Home MotoCult: Mad Max – Interceptor, motori postapocalittici e tamarri cyberpunk

MotoCult: Mad Max – Interceptor, motori postapocalittici e tamarri cyberpunk

Le moto e le auto di Mad Max – Interceptor con Mel Gibson


Dopo aver parlato di Top Gun e della Kawasaki GPZ 900 R guidata a Tom Cruise, la Rubrica MotoCult è dedicata oggi ad film cult per tutti gli amanti dei motori: “Interceptor (Mad Max)”: film australiano del 1979 che lanciò la carriera di Mel Gibson e che fu il primo capitolo di una fortunatissima trilogia composta da Interceptor – Il Guerriero della Strada del 1981 e Mad Max – Oltre la sfera del tuono del 1985.

Max Rockatansky (interpretato Mel Gibson) è un durissimo poliziotto della Main Force Patrol, unità di sicurezza che tenta di mantenere l’ordine nelle sconfinate lande postatomiche di un’Australia deserta e alla mercè di bande di bikers violenti e psicotici. Una storia apocalittica, basata sulla vendetta e generata dalla fobia della guerra atomica e della crisi energetica propria degli anni ’70.

I motori sono i grandi protagonisti di questo violentissimo capolavoro cyberpunk: il film inizia con un inseguimento mortale tra Max, a bordo di un’auto leggendaria, la Ford Falcon XB GT Coupé del ’73, e il Nightrider, terrore delle autostrade alla guida di una Holden HQ LS Monaro. La prima è una Ford di produzione australiana con una mandria di ben 300 cavalli sotto al cofano (da molti considerata la più bella auto mai usata in un film), la seconda è un modello particolarissimo fabbricato dalla Holden, emanazione australiana della General Motors Company, con un motore V8 da 308 cv.

MotoCult – Mad Max Interceptor
MotoCult - Mad Max Interceptor
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Ma passiamo alle moto: i terribili bikers guidati da Toecutter imperversano per il deserto australiano a bordo di splendide Kawasaki Z1000, Honda CB750 e Honda CB900, tutti grandi best sellers giapponesi dell’epoca. La Z1000 uscì nel ’77 e fu presentata dalla casa nipponica come l’erede della precedente 900Z1: in quell’anno fu la prima moto giapponese a vincere una gara dell’AMA Superbike (il campionato SBK americano). Un’altra grande protagonista del film è lindimenticabile KZ1000 color argento pilotata dal collega di Mad Max, “Goose”: con i suoi 4 cilindri e i 90 cv alla ruota era una delle moto di serie più potenti dell’epoca: tra l’altro questo modello comparve in un altro film di grande successo del 1996, “Reazione a catena”, con in sella Keanu Reeves.

Grazie alle sue prestazioni di alto livello e all’indiscutibile affidabilità, la KZ1000, nella sua versione “P” (come Police) fu utilizzata da svariati corpi di polizia sia in Australia, sia negli Stati Uniti e infatti questo modello compare da protagonista anche nella terza stagione dei “Chips”. La Honda CB750 è un’altra pietra miliare del motociclismo contemporaneo: in Europa e negli USA uscì nel ’69, primo vero tentativo delle case giapponesi di conquistare i mercati occidentali con moto di grossa cilindrata e all’epoca il magazine statunitense “Cycle” la definì “la più sofisticata moto di serie mai costruita”. Dulcis in fundo la sorella maggiore CB900 “Bol D’Or” e il suo inconfondibile cupolino, che la casa madre definì “una moto super sportiva dalle prestazioni devastanti che avrebbe segnato il passo per molti anni a venire”. Avevano ragione.

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