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Northern Cafe Racers BMW R90/6

Come riportare in vita una BMW R90/6 del 1974. In questo caso domina lo stile cafe racer, la trasformazione è stata eseguita da Northern Cafe Racers, officina che sorge in una nazione molto lontana e fredda ma non per questo meno attraente dal punto di vista motociclistico.


The Last Frontier, l’ultima frontiera, così è conosciuto anche il 49° Stato dell’America, oltre che il più grande di tutta la federazione: l’Alaska. Un Paese certo poco “Biker friendly” viste le temperature medie dell’anno, che per almeno sei mesi restano sotto lo zero.

C’è però da dire che nei mesi estivi l’Alaska è discretamente popolato da un buon numero di moto: le strade sono magnifiche e le temperature sono più o meno le stesse che da noi si trovano a marzo/aprile, con una media di 15 gradi a luglio nella zona sud-occidentale, dove sorge anche Northern Cafe Racers, una piccola officina gestita da Erik Christensen con alcuni amici . In questa zona più mite dell’Alaska a dire il vero si vedono più che altro grosse touring, molte custom e qualche enduro ma sembra che anche il fenomeno della cafe racer stia per prendere piede.

Partendo da una vecchia BMW R90/6 del 1974 Erik e i suoi soci hanno costruito, in attesa di utilizzarla durante la bella stagione, la loro prima moto che molto probabilmente è anche il primo cafe racer costruito in Alaska. Erik da sempre ha una certa affinità con i boxer bavaresi, forse anche a causa della sua passione per gli aerei.

Così inizia a cercarne una e la trova nell’aprile di quest’anno. La moto appartiene a un tizio che guarda caso porta un nome tedesco e guarda caso suo padre era stato il dealer BMW della zona. Il suo garage è infatti affollato di ogni genere di cimelio “bavarese” di diverse epoche, compresa anche una R27 dei primi anni Sessanta

Questa R90/6 del ‘74 a dire il vero è stata “accessoriata” con una carenatura dal design alquanto discutibile e da una sella doppia in stile poltrona del nonno, oltre che da borse e portapacchi, ma Erik sa già che quei pezzi saranno i primi a essere eliminati. Durante la trattativa Erik fa amicizia anche con la famiglia del proprietario, che scopre infatti essere di origine tedesca.

Il capofamiglia non sembra approvare troppo le intenzioni di Erik, convinto più che mai a violare la sacralità del bicilindrico boxer, ma alla fine si convince. Dunque Erik si porta a casa questo pezzo di ingegneria tedesca in primavera, intenzionato a guidarla nelle sue condizioni originarie per tutta l’estate prima di customizzarla. Ogni volta che la guidava però si rendeva conto che quel mezzo necessitava di un bel lifting.

Il tema scelto da Eirk è “New Vintage”, espresso dalla colorazione in verde pastello e panna, ispirata agli anni Sessanta, mentre il pinstriping marrone viene effettuato da Perry Cowles di Perry’s Rod & Custom, con sede a Wasilla, che è anche l’ideatore del particolare portatarga montato sul mozzo (sembra incredibile ma negli States la posizione di quella targa è perfettamente legale), con relativa luce a LED. Prima però tutto il telaio e le ruote vengono verniciati a polvere o a pallinatura, mentre vengono sostituiti tutti i cuscinetti e le guarnizioni.

Già che la moto è smontata si provvede anche a rifare la frizione, sostituire i carburatori con una coppia di Dell’Orto da 38 mm, rimettere in sesto l’alternatore e sostituire l’accensione con una Nippon Denso. La ciclistica viene invece aggiornata con un doppio disco anteriore, mentre il motore subisce un trattamento a base di Cerakote con lo scopo di dargli un aspetto più massiccio con le molteplici striature orizzontali. La sella infine è un pezzo artigianale di Stephen Grill, mentre nel codone viene alloggiata la piccola batteria al litio.

Il ponte di comando è quello che subisce il maggior numero di modifiche. I comandi al manubrio, con clip-on Tarozzi, sono miniaturizzati, di origine giapponese e marchiati Posh, perché quelli usati da BMW all’epoca erano effettivamente enormi. La strumentazione Acewell viene alloggiata sulla piastra superiore firmata da Boxer Metal.

Ora che l’inverno “polare” è iniziato, la BMW starà ferma un bel po’ in garage ma Erik approfitta di questo periodo per effettuare ancora qualche modifica. Nel frattempo ha iniziato un altro progetto su base BMW, per cui almeno per la prossima estate il numero di cafe racer made in Alaska raddoppierà!

foto Bo Ryan Photography

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