Home Luca Manca torna in sella: “L’incidente è ormai dimenticato”, e sogna di tornare alla Dakar

Luca Manca torna in sella: “L’incidente è ormai dimenticato”, e sogna di tornare alla Dakar

Sono passati tanti mesi dall’incidente di Luca Manca, che durante la sesta tappa della Dakar 2010 ha tenuto con il fiato sospeso tutti gli appassionati e addetti ai lavori. Il recupero è ormai concluso, Luca ha sfiorato la morte rimandando il loro incontro a data da destinarsi, ed è appena tornato in sella per la


Sono passati tanti mesi dall’incidente di Luca Manca, che durante la sesta tappa della Dakar 2010 ha tenuto con il fiato sospeso tutti gli appassionati e addetti ai lavori. Il recupero è ormai concluso, Luca ha sfiorato la morte rimandando il loro incontro a data da destinarsi, ed è appena tornato in sella per la prima volta dopo quel terribile giorno.

Come racconta a “La Nuova Sardegna“, ha dubbi sul recupero completo della sua salute, ma non su quello della sua passione: “Sta andando molto bene e sono contento ma ancora deve passare del tempo. La salute sta migliorando, ma ci sono ancora tante visite mediche da fare, bisogna capire se certe lesioni si sono riassorbite oppure no. Non è mica detto che mi diano l’autorizzazione per riprendere a correre. Certo, mi piacerebbe molto”. In una precedente intervista all’Unione Sarda ha confessato di volerci tornare, potendo, in due anni.

E se i medici decidessero che proprio non si può? “Allora pazienza. Va già bene così, perché sto bene di salute e potrei sempre uscire in moto la domenica con gli amici. Non avrei problemi ad accettarlo”. Non c’e di certo limite per chi la passione per le due ruote vuole viverla, e ha la possibilità di farlo, anche in modo non agonistico. Per questo il pilota sardo è tornato in sella, accompagnato da amici e famiglia, con l’emozione della prima volta:

“Sono andato su una pista facile, dove girano anche i bambini. Volevo capire se avevo ancora l’equilibrio, volevo sapere se avrei avuto paura a stare su una moto. Sai, dopo tanti mesi. Ho provato una moto a due tempi, più leggera della mia. È andata bene. Mi sono sentito felice”. Il peggio è passato, ma la paura è rimasta con lui per un lungo periodo:

“Ci sono stati momenti duri, soprattutto quando non riuscivo a recuperare la memoria a breve termine. Ero pieno di bigliettini su cui annotavo le cose da fare. Qualche volta li uso anche adesso, è normale, ogni cosa ha bisogno dei suoi tempi. Però almeno faccio una vita normale. Lavoro tutto il giorno, vado in palestra a fare pesi, sto a casa con Giuliana e Beatrice, nel fine settimana vado a girare in moto. La mia vita è tornata normale al novanta per cento. Piano piano recupererò anche quel dieci per cento che manca, e che in parte è costituito dalle gare”.

Agli auguri che ovviamente gli rivolgiamo, sperando di vederlo presto in sella fra le dune dell’Acatama, aggiungo, personalmente, un po’ di rammarico per non aver visto nemmeno un premio durante i Caschi d’Oro per questo lottatore, che il giorno prima del suo terribile incidente è stato il protagonista di uno degli episodi di fair play più belli della storia del motociclismo contemporaneo, cedendo la sua ruota posteriore a Marc Coma, costretto a fermarsi per una foratura mentre si trovava in testa.

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