Home Essenza e sportività: la MGR 1200 di Radical Guzzi

Essenza e sportività: la MGR 1200 di Radical Guzzi

Abbiamo visto molte belle special costruite sulla base delle moto di Mandello, ma quella che vi proponiamo oggi è qualcosa di davvero sublime: la MGR 1200 di Radical Guzzi è un inno al minimalismo e all’essenzialità

Grosse testate ricolme di alette di raffreddamento che sporgono lateralmente dal telaio, donando alla moto un aspetto muscoloso e possente: il V-Twin di 90° disposto longitudinalmente e raffreddato ad aria è dai tempi delle leggendarie V7 il simbolo inconfondibile di Moto Guzzi, il vessillo che identifica senza margine di errore le bicilindriche di Mandello del Lario.

Questo iconico motore ha rappresentato una pietra miliare nella storia del marchio lombardo: solido, ricco di coppia e con la sua singolare disposizione, il due cilindri lariano ha stregato un numero impressionante di appassionati che, pur nelle alterne vicende del marchio, hanno giurato fedeltà eterna alla casa dell’Aquila.

Non solo: proprio grazie a questo scenografico propulsore con quasi 50 anni di storia alle spalle, le Guzzi sono diventate alcune tra le motociclette predilette dagli amanti delle cafè racer, con il loro look old school e le poche concessioni alle mode passeggere.

L’essenza, nulla di più: “Due ruote, due cilindri, e 1200 cc. Queste sono le basi… non serve altro”. E’ questo lo spirito che ha animato l’ingegnere tedesco Stefan Bronold e il designer Kai Riemann nella realizzazione della splendida special che vedete in queste foto, la sublime MGR 1200 costruita da Radical Guzzi.

“Questo progetto si concentra su ciò che molti motociclisti preferiscono, l’essenza. Niente special da 200 mila euro, niente superbike da 250 cv e 300 all’ora… qui il focus è sull’essenza, il minimalismo, la riduzione”. Le parole di Stefan lasciano pochi dubbi riguardo allo scopo che sta dietro alla realizzazione di questa cafè racer: riscoprire il motociclismo delle origini, liberandolo da tutto ciò che è superfluo rispetto al puro piacere, per gli occhi e nella guida.

Tutto, in questa MGR 1200, è all’insegna dell’amalgama tra le tradizioni più profonde che da oltre 90 anni animano il marchio Moto Guzzi e soluzioni tecniche di ultima generazione che possano assicurare la migliore guidabilità possibile: il propulsore è il 1151 cc della Stelvio, che grazie alle 4 valvole per cilindro eroga più di 100 cavalli e una vigorosa coppia di 113 Nm.

A scaricare sulla ruota posteriore la forza bruta del bicilindrico a V, l’ormai arcinoto cardano CARC che integra forcellone e trasmissione, altro fiore all’occhiello della tecnologia made in Mandello. Imponenti corpi farfallati da 50 mm provvedono a “nutrire” i due grossi cilindri, che a loro volta scaricano i gas combusti attraverso un impianto 2-in-1-in-2 che termina con due corti silenziatori sistemati sul lato sinistro della moto.

Il comparto ciclistico e quello frenante non contemplano alcuna rinuncia, e contano sul migliore equipaggiamento disponibile sul mercato: una focella Ohlins da 43 mm fa il paio con un ammortizzatore posteriore TTX, mentre le pinze radiali monoblocco Behringer a quattro pistoncini lavorano assieme a due dischi flottanti da 320 mm. Ruote in alluminio Rev-Tech completano una dotazione capace di far impallidire le più blasonate sportive sul mercato.

Il telaio all’interno del quale è stato incastonato il propulsore 4V della Stelvio è quello di una Bellagio: con il suo design a doppia culla è un tributo a Lino Tonti, progettista delle mitiche V7. Il supporto “ufficiale” di Moto Guzzi al progetto ha permesso a Stefan e Kai di attingere in maniera praticamente illimitata al magazzino ricambi di Mandello, una vera manna dal cielo per qualunque customizzatore.

Il telaietto posteriore originale è stato sostituito con un pezzo custom-made, per ospitare il piccolo codino e la sella in pelle monoposto dall’aspetto vintage. Di pregevole fattura anche il serbatoio, anch’esso costruito esplicitamente per questa MGR 1200.

La livrea verde è realizzata utilizzando il Coruroy Green, ancora oggi presente nel catalogo Guzzi, e richiama il colore storico delle mitiche moto da corsa di Mandello: in origine, questa tonalità era un… non colore. L’ing. Giulio Carcano aveva come obbiettivo primario la leggerezza delle sue creature, e per non aggiungere una “inutile” e superflua verniciatura alla loro carrozzeria decise che vi venisse applicato solamente un sottile strato protettivo che preservasse il magnesio dalla ruggine: il risultato fu la tipica colorazione verde che conosciamo ancora oggi.

Di special su base Guzzi ne abbiamo viste tante, molte delle quali decisamente riuscite: la raffinatezza e l’eleganza di questa MGR 1200, con il suo look senza tempo, ne fanno un’eccellenza assoluta anche nel nutrito panorama delle cafè racer dotate del V2 lombardo, uno dei più evocativi propulsori della storia del motociclismo mondiale.

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