Home MotoGP, i “soliti” tre moschettieri. Stavolta Lorenzo detta la legge del più forte. Scintille Sic-Dovi. Rossi show

MotoGP, i “soliti” tre moschettieri. Stavolta Lorenzo detta la legge del più forte. Scintille Sic-Dovi. Rossi show

Corsa finalmente con un po’ di sale e pepe, da soddisfare il palato degli appassionati, specie quelli davanti alla tv. Dal vivo, soprattutto nel curvone, lo spettacolo lo offrono tutti (o quasi) i piloti di una MotoGp che nell’afa plumbea in riva all’Adriatico si rimescola un po’, offre bei sorpassi, e tiene aperta la classifica


Corsa finalmente con un po’ di sale e pepe, da soddisfare il palato degli appassionati, specie quelli davanti alla tv. Dal vivo, soprattutto nel curvone, lo spettacolo lo offrono tutti (o quasi) i piloti di una MotoGp che nell’afa plumbea in riva all’Adriatico si rimescola un po’, offre bei sorpassi, e tiene aperta la classifica del mondiale.

Dal vero la festa si ridimensiona. Perché a dominare sono i soliti tre moschettieri, anche se a parti invertite: Lorenzo trionfa, caparbio, mai domo, straordinariamente efficace con la sua Yamaha che vola sui binari; Pedrosa, un martello pneumatico che ritrova, con la seconda piazza, sorriso e punti importanti; Stoner, ridimensionato, rallentato da qualche problemino tecnico, stavolta sul gradino più basso del podio.

Non cambia la sostanza, specie della classifica, ma cambia il morale dei tre protagonisti, con Lorenzo che può ancora sognare, con Pedrosa prezioso jolly da terzo incomodo, con Stoner “costretto” a remare forte fino alla fine per agguantare l’agognato titolo iridato. Onore alla Yamaha per la qualità della sua moto e onore alla Honda anche per la correttezza, con i piloti svincolati da ordini di scuderia.

Gli oltre 17 secondi di gap dicono che l’altro terzetto (Simoncelli, Dovisioso, Spies) ha fatto un’altra corsa. Ma, questo va riconosciuto, una corsa alla baionetta, dove i due italiani della Honda hanno meritato gli applausi a scena aperta del pubblico anche per aver respinto gli assalti di un pilota dal valore di Ben Spies, oggi sconfitto.

Anche Valentino Rossi ha meritato le ovazioni dei suoi aficionados. Grande partenza, grande capacità di gestione della corsa, grande senso dello show. La classe, e tutto il resto, non è acqua. Meglio così. Ma, spiace dirlo, vietato sognare. Quella di Rossi-Ducati resta la terza corsa, dopo quelle dei due terzetti nei primi sei posti. I quasi 24 secondi di gap impongono realismo e non mutano la sostanza rispetto agli attuali livelli di competitività. Per Rossi una bella prova d’orgoglio, una boccata d’ossigeno psicologica a non mollare. La Ducati non deve scambiare fischi per fiaschi: ha il dovere di procedere sulla strada del rinnovamento profondo.

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