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Rubrica Pillole Tecniche: la forcella

Introduciamo oggi la forcella, componente fondamentale e complesso che assicura alla moto la giusta guidabilità, direzionalità e comfort. Negli anni, questo componente si è evoluto assumendo le forme più svariate ma mantenendo comunque la stessa funzione.


Terzo appuntamento con la nostra Rubrica settimanale Pillole Tecniche! Dopo avervi introdotto l’impianto frenante e il telaio, passiamo oggi ad un altro componente fondamentale della ciclistica di una moto: la forcella!

La forcella governa l’avantreno di una moto, e pertanto governa anche la sua guidabilità, direzionalità e la capacità di assorbire e copiare le asperità del manto stradale. Negli anni, questo componente è passato dall’essere un sistema di molle o parallelogrammi che aveva la sola funzione di assorbire le sconnessioni dell’asfalto regalando al pilota una guida più confortevole, a diventare un sistema meccanico/elettronico essenziale per ottenere il massimo della guidabilità e il massimo delle performance da una moto.

Con l’avanzare delle nuove tecnologie, gli ingegneri hanno capito che da questo sistema sarebbero dipesi altri aspetti fondamentali per la guida di una moto, come appunto la guidabilità in termini di prestazioni. Fu la bavarese BMW a proporre le prime forcelle telescopiche. Dal 1935 ad oggi, l’evoluzione subita dalla forcella sembra non volersi più fermare. All’interno dei foderi infatti, troviamo meccanismi sempre più complessi e la possibilità di regolare e personalizzare il comportamento della forcella agendo su una serie di registri (oppure elettronicamente, sistema molto diffuso sulle moto di ultima generazione).

Le componenti della forcella

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Analizziamo dunque una comune forcella telescopica, la più diffusa presente oggi sulla maggior parte dei modelli commercializzati. Innanzitutto è doveroso distinguere tra forcella standard e forcella con steli rovesciati. Nel secondo tipo, gli steli sono posti nella parte inferiore e collegati al mozzo della ruota anteriore. Sarà infatti la ruota, una volta sollecitata, a “spingere” gli steli facendoli scorrere all’interno dei rispettivi foderi. Questo componente negli anni ’80 era una vera chicca quando veniva fornita di serie sui modelli dell’epoca.

Ad ogni modo, i componenti che lavorano all’interno degli steli e dei foderi sono praticamente gli stessi. Troviamo quindi una boccola, il pompante, la molla, e infine il tappo, All’interno della forcella, per comprimere l’aria e assicurare il corretto funzionamento, è presente un determinato quantitativo d’olio, trattenuto all’interno dei foderi attraverso delle guarnizioni attraverso le quali scorrono gli steli.

La maggior parte dei modelli, è dotata di forcelle con molle che si distinguono tra molle lineari e molle progressive. Le molle lineari garantiscono alla moto e alla forcella una risposta “standard” alle asperità del manto stradale, a seconda della loro rigidità. Caratteristica delle molle progressive è invece l’essere morbide nella fase iniziale della compressione e più dure ma mano che la forcella si avvicina verso il fondo corsa. Questo comportamento nasce da una serie di spire più ravvicinate tra loro rispetto al resto delle spire che formano la molla.

Un altro tipo di sospensione anteriore molto diffusa e differente dalla tradizionale forcella è la sospensione Telelever, una tradizione ormai della maggior parte dei modelli della casa BMW. Questo alternativo sistema di sospensione anteriore si basa su un meccanismo spaziale dotato di un braccio S-S, in grado di ruotare attorno all’asse passante per i centri delle coppie sferiche rendendo possibile la sterzata. Il movimento della sospensione si basa sul grado di libertà dell’intero sistema Telelever, composto da quattro membri collegati da tre coppie rotoidali R ed una coppia prismatica P. Anche se presenti, gli stelli della forcella sono privi di molle o sistemi di ammortizzazione.

Precarico | Freno in estensione | Freno in compressione

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Agire sul precarico di una molla vuol dire comprimere la molla stessa in base al peso che dovrà sopportare agendo principalmente sulla sua spinta iniziale. Bisogna comunque agire sui freni in estensione e compressione per ottenere la giusta risposta dell’ammortizzatore. In genere, il precarico sulla forcella si regola agendo sulla vite esterna post sul tappo del fodero. Ovviamente, le molle, rimangono sotto precarico anche quando il registro è stato completamente azzerato. Una diversa regolazione del precarico varierà leggermente l’altezza della moto.

Per quanto riguarda invece il freno in estensione, questo registro ci permette di regolare la fase di ritorno della molla, mentre sul freno in compressione si agisce quando vogliamo evitare che la forcella raggiunga la posizione di fine corsa. Per migliorare la risposta del freno in compressione, specialmente nel mondo delle competizioni, vengono utilizzati tipi di olio con viscosità diverse a seconda delle necessità riscontrate nel tracciato.

Per regolare sul freno in estensione si agisce in genere su una vita presente su uno dei due tappi dei foderi della forcella. Il freno in compressione si regola invece agendo su una vita posta nel “piede” della forcella.

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