Home Sepang Moto3: Martin, Bez, Diggia. L’ora della verità

Sepang Moto3: Martin, Bez, Diggia. L’ora della verità

Dodici punti dividono in classifica Jorge Martin (215) da Marco Bezzecchi (213), con Fabio Di Giannantonio (195), outsider di lusso…

Sempre più infuocata in pista per gare-trenino-show, la Moto3 si presenta al termine del “triplete” nel penultimo round stagionale di Kuala Lumpur con ancora tre piloti in lizza per il titolo mondiale. Dodici punti dividono in classifica Jorge Martin (215) da Marco Bezzecchi (213), con Fabio Di Giannantonio (195), outsider di lusso, nel ruolo di chi, fra i due contendenti, può essere il terzo a godere.

A Sepang chi sbaglia paga. O, se più aggrada, paga chi è colpito (si spera di no) dalla jella. Fin qui, come noto, è stato un campionato alla baionetta, con i protagonisti principali più volte sugli altari e più volte nella polvere per propri errori o perché travolti da errori altrui. Martin è salito sul gradino più alto del podio sei volte (una volta secondo ecc.) con altrettanti “zero”. Bezzecchi ha vinto “solo” tre volte (più cinque secondi posti ecc.), con sei “zero”.

Di Giannantonio conta due primi posti e due secondi (ecc.), con tre “zero”. Insomma, numeri alla mano, in questa Moto3-motoscontro conta vincere ma conta soprattutto … “stare in piedi” evitando l’onta dei “zero punti”. I tre piloti in testa al campionato sono diversi fra loro, per caratteristiche tecnico-agonistiche, per esperienze, per indole. Al netto della sfortuna – mai dire mai! – vince chi riesce ad equilibrare la forte motivazione che spinge a gare d’attacco oltre il 100% con la lucida freddezza che fa evitare errori che, in questi casi, possono costare il titolo di campione del Mondo.

Sepang Moto3: Martin, Bez, Diggia. L’ora della verità

Si possono fare molte considerazioni ma ci limitiamo a tre in particolare. La prima. Anche a Sepang ci sarà una corsa-trenino con numerosi piloti in lotta per podio e vittoria di gara: chi è fuori dai giochi iridati (cioè tutti meno tre) avrà un occhio … di “riguardo” evitando di inserirsi nel gioco e fare “disastri”? No. La seconda. Già a Motegi Martin ha accusato i piloti dell’Academy (VR46) e più in generale i piloti italiani di averlo messo nel mirino, di fatto ostacolandolo.

Sarà così anche in Malesia? Non è da escludere. La terza. Il vantaggio di Martin sul proprio compagno di squadra Di Giannantonio è di 20 punti (a sua volta il Diggia ha un gap di soli 8 punti nei confronti del Bez): ciò fa scattare gli antipatici ma realistici e opportuni “ordini di scuderia” per indurre il pilota capitolino a una corsa misurata che non ostacoli lo spagnolo ma anzi possa favorirlo? Nessun gioco di squadra, nessun ordine di scuderia pro questo o contro quello. Non certo per non turbare le solite “belle coscienze” della purezza dello sport. Ma perché nel Team di Fausto Gresini i rapporti con il pilota italiano (già con la valigia in mano per il 2019 in Moto2) si sono deteriorati e Diggia farà la sua gara badando esclusivamente (e legittimamente) ai propri interessi.

Sepang Moto3: Martin, Bez, Diggia. L’ora della verità

E la Honda che, stante questa situazione di rivalità fra i due piloti del Team Gresini- rischia di rimetterci le penne (e la faccia) a favore della Ktm (del Bez)? Non muoverà un dito. Ma non è detto, però, che – in caso di sconfitta iridata per beghe interne – non se la leghi al … dito con conseguenze per i malcapitati di turno. Sepang corsa decisiva, dunque, per il titolo Moto3? Nella battaglia di Calatafimi l’eroe dei due mondi tagliò corto: “Qui si fa l’Italia o si muore”. Fatte le dovute proporzioni, qui a Sepang si fa una pagina di storia del nostro sport che iscrive un “giovane leone” (uno solo!) nell’albo d’oro del firmamento del motociclismo mondiale, una spinta per il domani che è già oggi. Bez, hai capito?

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