CEV, Moto3: a Valencia Fernandez (Ktm) sulla vetta del “Mundialito” davanti a Pagliani. Italiani in affanno
Una Gara 2 caratterizzata da colpi di scena, fermata poco dopo lo start con bandiera rossa per una caduta del vincitore di Gara 1 Sergio Garcia.
La folta pattuglia dei “giovani leoni” italiani non esce dal secondo round del Mondiale Junior Moto3 di Valencia con le bandiere al vento. Tutt’altro. Se non fosse per il bel secondo posto recuperato proprio alla fine di Gara 2 da un attento e deciso Manuel Pagliani, si potrebbe parlare, se non proprio di disfatta, quanto meno di speranze… disattese. Va anche detto che Pagliani, causa una sbiadita 13esima piazza in Gara 1, era retrocesso in classifica generale dal gradino più alto dopo il trionfale debutto del 25 marzo all’Estoril in terza posizione, recuperando infine lo scalino numero due (48 punti) alle spalle del bombardiere Raul Fernandez (58 punti) capace di domare tutti con autorevolezza in Gara 2, dopo aver perso in una volata rocambolesca il podio in Gara1, finendo comunque a un soffio, quarto.
Una Gara 2, ancor più di quella di fine mattinata, caratterizzata da colpi di scena, addirittura fermata poco dopo lo start con bandiera rossa per una paurosa caduta del tonante vincitore di Gara 1 Sergio Garcia con conseguente inevitabile investimento da parte di Yari Montella, nella sua scia. Quindi il lungo stop, la ripartenza, solo 12 giri, nuove bagarre, il solito casino di una turbolentissima Moto3 CEV, corsa ad… eliminazione.
Nessun problema per il missile Fernandez capace di porre in vetta la Ktm che, a differenza del Mondiale Moto3, qui pare non temere il nugolo di Honda, comunque pericolosamente in scia: Pagliani – come detto – 2°, il giapponese Kuni 3° (37), il thailandese Chantra 4° (28) davanti agli spagnoli Garcia (25) e il già citato Viu (24).
A seguire Ktm (con il 7° Perez), Husqvarna (con l’8° Rossi) ecc. Altri italiani, oltre ai già citati: 12° Montella (15), 15° Pizzoli (13), 20° Zannoni (4) primo delle 3 TM, ecc. Insomma, fra speranze disattese o tradite è solo questione di vedere i risultati con l’ottica del bicchiere mezzo pieno o con quella del bicchiere mezzo vuoto.
Se ci agganciamo all’ottimismo dobbiamo apprezzare, quanto meno, i tentativi – veri e propri assalti alla baionetta – compiuti da alcuni dei nostri (in gara 2 su tutti Vietti Ramus o Viu… italiano d’adozione perché in forza al Team Marinelli). Se invece restiamo ancorati alla classifica dobbiamo prendere atto di una situazione tutt’altro che rosea, con gli italiani folti a… fondo classifica.
Infatti in Gara 1, solo il passista Riccardo Rossi è nella top ten (7° ma a oltre 24 secondi dal pimpantissimo trionfatore solitario Sergio Garcia, purtroppo poi ko) seguito da un terzetto di noti “seniores”: 11° Montella, 12° Zannoni, 13° Pagliani con gap assai consistenti, oltre i 25 secondi. Buio pesto per gli altri: 26° Nepa, 28° Cavaliere, 30° Groppi che più incasino (per problemi tecnici ) non si può, 32° Ieraci caduto in Gara 2, 35° Vietti.
Ovvio che ognuno può accampare motivazioni legittime ma altrettanto discutibili per risultati che lasciano l’amaro in bocca. Anche perché trovano conferma (negativa) nel secondo round dove, a parte il bel riscatto del ritrovato Pagliani, la più che buona performance di Pizzoli (6°) e la conferma di Rossi (ancora 7°) entrambi a 4 secondi dietro Chantra e Kuni e davanti a Perez, Riu, Nesbit in un volatone che non finiva più.
Anche qui, però, il mesto elenco con Carraro 25° (gap di oltre 18 secondi), Nepa 28° (oltre 28 sec.), Cavaliere 30° (oltre 31 sec.), Groppi 31° a quasi 50 sec.), Montella 33° a un giro. Una quasi Waterloo. Torneremo presto per una analisi approfondita relativamente ai piloti, alle moto, ai rispettivi Team. Fatto sta che serve una svolta.