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MotoGP Jerez: Valentino Rossi, lectio magistralis

Quella di oggi a Jerez è stata per Valentino Rossi una marcia trionfale, un perentorio brillantissimo assolo che libera sul cielo di Spagna le note dell’inno di Mameli demolendo le velleità di Jorge Lorenzo e di Marc Marquez.

Vista con superficialità, questa di oggi potrebbe essere catalogata come una gara senza storia. Ma è invece una gara che può fare la storia: di questo campionato e oltre dando la spinta motivazionale e tecnico-agonistica per consentire a Rossi l’assalto al titolo numero dieci.

Oggi, a quasi 20 anni dalla sua prima vittoria iridata a Brno, il 9 volte campione del mondo ha guidato magistralmente, senza una sbavatura, con una potenza calcolata e una lucidità da … ragioniere, come nei giorni di gloria. Vittoria, giro record, pole. No comment.

C’è stato subito allo start il guizzo iniziale, poi un susseguirsi di scatti per guadagnare la fuga, quindi un paio di strattoni – vere e proprie fiondate – a un terzo di gara per cementare la fuga, quindi il respiro a metà corsa illudendo forse gli inseguitori (di fatto solo Lorenzo, con gli altri “out”), di nuovo l’affondo finale e chiudere la partita con l’armata spagnola, in primis con il maiorchino.

Insomma, una lectio magistralis da incorniciare, difficile da dimenticare anche per i primi due sconfitti della giornata cui va il merito di averci provato in una loro giornata “no”. Le Yamaha, qui, s’involano rispetto alle Honda, oggi in affanno.

Non mancherà chi vedrà nella odierna sconfitta di Lorenzo – al limite della debacle – il risultato … “annunciato”, dopo l’annuncio ufficiale del passaggio del maiorchino dalla Casa dei tre diapason alla Ducati.

In altre parole c’è chi dirà che la competitività delle due moto non era la stessa. Possibile? Niente è impossibile e, trattandosi di manciate di millesimi al giro, solo l’analisi dei dati con la telemetria può fare luce.

La domanda, forse, è un’altra: non è stato Lorenzo un po’ sottotono, “svogliato” nel tentativo di aggancio del compagno di squadra, con i pensieri di combattimento più rivolti al futuro che al presente? Si vedrà presto, nelle prossime gare, se il maiorchino – spinto dall’orgoglio – saprà riscattarsi.

Da Jerez escono a volo radente anche le ali della Honda, con il solito Pedrosa a … consumare benzina (oltre 10 secondi di gap) e con Marquez che, capita l’antifona, ha tirato i remi in barca.

Sarà tutto un bla-bla per incolpare gomme e zone limitrofe. Ma questi sono i fatti. A proposito: e gli altri? Nel nostro spazio ci limitiamo a ricordare le Ducati, tornate al … 2015. Fuori al decimo giro non si sa perché Dovizioso, alla fine settimo Iannone a oltre 26 secondi di distacco, dopo una corsa senza infamia né lode. Che succede a Borgo Panigale?

Ultima considerazione. Gara noiosa? Gara non alla baionetta, certamente. Ma “noiosa” solo per chi rosica nel vedere trionfare non il proprio beniamino ma il … “nemico”. Sarebbe successo lo stesso a parti invariate fra Rossi e i due spagnoli? Sì.

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