Home Benelli 100°: nel 1939 il trionfo al TT. E da lontano si udiva il tuono del cannone

Benelli 100°: nel 1939 il trionfo al TT. E da lontano si udiva il tuono del cannone

Nel centenario della Benelli non si può non ricordare una delle tappe più fulgide della gloriosa Casa pesarese: il trionfo nella 250 al TT inglese del 1939. Quella prestigiosa affermazione era … “maturata” dopo il clamoroso successo del GP delle Nazioni di Monza del settembre 1938 quando le rinnovate monocilindriche quarto di litro della Casa


Nel centenario della Benelli non si può non ricordare una delle tappe più fulgide della gloriosa Casa pesarese: il trionfo nella 250 al TT inglese del 1939. Quella prestigiosa affermazione era … “maturata” dopo il clamoroso successo del GP delle Nazioni di Monza del settembre 1938 quando le rinnovate monocilindriche quarto di litro della Casa del Leoncino fecero cappotto (Soprani primo a oltre 140 kmh di media, Martelli secondo, Rossetti terzo) mandando ko gli squadroni della Moto Guzzi e della Velocette che correva con motori di 350 cc., essendo una corsa promiscua.

Dopo la sconfitta, il primo pilota ufficiale della Casa inglese, Ted Mellors, chiese un incontro ai fratelli Benelli e il giorno successivo era a Pesaro con il presidente, l’Ing. Giovanni e il fratello Domenico, capo della gestione corse. Il pilota chiese e ottenne una Benelli 250 ufficiale per disputare il TT l’anno successivo.

Edward Ambrose (Ted) Mellors aveva 31 anni, pilota atletico, eclettico e di gran temperamento, gran manico sul bagnato, già due volte campione europeo (l’attuale motomondiale), ambiva alla conquista del più prestigioso dei trofei, quello, appunto dell’Isola di Man. Il “Trofeo Alato” era lo stesso obiettivo della Benelli, forte, nel 1938, di una nuova 250, il cui motore 4 T bialbero monocilindrico più volte riveduto e aggiornato spingerà poi, dal 1949, le moto di Dario Ambrosini, di Umberto Masetti, di Silvio Grassetti, di Mike Hailwood, di Geoff Duke, di Dick Dale ecc, fino al debutto vincente (con Grassetti) della quattro cilindri nel 1962.

Nel 1938 il propulsore a cilindro verticale, aveva alesaggio e corsa 65×75 mm = 248,8 cc, potenza attorno ai 28 CV a 9000 giri, cambio Benelli separato a quattro rapporti, scarico monotubo extra lungo con megafono terminale (la moto ha tutt’ora una splendida voce), sospensione posteriore elastica del tipo a ruota guidata (cioè a scorrimento verticale del mozzo con ammortizzatore a pistone), pneumatici di 2,75 x 21” davanti e dietro, peso della moto 125 kg, velocità sui 180 kmh.

A giugno del ’39, dopo una laboriosa messa a punto, su un furgone riverniciato furono sistemate una moto rosso fiammante, un motore sciolto, due casse di ricambi, viveri per … mesi, un paio di materassi. Allora non c’erano le … veline e la spedizione partì da Pesaro alla volta di Douglas forte di … un meccanico e del ds Mimmo Benelli. Con Mellors in fremente attesa sulla banchina di Douglas.

E fu, contro ogni pronostico, il trionfo. Già in prova ci fu l’exploit di Mellors: miglior tempo, con records delle Dkw (350 sovralimentate) e Guzzi (carenate) frantumati. Poi il diluvio nei sette giri della corsa per 425 chilometri infernali, impiegando oltre tre ore e mezzo (3h, 33minuti e 26 secondi!). Mellors guidò con mano d’acciaio in guanto di velluto piegando campioni del calibro di Tenni e Woods (Guzzi) e il favorito Kluge che portò la sua Dkw sovralimentata al secondo posto, ma con un distacco di oltre … quattro minuti.

Tutti si tolsero il cappello di fronte alla moto pesarese e al pilota inglese. In tutto il mondo la stampa fece titoli cubitali e migliaia di telegrammi giunsero nella sede di Viale Mameli. Anche il Duce telefonò. Dopo un avventuroso viaggio di ritorno, a Pesaro fu festa grande, con il rombo della 250 in piazza. Mentre si pregustava un futuro ricco di gloria agonistica e di successi commerciali, da lontano, cupo e sinistro, s’udiva il tuono del cannone.

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