Home Il canguro Carruthers: “tester” iridato nel ’69…

Il canguro Carruthers: “tester” iridato nel ’69…

Tiene banco, con relative conferme e smentite (che confermano), la notizia che Max Biaggi e Troy Bayliss proveranno presto la Ducati Gp8 per cercare di trovare il bandolo della matassa alle sopravvenute difficoltà della Desmosedici, in crisi con Melandri e i “privati” Elias e Guintoli ma non totalmente in palla nemmeno con l’iridato Stoner. E


Tiene banco, con relative conferme e smentite (che confermano), la notizia che Max Biaggi e Troy Bayliss proveranno presto la Ducati Gp8 per cercare di trovare il bandolo della matassa alle sopravvenute difficoltà della Desmosedici, in crisi con Melandri e i “privati” Elias e Guintoli ma non totalmente in palla nemmeno con l’iridato Stoner.

E giù polemiche. Ma la storia si ripete. Altre volte, con le dovute differenze, è successo quel che adesso sta per succedere. Fra i tanti esempi, “amarcord” si porta al motomondiale 1969. La Benelli si prepara con grande impegno e fiducia all’attacco nella 350 contro le Mv Agusta di Agostini e nella 250 contro le Marche giapponesi, spagnole, tedesche.

Anche perché la Casa pesarese esce trionfalmente con Renzo Pasolini dalla Mototemporada primaverile, un vero e proprio precampionato iridato. Ma l’avvio iridato è disastroso. Nell’ouverture di Jarama, Pasolini incappa in due cadute nella 250. L’occhialuto riminese si ripete (con frattura della clavicola) ad Hockenheim. Per cui la Benelli a Le Mans ricorre a Walter Villa e a Eugenio Lazzarini non tirando fuori il classico ragno dal buco.

In piena crisi, la Benelli chiama l’australiano Kelvin Carruthers per una seduta di prove sul circuito di Modena. Il test è confortante. Tanto da convincere la Casa del “ leoncino” a tentare l’avventura del celeberrimo e durissimo Tourist Trophy. Addirittura affida un’altra “quattro cilindri” all’inglese Phil Read. E fu l’apoteosi.

Kelvin  Carruthers

Sfortunato Read, costretto a cedere il secondo posto sul finale per un banale guasto elettrico al bolide grigio-verde. Invece l’australiano trionfa. Parte subito a razzo e tiene la testa per l’intera corsa tagliando il traguardo (nuovo record 250 del TT) con un vantaggio di …3’24” (sì avete letto bene, 3 minuti e 24 secondi su una corsa di oltre 200 km!) sul canadese Frank Perris (Yamaha) e quasi 5’ (5 minuti!) sulla rivelazione spagnola Santiago Herrero, leader della classifica iridata con la rivoluzionaria monocilindrica iberica a due tempi Hossa.

Un vero e proprio exploit che concede il tris alla Benelli (già trionfatrice all’isola di Man nel 1939 con l’inglese Mellors e nel 1950 con Dario Ambrosini) e apre la strada per il titolo di campione del Mondo della quarto di litro 1969 che giungerà a fine stagione nell’ultima gara jugoslava di Abbazia. Nel 1969 un “tester” d’eccezione diventò campione del Mondo. Ma non fu sempre così. Ma queste sono altre storie…

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