L’intramontabile Ural si fa più off-road con la versione ST
Un marchio storico come Ural merita uno spazietto riservato nei cuori di tutti i motociclisti. La storia di questo marchio parte dal 1940, quando l’Unione Sovietica acquistò i progetti della BMW R71 Sidecar e produsse la M-72 marchiata IMZ-Ural, nel 1941. Da quel giorno, la produzione di queste moto non si è più fermata, nè
Un marchio storico come Ural merita uno spazietto riservato nei cuori di tutti i motociclisti. La storia di questo marchio parte dal 1940, quando l’Unione Sovietica acquistò i progetti della BMW R71 Sidecar e produsse la M-72 marchiata IMZ-Ural, nel 1941. Da quel giorno, la produzione di queste moto non si è più fermata, nè tantomeno evoluta in maniera importante.
Le care vecchie bicilindriche boxer, sono sul mercato con la stessa unità propulsiva, lo stesso telaio e lo stesso carattere di 60 anni fa: la Ural ST incarna l’ultima evoluzione di un progetto immortale, con un occhio di riguardo alle caratteristiche off-road del mezzo. Gomme semitassellate (che ovviamente sono distinte nelle versioni normale e sidecar) e nuove colorazioni sono l’unico cambiamento.
Le livree disponibili sono rosso, nero, verde o sabbia, ovviamente tutti con tonalità opache e e vagamente militari. Disponibile come optional, una sella doppia, molto comoda, per il vostro compagno comunista, e un piccolo cupolino, che nelle tempeste di neve della steppa fa sempre comodo.