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SBK Phillip Island, la musica è cambiata: assolo di Bautista-Ducati

L’attesissimo debutto dell’inedito binomio Bautista-Ducati V4 ha confermato le aspettative della vigilia con una marcia trionfale che ha tolto ogni velleità agli avversari…

Veni, vidi, vici: questo il messaggio del 34enne spagnolo Alvaro Bautista che al suo debutto iridato in SBK con la inedita Ducati V4 ha messo tutti ko ipotecando le prossime due gare di domani e, senza svolte, addirittura il mondiale SBK 2019.

Chi, in questa prima gara del mondiale a Phillip Island si aspettava un capovolgimento di valori rispetto agli ultimi anni può essere soddisfatto. Infatti, l’attesissimo debutto dell’inedito binomio BautistaDucati V4 ha confermato le aspettative della vigilia con una marcia trionfale che ha tolto ogni velleità agli avversari, compreso il dominatore degli ultimi quattro mondiali, Jonathan Rea, il vero sconfitto.

Chi, invece, pensava a una SBK 2019 senza più un dominatore e con una battaglia alla baionetta per la vittoria fra più contendenti non può che rimanere deluso per la netta superiorità di BautistaDucati, in testa solitario dal verde del semaforo allo start alla bandiera a scacchi.

Ben 15 secondi (14,983 per l’esattezza) – il gap poteva essere ancora maggiore se il battistrada non avesse rallentato sul finale – dividono alla fine Bautista dal secondo classificato Rea, cui non è rimasto, oltre al rospo nel gozzo, che contenere la sconfitta, al limite della debacle.

SBK Phillip Island, la musica è cambiata: assolo di Bautista-Ducati

17 secondi (16.934) è il gap del ritrovato Melandri, ottimo terzo di forza, capace di guadagnarsi il podio dopo un bel duello con i due compagni di marca (Yamaha) Lowes (+16.984) e Van Der Mark (+ 19.179). Dal sesto in poi i distacchi superano i 20 secondi: 6° Razgatliuglu (Kawasaki) +21,203, 7° Sykes (Bmw) +21.488, 8° Cortese (Yamaha) + 23,018, 9° Rinaldi (Ducati) +25.580, 10° lo spento gallese Davies (Ducati) + 27.124, 11° Torres (Kawasaki) +28,214, 12° Laverty (Ducati) +30.055, 13° Reiterberger (Bmw) +31.859, 14° Mercado (Kawasaki) + 34.793, 15° Haslam (Kawaski) + 41.009 caduto a metà gara quand’era secondo in bagarre con il compagno di squadra Rea.

Sotto le previsioni le nuove Honda con Kiyonari 16° (+45.523), Camier out per caduta poco dopo metà gara, doppiato il rookie Del Bianco. Una griglia con 19 piloti al via, distacchi che riportano quasi ai tempi degli assoli di Agostini-Mv Agusta nella 500, un campionato che riparte cambiando la “lepre” (Bautista-Ducati al posto di Rea-Kawasaki) ma con le due solite Marche (Ducati e Kawasaki) a contendersi – si fa per dire – il primato, con Yamaha potenzialmente terzo incomodo e con le nuove “ufficiali” Bmw (moto gran telaio ma motore a corto di potenza, una ventina di Kmh in meno in velocità!) e Honda (buona base ma acerba) – pur diverse fra loro nel livello di competitività – ancora … grezze e bisognose di sviluppo.

Dunque: Bautista, debuttante in SBK dopo le stagioni altalenanti in MotoGP e dopo la sua ultima vittoria in 250 nel 2009, ha fatto la differenza di “manico” con la nuova Ducati V4 super, ma solo con lui, visti i risultati di Davies&C. Ciò apre (o riapre) interrogativi vecchi e nuovi sui regolamenti tecnici (per lo più farlocchi) imposti da Dorna-Fim per livellare le moto in funzione di quello show che però stenta ad arrivare.

Si mette anche in discussione il “livello” dei piloti SBK, oggi quanto meno ridimensionati dalla “prepotenza” di Bautista. Rea resta Rea ma l’incantesimo si è rotto: il nordirlandese, vista la partenza a razzo di Bautista e il passo sul giro da marziano, non ha neppure tentato l’aggancio iniziale.

E’ anzi apparso disarmato, privo di capacità di reazione, forse anche “scocciato” dall’incessante azione di disturbo di Haslam, poi a terra. Rea, sul piano dei numeri in classifica, ha limitato i danni, ma senza una pronta risposta (già da domani?) potrebbe trovarsi nei panni – per lui inusuali – dello sconfitto. Domani di nuovo in pista fra conferme e voglia di rivincite.

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