Home Losail accende le luci: si scrive motomondiale, si legge MotoGP

Losail accende le luci: si scrive motomondiale, si legge MotoGP

Prende il via nella notte abbagliante di Losail il motomondiale numero 61, quello cosiddetto del “risparmio”, con la MotoGP unica stella. Eliminata d’imperio la 250, (da sempre categoria pregiata, non foss’altro perchè fucina dei campioni per la classe regina), rimpiazzata con la Moto2 dal sapore di monomarca Honda, e ridotta a “fastidiosa” comparsa la spettacolare


Prende il via nella notte abbagliante di Losail il motomondiale numero 61, quello cosiddetto del “risparmio”, con la MotoGP unica stella. Eliminata d’imperio la 250, (da sempre categoria pregiata, non foss’altro perchè fucina dei campioni per la classe regina), rimpiazzata con la Moto2 dal sapore di monomarca Honda, e ridotta a “fastidiosa” comparsa la spettacolare 125, tutto ruota dunque sulla “800”, presto in pensione, a dimostrazione del disorientamento imperante.

La squallida griglia di partenza della MotoGP con 17 piloti simboleggia non la crisi del motociclismo, bensì le difficoltà di una formula che si trascina fra alti e bassi. Da anni, chi comanda il “luna park”, ha identificato il motociclismo in un solo pilota, giocando la carta di uno straordinario Valentino Rossi come volano del Circus: l’uomo “immagine” di uno sport uscito dai suoi antichi confini per aficionados “puri”, che è entrato nel salotto buono della Tv domenicale di nonne, mamme e zie novelle tifose del “46”, con audiences e share di tutto rispetto.

Insomma, un business, un grande business, con una girandola di soldi mai visti nei decenni precedenti. Ma il troppo, si sa, stroppia. Indietro non si torna, ma che c’è davanti?

Adesso, a far paura non è solo (o tanto) la crisi economica generale, ma la consistenza reale della “baracca”, ritenuta non così solida come appare nelle luminarie del paddok. Si teme cioè che la MotoGP si regga su una “bolla”, non in grado di reggere il … dopo Rossi.

Ovvio. Se si punta per anni su una carta unica, persa quella, la partita non c’è più. E si chiude bottega. O la si ridimensiona.

Quindi la parola d’ordine di questa MotoGP 2010, “spreco zero” (con sei miseri motori per 18 gare e test ridotti all’osso, peggio di un campionato junior) è un bluff. Una beffa. Un po’ come non dare la biada al cavallo che deve tirare il carretto: così si … risparmia

Vanno rivisti ben altri parametri, ridimensionando il “castello”, gli ingaggi, la corte e i cortigiani, l’intera sovrastruttura, definendo con lungimiranza i vincoli tecnici e tecnologici della categoria. E non può essere un unico soggetto, la Dorna, (che ci guadagna mungendo la mucca …) a fare questa rivoluzione culturale. Insomma manca un “governo” più lungimirante ed equilibrato del “giocattolo”, che non può sottostare sempre e solo alla regola, pur importante, del business. Tant’è.

Adesso la pista chiama, seducente, non solo per i mega fari di Losail. Seducente per i non pochi motivi di interesse.

Perché Valentino può arrivare alla vetta numero 10 (sopra, solo Nieto e Agostini), può avvicinare il record di vittorie del 15 volte iridato (103 del pesarese contro le 122 del bergamasco) e soprattutto può far sognare ancora milioni di fans in vista di un futuro tutto da decifrare (ancora moto, ancora Yamaha, o cos’altro?). Il golden boy di Tavullia ha (ancora!) fame di vittorie. Almeno fin che continua a vincere.

Ma Casey Stoner in gran spolvero e la Ducati con il motore “addolcito”, cercano il bis del 2007 e non hanno timori reverenziali. Così come gli altri due assi Yamaha, l’ufficiale Jorge Lorenzo, capace di tutto, e il “nuovo” Ben Spies, iridato SBK, capace di stupire. Ridimensionati dai test invernali, anche gli hondisti Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso sapranno, qua e là, dire la loro.

Quindi il poker d’assi del 2009 si allarga, complicando la vita a Rossi e, si spera, offrendo corse di grande spettacolarità.

Molti gli outsider di lusso (con i nostri Capirossi, sempiterno, e Melandri eterna promessa) e molti i rookies, a cominciare da Marco Simoncelli, pilota cui non si addice il ruolo di comparsa.

Ma non c’è trippa per gatti, cioè per piloti e team “privati”. Tant’è se ne dica, la lotta per il podio e per il titolo riguarda il poker d’assi già consacrato. O giù di lì.

Ultime notizie su Varie

Varie

Tutto su Varie →