ACI: SS 001 Aurelia, GRA e SS 145 Sorrentina le strade più pericolose per le due ruote
Lo studio condotto dall’ACI ha analizzato 37.228 incidenti (di cui 1.166 mortali), 1.344 decessi e 59.853 feriti, avvenuti sui 55.000 chilometri di strade delle principali reti Italiane, tirandone fuori i dati che stiamo analizzando oggi.
Oggi non si parla dell’ultima supersportiva presentata o della tuta in pelle dotata di airbag. Oggi si parla di incidenti, perché è nostro dovere informarvi, mettervi in guardia dai pericoli che ogni giorno affrontiamo, insomma, vogliamo smuovere le coscienze.
Lo studio condotto dall’ACI (Automobile Club d’Italia), denominato “Localizzazione degli incidenti stradali 2018”, ha analizzato 37.228 incidenti (di cui 1.166 mortali), 1.344 decessi e 59.853 feriti, avvenuti sui 55.000 chilometri di strade delle principali reti italiane, tirandone fuori i dati che stiamo analizzando oggi.
Secondo quanto rilasciato dall’ACI, su 100 incidenti, 76 avvengono nei centri abitati, 6 in autostrada e 18 su strade extraurbane. Quello che ci consola è che nei centri abitati sono diminuiti sia gli incidenti che i morti (-2,7% e -4,2%), mentre sulle autostrade il numero degli incidenti rimane stabile, ma aumenta il numero di morti. Numero legato alle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova. Sulle strade extraurbane, infine, il numero di incidenti sembra essere aumentato, ma il numero dei morti rimane invariato (+4% e -0,7%).
Dagli stessi dati emerge che i mezzi per il trasporto delle merci, che siano autocarri leggeri (o pesanti), autotreni o autoarticolati, sono coinvolti nel 31% degli incidenti autostradali, che è venerdì il giorno più critico, in cui si verificano circa il 15,4% degli incidenti (dalle 18 alle 20 le ore più pericolose). E ancora giugno (9,9%) e luglio (10,4%) sono i mesi con il maggior numero di incidenti.
Se prendiamo come riferimento il 2010, gli incidenti sono diminuiti del 19,4%, i morti del 18,2%. Se confrontiamo i dati con quelli del 2017 scopriamo che gli incidenti sono aumentati dell’1,5% (554 in più) e i decessi diminuiti dell’1,6% (22 in meno). Sono le autostrade urbane quelle che fanno registrare una maggiore densità di incidenti: fra le cause sicuramente l’esagerato flusso di veicoli e la diversità dei mezzi circolanti.
Non è un caso che si registrino 12,9 incidenti/km sulla Penetrazione urbana della A24, 12,5 incidenti/km sul Raccordo di Reggio Calabria, 10,3 incidenti/km sulla Tangenziale Nord di Milano (nel tratto in provincia di Monza). Numeri spaventosi se confrontati con la media nazionale che parla di 1,3 incidenti/km.
Per quanto riguarda le extraurbane, che hanno una media di 0,6 incidenti/km, a detenere il record negativo è la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Monza e della Brianza con 9,8 incidenti/km e in provincia di Milano con 7,6 incidenti/km. Segue la SS131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari con 8,6 incidenti/km.
A registrare il maggior numero di decessi sulle strade extraurbane, sono ovviamente gli utenti vulnerabili: il 31% è ciclista, motociclista o pedone. Il 20,6% è rappresentato dai motociclisti, il 10,2 dai pedoni e il 3% dai ciclisti. Sul totale delle vittime per modalità di trasporto, i pedoni costituiscono il 22,4% dei decessi totali, i ciclisti il 17,8% e i motociclisti il 34,8%.
Per quanto riguarda i nostri amati veicoli a due ruote (bici comprese) possiamo dirvi che sono coinvolti nel 22% degli incidenti stradali con un indice di mortalità, purtroppo, molto più elevato rispetto a quello delle quattro ruote: si parla di 3,6 morti ogni 100 veicoli coinvolti, contro l’1,3 delle auto. Le strade più pericolose per le due ruote sono la SS 001 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 145 Sorrentina (provincia di Napoli), la SS 249 Gardesana Orientale (in provincia di Verona) e la SS 114 orientale Sicula (in provincia di Messina).
Ci sono, però, dei miglioramenti registrati negli rispetto al 2018: gli incidenti sono sensibilmente diminuiti sulla SS 7 quater Domiziana, sulla SS 69 di Val d’Arno, sulla SS 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, sulla SS 222 Chiantigiana, sulla SS 229 del Lago d’Orta, sulla SS 513 di Val d’Enza e sul Raccordo Tangenziale Nord Città di Bologna (Casalecchio-Aeroporto-San Lazzaro).