Home MOTO GUZZI, 93 anni (non solo) di grandi ricordi

MOTO GUZZI, 93 anni (non solo) di grandi ricordi

Oggi ricorre il 93esimo anniversario della fondazione della Moto Guzzi, una delle Case motociclistiche più prestigiose, eccellenza del Made in Italy, per anni le moto da battere sui circuiti di tutto il mondo.

Pochi ricordano che il simbolo della Moto Guzzi, l’aquila, fu un omaggio di Carlo Guzzi e Giorgio Parodi a Giovanni Ravelli, un loro amico caduto nei cieli d’Italia. L’uccello dal portamento maestoso e ardito diventò l’insegna, vera e propria bandiera, della gloriosa Casa di Mandello, per decenni – lo ribadiamo – simbolo nel mondo dell’Italia delle sfide vincenti.

L’intenso programma di festeggiamenti che oggi richiama migliaia di aficionados di ogni nazione attorno alle officine incastonate nelle montagne delle Grigne è stato già ampiamente illustrato ieri da Motoblog.

Quella Marca così importante per avere realizzato moto da corsa e da strada di insuperabile genialità era nata dall’idea di Guzzi, Parodi e, appunto, Giovanni Ravelli, purtroppo perito anzitempo per un incidente in aereo e quindi non potè vedere l’avvio dell’azienda sorta nel 1921 con un capitale sociale di duemila lire “prestate” dal padre di Parodi.

“L’aquila dalle ali spiegate – scriveva il compianto e grande giornalista imolese Ezio Pirazzini – che per lunghi anni aveva fregiato l’uniforme dei piloti aviatori d’Italia, fu scelta come simbolo, proprio in memoria del compagno caduto”.

Questa la storia iniziale dell’industria che ha reso famoso Mandello sul lago di Como, il resto è scritto negli albi d’oro del motociclismo italiano e internazionale con un bilancio straordinario di oltre tremila vittorie, a cominciare dal prima indimenticabile trionfo del 25 settembre 1921 quando Mario Finzi conquistò la Targa Florio.

Nel 1949, è stato Bruno Ruffo a conquistare per la grande Casa lariana la prima stella iridata (classe 250) nel firmamento del campionato del Mondo. La Moto Guzzi (3329 vittorie, 14 titoli mondiali, 11 vittorie al Tourist Trophy) non è certo stata una meteora, con i suoi 36 anni in pista ufficialmente da protagonista assoluta.

Ma il vuoto lasciato con l’abbandono del 1957 ha privato il motociclismo della Casa italiana più significativa per sforzo e organizzazione sportiva e per le intuizioni e realizzazioni tecnologiche culminate con un capolavoro inarrivabile, la 500 GP 4 tempi 8 cilindri. Senza la Guzzi le corse sono state un’altra cosa.

Si spera sempre in un grande “ritorno”, delle aquile di Mandello. E, come si sa, la speranza è l’ultima a morire.

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