Nori Haga: “Tornerei nel mondiale Superbike..se mi chiamassero!”
INTERVISTA: “Corro ancora in Asia, ma sarei pronto a tornare.” sul mondiale Superbike: “Mancano piloti di una volta, ma anche le case”
E’ uno di quei personaggi che hanno decretato la grandezza del mondiale Superbike nel corso della sua storia. Un samurai in grado di coniugare genio e follia, tenacia e ragione, aggressività e pulizia, con quello stile unico che, a distanza di un chilometro, potevi riconoscere. Noriyuki Haga, re senza corona, nella sua storia ha sempre sfiorato la conquista di un campionato mondiale, il più delle volte per fattori esterni unici: basti pensare al titolo perso per l’uso di un farmaco per dimagrire quando correva con la Yamaha R7, o il mondiale sfiorato nel 2007 contro Biaggi e Toseland. Certo, talvolta ha gettato alle ortiche gare o campionati, ma di certo è sempre rimasto nel cuore dei tifosi.
La cartina di tornasole? Il mucchio di persone che stazionava fuori dalla sua tenda una volta conclusa la sua gara in Supersport. Li, fuori dal gazebo del team Yamaha AG Motorsport Italia di Alessandra Gambardella, ragazzi di ieri e di oggi, erano pronti a catturare con una foto questo ragazzo di 42 anni con i capelli biondi come un tempo, in pista tra le 600 con i figli che invece sono impegnati nella Supersport 300. Passione di famiglia, che trasuda proprio dal piacere di Nori a correre ancora oggi.
Senza peli sulla lingua, diretto, schietto in pista – con un best di 1’40.1 in gara – Haga anche a parole non le manda a dire. Sincerità fino al midollo di un uomo che non cerca tattiche ne fuori dalla pista, ne tantomeno in pista, nel bene o nel male. Sarà per questo che ancora oggi è tanto amato ed è il simbolo di una Superbike che fu?
Disquisizioni varie certo, ma Nori, molto semplicemente, non si interessa. A lui piace correre in pista, punto.
“Il fine settimana è andato bene, mi sono divertito molto. L’ultima volta che ho corso qui a Vallelunga è stato il 2008, c’erano tante buche. Al venerdi mattina però, fin dai primi giri la pista mi ha sorpreso con il nuovo asfalto, ora è molto bella e mi sono divertito molto. Certo, sicuramente trovare un setting è stato difficile in soli due giorni, però alla fine abbiamo trovato una strada giusta a livello di setup. Vedremo come andrà al Mugello”
La domanda dunque sorge spontanea: “Corri al Mugello Nori?”
“No che correre, io vado a giocare! Io mi diverto! Peccato per la seconda manche, ho avuto un problema al primo giro. Ho cercato anche di recuperare quando sono riuscito a trovare un buon feeling, ma quelli davanti erano già andati via. Però sono contento, perchè giro dopo giro c’era sempre meno gap, ed ho migliorato il mio tempo per questo fine settimana. Devo ringraziare tutto il team AG Motorsport Italia”
Dalla gara di Vallelunga al Mondiale Superbike. Segui il campionato Nori?
“No, non lo seguo, ma io ci sono se volessero. Sono sempre pronto, corro ancora in Asia. Però nessuna ‘manifacture’, nessuna casa mi chiama! Tornerei nel Mondiale a correre certo!”
Certo è che, rispetto all’epoca d’oro, forse manca qualcosa. Corser parlava di ‘piloti d’altri tempi’…
“Si, mancano i piloti come quelli di un tempo, ma anche le case. In Superbike ora c’è Kawasaki con Rea e Sykes, e Ducati, basta. Quando c’ero io davanti c’erano Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki..no Kawasaki ai miei tempi no.
Comunque tutti dicono che adesso la Superbike non è simpatica, che non c’è spettacolo. Dobbiamo cambiare qualcosa chiaramente. Togliere il numero di giri come soluzione? Non so”
Una domanda sulla seconda generazione di Haga è d’obbligo: da papà, sei più preoccupato o più contento?
“Io sono contento. Sono contento di veder crescere i miei figli anche in termini prestazionali. Ogni gara migliorano e sopratutto, stanno facendo la giusta esperienza. Vediamo poi il prossimo anno che faranno!”
Ultima domanda: ti piace qualche pilota nel panorama Superbike o Motogp?
Risposta? Sibillina e classica, degna di cotanto Nori:
“Nessuno, mi piacciono solo i miei figli”
@photo: Benzina – Costantino di Domenico