Home Le Mans ’79: gran volo di Virginio Ferrari. Salvo per miracolo!

Le Mans ’79: gran volo di Virginio Ferrari. Salvo per miracolo!

C’è grande attesa per il quinto round iridato di Le Mans. Località mitica dei motori. Un nome che evoca (non solo per le auto) grandi corse e grandi ricordi. Anche se il GP motociclistico di Francia, nel corso degli anni, ha fatto tappa in diversi circuiti. Nel 1951 ad Albi (un triangolo di km 8,901,

C’è grande attesa per il quinto round iridato di Le Mans. Località mitica dei motori. Un nome che evoca (non solo per le auto) grandi corse e grandi ricordi. Anche se il GP motociclistico di Francia, nel corso degli anni, ha fatto tappa in diversi circuiti.

Nel 1951 ad Albi (un triangolo di km 8,901, tracciato velocissimo dove il 14 luglio del ’51 perì il campione del Mondo Dario Ambrosini su Benelli 250). Nel 1953 e 1965 a Rouen (Km 5,100 tra le foreste, con un rettilineo di 1300 metri). Nel 1954 e 1955 a Reims (uno stradale nella capitale dello Champagne di km 8,301 con due lunghi rettifili e tre curvoni, medie sul giro vicino a 190kmh!). A Clermont Ferrand dal 1959 al 1964, poi 1966 e ’67 (montagnoso nella zona del Puy de Dome, km 8,057, salite e discese fino al 10%, e … 52 curve ). Infine, dal 1969 a Le Mans “Bugatti”, intervallatosi successivamente con l’impianto modello di Le Castellet.

Amarcord “torna” a Le Mans del 1979, ultima tappa (dopo Venezuela, Austria, Germania, Italia Imola, Spagna, Jugoslavia, Olanda, Belgio, Svezia, Finlandia, Inghilterra, Cecoslovacchia) di quel combattuto motomondiale dove nella classe 500 Virginio Ferrari (Suzuki 2T 4 cl in quadrato, oltre 120 Cv, 135 kg a secco) lottava per il titolo iridato con “King” Kenny Roberts (Yamaha 2T 4 cl in linea fronte marcia, oltre 120 Cv, 133 kg a secco).

Con l’italiano e l’americano sono della bagarre Barry Sheene, Jonny Cecotto, Willy Artog, Randy Mamola, Franco Uncini, Cristian Sarron, Philippe Coulon, Takazumi Katayama ecc.

La vigilia è “rocambolesca”. Nella notte prima della gara Sheene getta … un televisore dal quarto piano dell’Hotel Concorde mentre Virginio deve vedersela con l’imprevisto … femmineo (incontro ravvicinato e burrascoso della vecchia “fiamma” con la nuova compagna … del pilota italiano…). Si fa comunque domenica mattina.

La corsa prende il via alle 16. Starter d’eccezione, il 15 volte iridato Giacomo Agostini che, puntuale, cala la bandiera a scacchi e il sibilo dei motori si mischia al boato dei 150 mila presenti. A differenza delle gare precedenti, Virginio ha una pessima partenza. E’ Van Dulmen la saetta! All’olandese si incollano Sheene, Hartog, Sarron, poi Roberts affiancato dal giovane scudiero Mamola.

Van Dulmen è preso dalla foga e alla fine della prima tornata vola via (proprio nel punto dove si trovava l’estensore di queste note) nella “destra” prima della “esse” che porta sul lungo rettilineo del traguardo. Ferrari è in “palla”, fa miracoli, infilando uno dopo l’altro chi lo precede. Al quinto giro, con una staccata da brivido, alla “esse”, il portacolori del team di Roberto Gallina agguanta Sheene, (nel senso che quasi lo travolge …) e balza prepotentemente in testa.

La folla esulta, salta le modeste reti di recinzione ed è tutta sul ciglio della pista. Sembra di essere al Giro d’Italia. Il campione italiano transita “primo” al settimo, all’ottavo, al nono, al decimo giro. Poi il compagno di Marca Sheene gli rende pan per focaccia e riprende a guidare la muta indiavolata. Virginio non ci sta e risponde. Dai box si sbracciano per sedare l’improvvisa lotta in famiglia. Scorrono, come fotogrammi impazziti, altri tre giri. Manca Ferrari! No, eccolo! E’ settimo, (a oltre 15 secondi!) dopo un dritto a fine discesa oltre il ponte Dunlop, per il “tete a tete” con Barry.

Al 14esimo passaggio il centauro milanese riagguanta la coda del gruppo di testa. Adesso l’incrocio di lame è con Cecotto. Il venezuelano non cede: scintille! Virginio tenta di replicare il miracolo nella staccata che precede la “esse”. Non chiude. Entra completamente di traverso, tenta la curva, cerca un varco. Inutile. L’asfalto non c’è più. La moto svirgola impazzita, s’impenna, catapulta il pilota che finisce dopo un volo pauroso nelle reti di protezione.

La folla grida terrorizzata. Poi cala il silenzio dei giorni delle tragedie. Tutti corrono. Ferrari non dà segni di vita. Perde sangue dalla bocca e dalle orecchie. Claudio Costa è già lì. Arriva l’ambulanza e via a sirene spiegate all’ospedale di Le Mans.

Sheene vince la corsa e Roberts il titolo mondiale. Ma a chi importa? Virginio lotta fra la vita e la morte. Poi la sua forte fibra (fra interventi chirurgici, ingessature e chiodi) e … il fato favorevole ce lo riporteranno più forte di prima per la stagione successiva. Ferrari, che tempra! Uno dei grandi, ragazzi! E che corse…

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