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Melandri: “voglio rimanere in Superbike”

Il ravennate tra pochi mesi si troverà senza un manubrio: la MotoGP lo attrae, ma prima vorrebbe vincere in Superbike.

Stagione non facile per Marco Melandri, ex Campione del Mondo in 250 e veterano della MotoGP ora al suo terzo anno in Superbike: il ravennate è ancora in lotta per il titolo, nonostante sia quarto in classifica e sia stato costretto ad alcuni e sfortunati ritiri, inoltre tra pochi mesi si troverà senza un team, dal momento che BMW ha già da tempo annunciato la fine della propria avventura nel Mondiale SBK. Ora il “Macio”, senza perdere la concentrazione sulle gare, deve però anche pensare al proprio futuro: rimanere in Superbike o tornare in MotoGP? La soluzione più probabile, e forse anche la più sensata, è quella di rimanere in SBK, o perlomeno, prima di andarsene di vincere il titolo che già due volte è stato a portata di mano. Inoltre la MotoGP, dove sicuramente non mancano i team che accoglierebbero a braccia aperte un pilota col talento e l’esperienza di Marco, è diventata un club per pochi eletti e su tanti che ad ogni Gran Premio si schierano in pista solo 5 o 6 sanno di poter salire sul podio. Melandri, che è un campione ed è un competitivo per natura, difficilmente potrebbe accettare di tornare in MotoGP senza poter lottare per la vittoria e il romagnolo, schietto come sempre, ha recentemente confermato queste supposizioni:

“Adesso voglio ancora guardarmi un po’ in giro e capire. Il mio obiettivo è cercare di trovare una buona sistemazione e magari provare a vincere in Sbk il prossimo anno, poi quando magari i regolamenti saranno un po’ più delineati, sia in MotoGP, sia in Superbike, cercherò di capire dove andrò. In MotoGP vorrei tornare. Ci sarebbe la voglia se ci fosse la possibilità di lottare per vincere. Ma purtroppo, a parte le due Honda e le due Yamaha, le altre moto sono solo di contorno. Per me è più importante lottare per vincere che stare a fare da contorno.”

Inoltre il rapporto di Melandri con la MotoGP è stato molto travagliato e c’è voluto il biennio nero di Valentino Rossi alla Ducati per dimostrare che non era il ravennate ad andar lento ma la moto ad avere dei problemi. La Ducati lo mandava dallo psicologo, aveva dichiarato tempo fa il pilota, che dopo il terribile anno a Borgo Panigale nel 2008, dove arrivò solo 17° in classifica raccogliendo un 5° posto come miglior piazzamento, fu bollato come un “perdente” e perse, probabilmente ingiustamente, la stima di tanti ducatisti. Poi, dal 2010 la nuova avventura in Superbike, dove Marco è tornato a vincere e ad essere sempre in lotta per i gradini del podio: un ritorno in MotoGP sarebbe anche auspicabile, ma con un titolo SBK in tasca sarebbe meglio…

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