Kawasaki ZX-6R, rivoluzione verde
Lorenzo Baroni ci ha inviato del materiale interessante relativo ai test effettuati dalla rivista Special in questo ultimo periodo sul modello 2007 della Kawasaki ZX-6R. “No compromise” è la filosofia ispiratrice seguita nella realizzazione della nuova ZX6R dai tecnici Kawasaki. La moto rispetto alla precedente versione è stata infatti rivoluzionata totalmente, sia dal punto di
Lorenzo Baroni ci ha inviato del materiale interessante relativo ai test effettuati dalla rivista Special in questo ultimo periodo sul modello 2007 della Kawasaki ZX-6R.
“No compromise” è la filosofia ispiratrice seguita nella realizzazione della nuova ZX6R dai tecnici Kawasaki. La moto rispetto alla precedente versione è stata infatti rivoluzionata totalmente, sia dal punto di vista estetico che tecnico, sparisce la versione con cilindrata maggiorata da 636cc e la moto diventa più estrema nell’impostazione e professionale nella componentistica.
Le Kawasaki degli ultimi anni hanno proposto sempre grafiche e forme molto personali e che a volte rompevano con i canoni e le tendenze proposte fino a quel momento. La nuova ZX 6R rispolvera in pieno tutti il DNA sportivo che ha fatto la fortuna di numerosi modelli Kawasaki, moto che oltre a trasmettere cattiveria e spirito racing quando le si osserva sul cavalletto sono capaci di coinvolgere il pilota portandolo a toccare con mano gli aspetti più esaltanti della guida sportiva e in pista.
L’estetica presenta un frontale in perfetto stile endurance mutuato in parte da quello della sorella maggiore ZX10R, profilo laterale molto pulito e filante ed un codino totalmente rivisto e decisamente innovativo. Piccolo e dai contorni leggeri con il profilo dello scarico largo e sottilissimo che fuoriesce lateralmente nella zona finale del codino mentre la zona posteriore propone due piccole uscite triangolare dal design decisamente moderno. Molto bello anche il nuovo contagiri con fondo bianco e scala che arriva fino a 20.000 che sostituisce la compatta ma poco leggibile strumentazione del precedente modello.
Rivoluzione totale sotto l’aspetto tecnico con la moto che varia tutte le sue quote caratteristiche, più 5mm di interasse e più 15mm di lunghezza per il forcellone, che la segnalano come la 600 dalle quote meno estreme e più conservativa del mercato, sia l’angolo de cannotto di sterzo infatti che l’interasse sono nettamente superiori alla concorrenza.
Mano pesante anche sul motore totalmente riproggettato, più leggero e molto più compatto, 4cm più corto e 4cm più basso che ha permesso anche l’avanzamento sia del baricentro che del perno del forcellone. Il motore sfodera una verve e una cattiveria probabilmente mai vista fino ad oggi su un motore 600 e se tenuto negli intervalli di giri giusti conosce ben pochi rivali. È lui probabilmente la vera star di questa moto insieme alla grandissima stabilità e precisione messa in luce in ogni frangente.
In pista
I ragazzi di Special hanno svolto il test della nuova ZX-6R sullo stesso circuito Barber Motosport park utilizzato per provare, in anteprima mondiale, la Honda CBR600 RR, l’altra new entry della classe supersport per l’anno 2007. Un tracciato molto guidato costituito da una serie continua di curve da raccordare tra loro. Circuito che rappresenta un banco di prova formidabile per testare l’handling e la guidabilità di qualsiasi moto.
Particolarmente adatto quindi al comportamento delle moderne 600 che fanno proprio della maneggevolezza il loro vero asso nella manica, si scende giù dal rettilineo principale e con i freni ancora in mano si prepara l’inserimento nella curva a destra sul ripido rettilineo in discesa, neanche il tempo di terminare la curva e siamo già piegati dalla parte opposta tentando di raccordare in un’unica traiettoria le tre curve a destra contigue tra loro.
