Amarcord: Suzuki DR750S e 800S Big

Con i suoi 772 cc, poi diventati 779, il Suzuki DR Big aveva il più grosso monocilindrico di serie mai costruito

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 20 mar 2013
Amarcord: Suzuki DR750S e 800S Big


Questa settimana la rubrica Amarcord torna a occuparsi di monocilindrici enduro che hanno fatto la storia degli anni Ottanta. Verso la fine di quella decade, quando le enduro imperversavano sulle strade italiane, in un’epoca in cui le monocilindriche on-off avevano raggiunto la cilindrata di 600/650 cc e iniziavano a vedersi le prime bicilindriche 750, Suzuki stupì il mercato presentando, alla fine del 1987, la sua DR750S Big, presto ribattezzata Desert Express, con il suo motore monocilindrico che aveva una cilindrata record di ben 727 cc!

Il suo big mono, alimentato da due carburatori Mikuni da 33 mm e raffreddato con sistema SACS (Suzuki Advanced Cooling System), misurava 105 x 84 mm di alesaggio e corsa, dunque un motore superquadro per evitare di avere una corsa troppo lunga che avrebbe messo in crisi gli organi meccanici girando a oltre 6.500 giri, regime di potenza massima del Big, che si attestava sui 52 CV, con una coppia di 55 Nm a 5.600 giri, per una velocità massima di 170 km/h. Queste prestazioni, o meglio gli alti regimi, erano possibili proprio grazie alla corsa corta del motore.

Tanto per fare un paragone in casa, il motore del DR600 misurava 94 mm di alesaggio e 85 mm di corsa, mentre le misure vitali di quello dei primi DR650 (R Djebel, RS ed RSE) erano invece 95×90,4, successivamente passati a 100×82 sui modelli SE dal ’96 in poi, segno che il corsa corta del Big aveva fatto scuola in casa Suzuki. Il motore era inoltre dotato di doppia accensione e di due alberi ausiliari di equilibratura comandati per mezzo di una catena, per smorzare le elevate vibrazioni che produceva, ed era abbinato a un cambio a 5 rapporti.

L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
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L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
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L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia

A livello ciclistico la Big aveva una forcella da 38 mm con escursione di 240 mm, monoammortizzatore posteriore con escursione da 220 mm, cerchi da 21 e 17 pollici con pneumatici 90/90 davanti e 130/80 dietro. I freni erano un disco anteriore da ben 280 mm, mentre dietro c’era ancora un tamburo da 160 mm.

Il peso a secco dichiarato era di 175 kg, che salivano a oltre 190 in ordine di marcia, visto anche il maxi serbatoio da 29 litri, che consentiva autonomie da record (circa 450 km, visto il consumo di 16 km/l), anche se la svasature non erano l’ideale per chi aveva le gambe molto lunghe, problema che affliggeva anche le prime Honda Africa Twin RD03 e 04 e i Dominator fino al ’92. Anche dal punto di vista estetico il Big stupì il pubblico per quel caratteristico becco anteriore, che di lì a poco venne utilizzato su numerose altre moto e a quanto pare ancora oggi non è passato di moda.

Nel 1990 Suzuki andò oltre presentandosi con il DR800S Big dalla cilindrata 800 (effettiva 779 cc). Stranamente venne aumentata la corsa, che passò da 84 a 90 mm, anche se a dire il vero un alesaggio di 105 mm era anch’esso già un limite, se non altro per motivi di ingombri. Nella storia del motociclismo infatti il primo motore con alesaggio maggiore (107 mm) comparve solo in tempi più recenti, realizzato da Moto Morini, con il Corsacorta del suo Corsaro 1200.

L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia

Nel frattempo il Big era stato impiegato con la sigla DR-Z anche per la Parigi-Dakar proprio in configurazione 800 già dal 1988, guidato da Gaston Rahier, che in quell’anno giunse nono. Il motore in versione Dakar sviluppava 67 cavalli, mentre l’800 stradale “solo” 54, a 6.600 giri, con una coppia massima incrementata fino a 62 Nm a 5.400 giri.

Ciclisticamente ed esteticamente l’800 rimase però praticamente immutato, se si esclude l’adozione del disco posteriore da 220 mm, già montato sul 750 Model Year 89. L’anno seguente invece subì anche un restyling: la capacità del serbatoio venne ridotta di 5 litri, passando da 29 a 24 ed eliminando i problemi di abitabilità per i più lunghi, il disco anteriore venne sostituito con uno da 300 mm, gli scarichi divennero due, venne migliorato l’avviamento elettrico, la sella, la cui altezza rimase di 876 mm, era più ampia e anche le sospensioni vennero riviste, oltre ovviamente all’estetica generale e alla strumentazione ridisegnata.

Negli anni seguenti il Big guadagnò solo delle nuove grafiche. La produzione del Big terminò definitivamente nel 1997. Da allora nessun’altra azienda osò tanto su un monocilindrico.

L’enduro Suzuki con il monocilindrico più grande della storia
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