Moto in montagna: stop in Piemonte dopo sentenza del Tribunale
Una recente sentenza del Tribunale di Torino fa chiarezza: nella regione si potrà guidare la moto solo su sentieri di montagna autorizzati dai Comuni.
Niente più escursioni in moto sui sentieri di montagna non asfaltati del Piemonte: è quanto ha deciso il Tribunale di Torino che, con una recente sentenza, ha ribadito la legittimità della Legge Regionale n. 32/82 che vieta la circolazione in moto (e in generale a motore) su tutti i sentieri della Regione, eccetto quelli espressamente autorizzati dai Comuni.
Da diversi anni questa legge è contestata, poiché appare in contrasto con il Codice della Strada che equipara i sentieri alle normali strade. Per il CdS, infatti, è possibile chiudere un sentiero alle moto solo con l’apposita segnalazione stradale.
Ma, secondo il Tribunale di Torino, non c’è alcun dubbio: la legge regionale mira alla conservazione del patrimonio naturale della Regione Piemonte, un tema su cui l’Assemblea Regionale ha piena potestà legislativa.
Quindi una legge regionale può chiudere tutti i sentieri alla circolazione dei mezzi motorizzati, sia a due che a quattro ruote. Sempre secondo il Tribunale, il divieto non vale (se non è segnalato) sulle piste e le strade forestali.
Festeggiano la vittoria le associazioni ambientaliste: in un comunicato stampa congiunto il CAI di Pinerolo, i circoli Legambiente di Pinerolo e Val Pellice e l’Associazione Le Ciaspole commentano: “Questo non significa che la montagna non sia fruibile anche dagli appassionati di moto. Abbiamo infatti sempre sostenuto che la montagna è di tutti e per tutti, però rispettando le regole indispensabili a garantire la conservazione dei suoi ambienti“.
Secondo le associazioni, quindi, i Comuni dovrebbero “individuare appositi percorsi per gli appassionati di trial o di riproporre quelli già precedentemente autorizzati, purché sostenibili sotto il profilo naturalistico e ambientale“.