Bottpower XR1-212: flat track stradale
Al Motor Bike Expo di Verona verrà esposta la Bottpower XR1-212, special flat track stradale, costruita in Spagna da David Sanchez per l’importatore italiano Stefano Caracchi
Tra le novità 2017 esposte al Motor Bike Expo di Verona, che apre i battenti domani a Veronafiere per chiuderli domenica 22 gennaio, non si potrà fare a meno di notare la Bottpower XR1-212, moto costruita artigianalmente in Spagna dall’ingegner David Sanchez ed importata in italia da Stefano Caracchi. Si tratta di una special, costruita a misura dell’acquirente, che può scegliere sospensioni, ruote, freni, preparazione del motore, elettronica, ed anche la colorazione, così da poter contare su un pezzo assolutamente unico ed esclusivo.
La Bottpower XR1-212, realizzata espressamente per Stefano Caracchi, è motorizzata con il consueto bicilindrico Thunderstorm di origine Harley-Davidson, motore 1203 bicilindrico a V raffreddato ad aria che eroga una potenza di partenza di 100 CV (che può arrivare fino a 150 CV). Il telaio è disponibile sia in acciaio che in titanio.
Apparentemente, infatti, la 212 può apparire simile alle altre BOTT che vi abbiamo presentato qui su Motoblog (come la XR1R o la XR1 Nascar), ma le differenze ci sono e sono notevoli. Inanzitutto, ad essere particolare, è il nome: “212” è il negozio che Stefano sta aprendo a Bologna (in via Galliera 2/b), motivo per il quale questa special è stata chiamata così. Se composte, le cifre sulle tre tabelle formeranno il numero… beh, indovinate!
Il ricorso ai materiali compositi è, in questa ultima nata, ancor più esasperato che sulle progenitrici: le ruote Rotorbox, ad esempio, sono in fibra di carbonio, così come le sezioni codino/serbatoio (che però sono realizzate da Technical Composites).
L’adozione di una innovativa struttura a nido d’ape ha permesso a Bottpower di risparmiare circa il 40% del peso su queste componenti: un’ottimo risultato, se consideriamo che la rigidezza è addirittura migliorata. Materiali pregiati anche per i mozzi ruota, che sono realizzati in titanio da Poggipolini, marchio che ora possiede il brand NCR e che è leader nella lavorazione di questo materiale.
Lo scarico, un Torque Hammer Dual, è l’ormai classico sotto-motore in stile Buell, caratterizzato però da un’uscita su entrambi i lati della moto. Un’altra caratteristica innovativa (che verrà implementata sui futuri modelli) è la presenza di connessioni rapide per il serbatoio, che permetteranno di rimuovere quindi il deposito di carburante in pochissimi secondi.
Il comparto ciclistico e quello dei freni attingono dal meglio disponibile sul mercato: forcella e mono-ammortizzatore posteriore sono infatti di produzione Ohlins, mentre l’impianto frenante Brembo non adotta più il disco perimetrale Buell-style già visto sulla XR1R. Gli pneumatici sono di marca Continental: più precisamente sono una coppia di ContiSport Attack 3, dalle misure di 120/70 davanti e 190/55 al retrotreno.
Gli appassionati potranno ammirare la XR1 212 questo week end al MBE di Verona (padiglione 4, stand C22), assieme alle novità 2017 di case ufficiali come BMW, Suzuki, Yamaha, Kawasaki e molte altre.
Storia della Famiglia Caracchi
Caracchi è un nome caro agli appassionati delle due ruote, che ha il potere di far venire la pelle d’oca a ducatisti e non: Rino Caracchi è uno degli storici fondatori di NCR, azienda bolognese legata a doppio filo con il marchio di Borgo Panigale e che con Ducati può vantare un rapporto privilegiato che perdura da mezzo secolo.
Dopo aver preparato le moto di campioni leggendari come Mike Hailwood, Wayne Gardner e Freddie Spencer, Rino ha passato il testimone al figlio Stefano, ex pilota del Motomondiale (125 e 250) e successivamente team manager: nel ventennio ’90-’00 la squadra bolognese (Team NCR prima ed SC Caracchi poi) ha avuto tra le sue file piloti del calibro di Ben Bostrom, Lorenzo Lanzi, Franke Chili, Roberto Rolfo, Regis Laconi, Garry McCoy (quest’ultimo nella breve parentesi in Supersport con Triumph).
Con Gianluca Nannelli, poi, il team SC Caracchi portò a casa quella che fu l’unica vittoria mondiale della Ducati 749 (Imola 2005).
Una vita dedicata alle due ruote, quella della famiglia Caracchi: Stefano è da poco diventato anche il dealer italiano di Bottpower, azienda spagnola specialista nell’elaborazione estrema di motociclette Buell di cui vi abbiamo parlato in più di qualche occasione.