Il TAS conferma la “punizione” a Rossi. Altra benzina sul fuoco? Mondiale falsato?
Il TAS respinge il ricordo e conferma la “punizione” a Valentino Rossi. Mondiale falsato?
La montagna ha partorito il classico topolino con il TAS di Losanna che conferma papale papale la punizione contro Valentino Rossi sancita della direzione gara di Sepang rigettando così il ricorso del campione pesarese perché “le condizioni per concedere la sospensiva non erano soddisfacenti”. Con un comunicato scritto con i piedi il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna dà quindi torto a Rossi reo di aver “deliberatamente girato largo in modo da portare Marc Marquez fuori linea, con conseguente contatto con Marquez causando un incidente che lo ha portato fuori gara”.
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Così (male)recita la nota ufficiale del TAS che di fatto costringe definitivamente Rossi a partire dall’ultima posizione della griglia nella decisiva gara di domenica prossima a Valencia. Il Tas ha (anche) chiuso la diatriba sulla presunta colpa addossata da Rossi a Marquez, accusato di grave scorrettezza per averlo ostacolato deliberatamente nella corsa di Sepang per favorire Jorge Lorenzo. Vicenda chiusa, quindi? Non scherziamo.
Come ampiamente previsto, questa decisione che conferma la punizione di Rossi – e quindi rendendolo de facto colpevole di una grave scorrettezza che travalica lo sport – getta altra benzina sul fuoco delle polemiche e non solo, crea le premesse di un week end ad alto rischio in pista e fuori e pone il pilota “punito” e i suoi fan nella condizione di delegittimare il risultato del GP di Valencia e quindi di delegittimare il nuovo campione del Mondo se – a meno di clamorosi eventi – la corona andrà a Lorenzo.
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Come in tutte le querelle che finiscono in tribunale, chi perde non riconosce la legittimità della sentenza. Sentenza che qui, in sintesi – ripetiamo – dà torto a Rossi che aveva accusato pubblicamente di “combine” contro se stesso il duo spagnolo Lorenzo-Marquez, con la ulteriore gravissima accusa a quest’ultimo di averlo ostacolato ripetutamente in corsa. Non è ancora chiaro? Ci ripetiamo: nei tribunali servono prove per dimostrare che chi accusa di aver subito un torto ha ragione perché quel torto è provato. Qui, secondo il Tas, invece no.
E’ invece provato l’opposto, che Rossi è colpevole di “guida” pericolosa ecce cc. a danno di Marquez. Per Rossi un castello accusatorio saltato in aria che gli fa perdere (forse) il titolo numero dieci ma senza forse, la faccia. Sappiamo bene che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e anche in questa brutta vicenda che tanto male ha fatto, fa e farà al motociclismo, non saranno pochi quelli che non riconoscono la deliberazione del Tas, rimanendo sulle proprie convinzioni, legittime ma improduttive perchè bocciate da un tribunale sportivo internazionale.
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C’è solo da sperare che Rossi dia un esempio di alto civismo accettando (ob torto collo) questo responso del Tas e che nessuno – a cominciare da Marquez e da Lorenzo – strumentalizzi quanto avvenuto. Adesso la parola passa alla pista: a Valentino serve l’impresa, un “miracolo” agonistico per raggiungere comunque il grande traguardo del titolo numero dieci. A Marquez, a Lorenzo e a tutti gli altri serve correre come sempre corrono, con il cuore e con la testa, facendo ognuno la… propria corsa, esclusivamente per se stessi. Il giocattolo è rotto.