Malaguti verso lo smantellamento della fabbrica
Malaguti si avvia verso lo smaltimento anticipato della fabbrica di Castel San Pietro Terme
La situazione è molto delicata, sopratutto quando ci sono in ballo circa 180 dipendenti ed altrettante famiglie. L’allarme era stato dato ad inizio anno dal segretario Fiom “se Malaguti non trova entro l’anno un acquirente va verso la chiusura dello stabilimento da 180 occupati”. La famiglia proprietaria dell’azienda di Castel San Pietro Terme avrebbe offerto circa 30mila euro per ogni lavoratore nel caso la fabbrica non riapra al termine della cassa integrazione, disposta fino ad ottobre. Per loro, scaduta la cassa integrazione straordinaria, scatterà la mobilità.
L’operazione di dimagrimento, disposta dai tre fratelli Antonino, Marco e Learco Malaguti, che hanno masso sul piatto gli ultimi 5 milioni di euro – come riportava Repubblica ad inizio mese – nella speranza di trovare un acquirente, fondamentale per la vita e rinascita del marchio bolognese. Malaguti, al pari di Moto Morini è alla ricerca disperata di un compratore, pena la scomparsa di un altro marchio leggendario italiano. Purtroppo anche le ultime voci circa potenziali acquirenti sono risultate infondate.
Come è noto l’azienda è ferma da aprile e da quanto apprendiamo oggi da IlFattoQuotidiano è iniziato lo smantellamento della produzione con l’interruzione delle linee e la vendita delle attrezzature.
“C’erano stati – afferma Giuliana Righi della Fiom/Cgil di Bologna al FQ Emilia Romagna – tre contatti per la possibile vendita dell’azienda, poi successivamente tutti saltati. Si tratta sicuramente di un’azienda storica ma che ha avuto un calo del fatturato importante negli ultimi anni e che lamenta il fatto di non essere più competitiva dal punto di vista dei prezzi. Di fronte a situazioni del genere è difficile capire perché non si concretizzino le manifestazioni di interesse all’acquisto. Difficile capire se siano state fatte delle offerte, poi giudicate insufficienti dalla famiglia Malaguti.”