Home La beffa e l’orgoglio: storia di Leandro Mercado in quel di Jerez

La beffa e l’orgoglio: storia di Leandro Mercado in quel di Jerez

In un post su facebook, oltre alla sofferenza anche tutta la sua voglia di riscatto: “questa è la vita, questo è lo sport, spesso è ingiusto, ma sono sicuro che le cose andranno meglio per me.”

E’ la dura legge del motorsport. Che può piacere o meno, ma che su di un punto non transige: non guarda in faccia a nessuno. E può essere dura talvolta da accettare. Ed è in questo che si distinguono i veri sportivi, le persone dotate di animo e levatura dal resto della massa. Ecco, un bell’esempio può essere Tati Mercado.

Così, come in passato lo è stato Lorenzo Savadori, tanto per citarne un paio. Due campioni – perchè di questo si tratta – che a distanza di tempo, hanno incrociato il loro destino con il sapore amaro della beffa. Prendete l’italiano ad esempio. Aveva praticamente vinto il titolo superstock nel 2014. Faceva freddo ed era bagnato a Magny Cours. Stava conquistando il titolo quando all’ultimo girò cadde.

Servendo de facto il titolo a Leandro “Tati” Mercado. La prese con dolore ma signorilità Lorenzo. L’argentino ha vissuto una beffa non dissimile domenica scorsa. Jerez de la Frontera. Il portacolori Ducati in testa al campionato, si preparava ad affrontare l’ultima corsa. In lizza per il titolo lui e Raffaele De Rosa. Giro di allineamento e la moto comincia ad accusare dei problemi. Singhiozza, si pianta alla Dry Sac.

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La sua Panigale, che tanto lo aveva sostenuto durante il campionato, e che lo aveva accompagnato verso vittorie e podi, lo abbandona li. Si vocifera di un problema di pescaggio della benzina. Poco importa, perchè lo sguardo pietrificato del giovane argentino racconta la tragedia in atto più di ipotesi, illazioni e pensieri. Così, mentre la corsa parte, e celebra il giusto De Rosa, eccellente avversario e legittimo campione sotto la bandiera a scacchi, nei box un ragazzo, non solo un pilota, si strugge dal dolore.

Si abbandona in maniera commovente e delicata agli affetti degli uomini del suo team, della sua famiglia. Proprio lui che aveva ricevuto in sorte un pizzico di fortuna due anni prima, si vede privato della possibilità di poter battagliare nell’ultimo decisivo round. Ma al di là del dolore, delle lacrime comprensibili, è nei piccoli gesti, è nelle reazioni che si capisce la caratura di un uomo prima ancora che di un pilota. E Leandro decide di affidarsi poche ore dopo alla sua pagina Facebook

Oggi non riesco a trovare le parole per spiegare come mi senta, penso che sia stata la giornata più difficile della mia carriera. Mi definisco come un combattente, uno che mette il petto per le cose che sono più difficili e hanno dovuto vivere e muovere le cose, ma ho combattuto duramente, a volte ho perso, a volte vinto. Oggi mi sento come se tutto se ne fosse andando in pochi secondi, in un anno pieno di lavoro, sacrificio, ad un passo per raggiungere questo obiettivo e (mi sento nda) di non poter fare nulla non essendo in grado di combattere, la verità è che è un colpo molto duro e forte. Ma hey questa è la vita, questo è lo sport, spesso è ingiusto, ma sono sicuro che ci sarà la rivincita e le cose andranno (meglio) per me. Proprio grazie a tutti per il grande sostegno per me è un onore rappresentare! # LTM36

Un post scritto nella sua lingua madre, dove al netto della sofferenza, c’è quello spirito vivo dello sport, dell’umanità, della voglia di rivincita come un’araba fenice. Nessuna traccia polemica. La dura legge del motorsport ha premiato un grande Raffaele De Rosa. Un peccato che non abbia potuto confrontarsi nell’ultimo round proprio con Mercado. Ma, siamo certi le occasioni della giusta rivincita non mancheranno. Ed allora Animo Tati!

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