Stoner: "Ho ancora molto da offrire alla MotoGP"
L'australiano promuove la scelta di Miller in Ducati e riflette sulla sua carriera: "Non so se avrei vinto un altro titolo, nessuno lo saprà mai"
Casey Stoner è stato certamente uno dei talenti naturali più cristallini saliti alla ribalta della MotoGP negli ultimi decenni, un fuoriclasse che ha lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo sportivo prima di ritirarsi a soli 27 anni, a fine 2012, giusto alla vigilia dell’esplosione del fenomeno Marc Marquez.
Dopo aver collezionato 2 titoli iridati e 38 vittorie in Premier Class, Stoner disse addio alle corse a due ruote per cimentarsi prima nelle quattro – partecipando ai nei campionati nazionali australiani a ruote coperte – e tornare poi di nuovo nell’orbita della MotoGP in qualità di test-rider, prima con Honda e poi con Ducati (le case con cui aveva vinto i suoi due titoli, rispettivamente nel 2011 e 2007).
L’accordo con la casa di Borgo Panigale è poi arrivato a scadenza nel 2018 senza essere rinnovato, con Stoner che in seguito ha confessato di soffrire ancora dei noti problemi di “affaticamento cronico” che avevano afflitto in modo particolare l’ultima parte della sua carriera agonistica.
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Ospite dell’ex-pilota e connazionale Chris Vermeulen in una recente diretta in streaming, Stoner si è spinto ulteriormente nei dettagli sui motivi che gli hanno fatto lasciare le posizioni di tester in MotoGP, troncando così ogni suo coinvolgimento formale con il paddock del Motomondiale:
“Come noto, ho avuto un certo ruolo lì in Ducati [come tester]. All’inizio ci avevo provato con la Honda, ma in un certo senso ho dovuto far posto al “rampante giovanotto” in ascesa, che non mi voleva in giro… [ride]”
“Quindi ci ho provato anche con Ducati, ma alla fine non siamo riusciti a trovare un accordo soddisfacente sui termini dell’impegno, su cose del genere. Anche per questo ho dovuto abbandonare quel ruolo, ma davvero non mi sembrava di poter dare alla squadra quello che volevo.”