Honda sta resuscitando il motore V4: avremo una nuova Superbike?
I brevetti Honda delineano un V4 rivisto: passaggi olio ridotti, serbatoi interni, raffreddamento tra le bancate e trasmissione a catena per una piattaforma più sportiva.
Dopo anni di attesa e speculazioni, Honda sembra pronta a scrivere un nuovo capitolo nella storia delle due ruote ad alte prestazioni. I brevetti recentemente depositati dalla casa giapponese raccontano di una strategia ben definita: riportare il V4 sulle moto sportive di punta, ma con un approccio tecnico completamente rinnovato. L’obiettivo? Unire tradizione e innovazione per realizzare un motore V4 più leggero, efficiente e facilmente producibile, senza sacrificare la robustezza e le prestazioni che da sempre contraddistinguono il marchio dell’ala dorata.
Un nuovo disegno tecnico per il motore V4
L’analisi dei documenti tecnici svela la direzione intrapresa da Honda: ridurre la complessità costruttiva e puntare sulla praticità. I circuiti di lubrificazione sono stati radicalmente ripensati, accorciati e integrati nei carter motore, con piccoli serbatoi interni dedicati all’alimentazione di statore, motorino d’avviamento, pompa acqua e frizione. Questa soluzione consente di ottenere un gruppo motore più compatto, riducendo i punti critici soggetti a perdite o usura e garantendo una maggiore affidabilità nel tempo.
Anche la struttura generale del propulsore subisce un’evoluzione: il fissaggio della testata al basamento segue ora una logica modulare. Questa scelta permette di velocizzare le lavorazioni meccaniche e l’assemblaggio, offrendo vantaggi sia in termini di costi sia di peso finale. L’obiettivo dichiarato è chiaro: rendere il motore V4 un elemento centrale nelle future sportive, con un occhio di riguardo alla semplicità e alla razionalizzazione dei processi produttivi.
Gestione termica intelligente e durabilità superiore
Uno degli aspetti più innovativi emersi dai brevetti riguarda la gestione del raffreddamento. I condotti sono stati progettati per attraversare le bancate, concentrando il flusso sulle cilindrate posteriori, storicamente più sollecitate dal punto di vista termico. Questo sistema consente di mantenere temperature più uniformi, permettendo l’adozione di tolleranze meccaniche più precise e assicurando una maggiore durabilità, soprattutto durante i lunghi stint ad alti regimi, tipici dell’utilizzo sportivo.
Il risultato è un propulsore che non solo si distingue per compattezza e leggerezza, ma che punta anche a una resistenza superiore alle sollecitazioni termiche, garantendo performance costanti e affidabilità nel tempo.
L’anima della risposta ai gas
La scelta tecnica più interessante riguarda il ritorno alla configurazione a 90 gradi, con pistoni equidistanti e un albero di bilanciamento dedicato. Questa soluzione si discosta dalle configurazioni “big bang” più radicali adottate da alcuni competitor, privilegiando un’erogazione fluida e progressiva. In altre parole, Honda vuole differenziarsi puntando sul carattere meccanico del suo propulsore, più che sulla sola spettacolarità acustica.
L’ordine di accensione scelto, abbinato all’albero di bilanciamento a 90 gradi, mira a garantire una risposta ai comandi del gas sempre prevedibile e gestibile, ideale per chi cerca la massima precisione nella guida sportiva. Questa filosofia tecnica promette di offrire una nuova interpretazione del piacere di guida su due ruote.
Trasmissione a catena e vocazione sportiva
Non meno significativa è la scelta della trasmissione a catena, soluzione che orienta fin da subito il nuovo motore V4 verso un impiego prettamente sportivo. L’assenza di predisposizioni per configurazioni tourer, infatti, sembra escludere l’utilizzo su modelli da viaggio a lungo raggio, rafforzando l’idea che il futuro di questo progetto sia legato a moto ad alte prestazioni, dove la leggerezza e la reattività della trasmissione sono fattori determinanti.