In uscita si scarica la terza marcia con la moto ancora leggermente piegata e con la quarta inserita si sale su una ripida salita con l’ultima leggera curva a destra che immette sul breve rettilineo posta esattamente in corrispondenza dello scollinamento che è importante percorrere in pieno, cioè in piena accelerazione e senza mollare assolutamente il gas. Operazione più difficile nel pomeriggio quando il sole basso disturba la vista proprio nel punto dello scollinamento.
E così via con i tornati e le “chicane” prima lente e poi velocissime che ci accompagnano lungo gli oltre tre chilometri dell’impianto statunitense. In queste condizioni le doti più evidenti della verdona giapponese riguardano la grande stabilità e coerenza direzionale messa in luce in inserimento e percorrenza di curva.
L’avantreno è certamente la sua arma migliore, stabile e imperturbabile nella fase di staccata, anche frenando quasi dentro la curva il lavoro simbiotico della forcella con le pinze freno mantiene la moto ferma e scevra da ogni oscillazione o serpeggiamento. Merito di una ottima geometria dell’avantreno e della scelta di componenti molto professionali per la forcella e l’impianto frenante.
Sempre in staccata l’azione è resa più incisiva dal perfetto funzionamento della frizione antisaltellamento, veloce nell’entrare in azione e capace di mantenere la ruota posteriore ben aderente al terreno indipendentemente dai regimi del motore, anche durante le più violente staccate in discesa. Una volta in piega la ZX6 è costantemente stabile mentre la sua ruota anteriore scava letteralmente la traiettoria nell’asfalto.
Anche riaprendo il gas con un buon anticipo la moto non si scompone minimamente e lasciando al pilota ampi margini di indirizzare la moto verso la traiettoria più efficace. Rispetto alla CBR la Kawasaki si dimostra però più dura e impegnativa da inserire in curva e meno rapida nell’aggredire la corda o nelle rapide variazioni di inclinazione da sinistra a destra.
La CBR infatti soprattutto a centro curva sa mettere in luce una velocità di percorrenza tipica delle moto da corsa di piccola cilindrata. In uscita di curva la Honda mostra invece un avantreno meno granitico ma bastava comunque qualche piccolo spostamento del peso per compensare la variazione di assetto.
Con la Kawasaki questo non è necessario grazie anche al maggiore interasse, però con il passare dei giri l’impegno psicofisico richiesto al pilota è via via maggiore, richiedendo anche un tipo di guida più pulito e preciso. Il motore infine è un altro dei punti di forza della Kawasaki rabbioso e cattivissimo non appena si supera la soglia dei 10.000 giri da qui in poi divora letteralmente qualsiasi rettilineo con il contagiri che (facendo qualche regalo) arriva a superare quota 16.000 prima dell’intervento del limitatore.
Pregi: prestazioni elevatissime, sospensioni e freni di qualità, personalità forte.
Difetti: Guida impegnativa e affaticante e coppia ai bassi regimi limitata.
Scheda Tecnica
Motore: 4 cilindri in linea trasversali a 4 tempi, raffreddamento a liquido
– Cilindrata 599 cc
– Alimentazione a iniezione elettronica Capacità serbatoio carburante 17 litri
– Cambio a sei marce
– Telaio a doppio trave diagonale in alluminio
– Sospensione anteriore, forcella rovesciata da 41 mm regolabile
– Sospensione posteriore con mono ammortizzatore regolabile
– Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 180/55-ZR17
– Freno anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 300 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini e 4 pastiglie
– Freno posteriore a disco singolo in acciaio da 210 mm e pinza a singolo pistoncino.
– Altezza sella 820
– Interasse 1.405
– Peso a secco 167 kg.
– Potenza 91,9 kW (125 CV) a 14.000 giri
– coppia 66 Nm (6,7 kgm) a 11.700 giri.
– Omologazione Euro 3
– Prezzo: 10.590€
Tutte le info sulla ZX-6R le trovate sul sito che la Kawasaki gli ha dedicato.