feeling con l’anteriore. Ho ricevuto alcuni ‘avvertimenti’ dalla moto e quindi ho pensato: “ok, me ne starò tranquillo dietro a Valentino per i primi dieci giri.”

“Ero dietro a Valentino sul rettilineo ma non riuscivo a superarlo con la scia. Per qualche ragione, le Yamaha erano molto forte qui sul rettilineo, e infatti è stato Jorge a passarmi. Alla seconda curva ho provato a ripassare Jorge, ma ho visto che anche Valentino era un po’ largo e così ho pensato: “ok, mi butto dentro!”. Sono finito un po’ largo, ma poi sono tornato sotto alla curva 3 e da lì ho poi condotto la gara. Ho pensato che era quello il momento di spingere perché anche Jorge era davvero molto forte”.

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