MotoGP: Honda-Marquez, avanti così fino al 2024. E adesso?
Marquez-Honda, chi li ferma fino al 2024? E il rinnovo Dovi-Ducati?
Nel motociclismo, o anche nel motociclismo, vale la regola che “cavallo che vince non si cambia” e poi, se le vittorie si moltiplicano, il sodalizio si rafforza con contratti rafforzati e di più lunga durata. La notizia della firma del contratto fra Honda e Marquez è una non notizia, perché lo sbocco era scontato. Può, caso mai, fare riflettere la durata perché in effetti quattro anni sono un tempo anomalo nel motociclismo, uno sport rischioso e con evoluzioni tecnico-agonistiche poco prevedibili. Il fatto è che Honda ha fatto quel che doveva fare e Marquez ha fatto quel che voleva fare. La Casa number one con il pilota number one. Fine della storia. Anzi, fine della commedia. Che così Marquez, a differenza di Rossi (e di altri piloti), vincerà con una moto di una sola Marca può interessare chi, anche con questa conferma, resta con le pive nel sacco. Idem per chi crede che Marquez ha firmato per quattro anni con Honda per agganciare e superare i titoli del 9 volte campione del mondo pesarese. A Marquez, come alla Honda, esattamente come a tutti gli altri piloti e a tutte le altre Case, interessa solo un obiettivo: vincere. Se vincendo si battono i record – i record non di qualcuno ma quelli scritti nel librone d’oro del Motomondiale – tanto meglio: è solo conseguenza delle vittorie in gara e in campionato. Il resto, tutto il resto, è fuffa.
Così Honda si lega al cappio di Marquez, cioè diventa schiava del suo pilota? Fuffa anche questa. Se il sodalizio funziona, tiene, e fa bene Honda ad allargare i cordoni della borsa pagando profumatamente il suo pupillo, forse oltre i 15 milioni di euro a stagione, più premi e sponsor personali. Vale la regola del do ut des: se vali, cioè se vinci, giusto che ti paghi. Se dovesse incepparsi e non funzionare più, la Casa (in questo caso la Honda) ha sempre il coltello dalla parte del manico e può agire di conseguenza. E’già successo altre volte, addirittura con un campionissimo qual era Mike Hailwood… “usato” da MV Agusta e da Honda in funzione dei loro interessi di Marca. Di doman non c’è certezza e nessuno sa come sarà questo mondiale e come saranno quelli successivi anche se, per adesso, il favorito della MotoGP resta il binomio Marquez-Honda. Con Yamaha prima e Honda poi, a posto, e con la prossima conferma in Suzuki di Rins e Mir, il mercato piloti si assesta in attesa di prendere le misure a tutti gli altri dopo la prima parte di stagione. Chi non si dimostra competitivo rischia di pagare pegno, restando senza sella o con una sella di secondo, terzo livello. Riguarda tutti, escluso i sei piloti ufficiali di Yamaha (Vinales, Quartararo), Honda (fratelli Marquez), Suzuki (Rins e Mir). Tutti sono a rischio. Tutti. E il rinnovo Dovi-Ducati? A Borgo Panigale forse è il caso di una riflessione autocritica. La questione piloti resta aperta: una patata bollente che rischia di imbrigliare il potenziale della Rossa.