Emporio Elaborazioni Meccaniche, l'arte dell'elaborazione Vintage
Intervista a Andrea "Dopz" Erba di Emporio Elaborazioni Meccaniche, garage romano specializzato in café racer, scrambler e moto vintage
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Se volete parlare di moto (come la Morini Treemezzo che vedete nel video), scarichi e pistoni, i ragazzi dell’Emporio Elaborazioni Meccaniche vi aspettano tutti i giovedì sera nella loro officina di via Lidia 19 a Roma, per offrirvi una birra e una fetta di pizza. Nell’intervista di oggi a uno dei fondatori, Andrea detto “Dopz”, abbiamo preferito concentrarci sul conoscere meglio una realtà in costante crescita e che in occasione degli ultimi Motodays ha riscosso un grande e meritato successo con la loro versione della Honda CX 500 “Testardo”, il cui nome la dice lunga sullo spirito del garage e con la quale si sono aggiudicati il Premio Speciale della giuria al Motodays di Roma 2013.
Anzi della comunità, per citare Dopz, intesa come gruppo di amici, come “dopolavoro motoristico”, come un gruppo di persone che uniscono esperienze, idee, manualità, oggetti per trovare una sintesi che renda un rottame dimenticato in una cantina una piccola opera d’arte. L’Emporio non è il solito laboratorio di customers qui lo spirito è diverso: radici italiane con respiro british, sangue capitolino unito a “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, manualità e design, illuminazione poetica e bicilindrici scassati.
Come nasce emporio elaborazioni?
Nasce circa due anni e mezzo fa da tre appassionati di personalizzazioni, anche se ognuno aveva alle spalle una propria esperienza differente: chi aveva moificato la propria moto per aumentarne lo stile vintage oppure le prestazioni. Io ad esempio sono un “bmwista”, mentre un altro dei fondatori è un guzzista poi c’è anche chi è amante delle stradali più comode. Anche le nostre esperienze lavorative precedenti sono diverse, io vengo dal design, Giuliano viene dall’oreficeria oppure Leo, che ora si è staccato dal progetto aveva una ferramenta dalla quale all’inizio attingevamo per prendere pezzi per le nostre creazioni. Abbiamo creato una sinergia, unendo la passione per le modifiche in stile vintage, all’inizio abbiamo comprato due moto degli anni ’80 per vedere dove arrivavamo e da lì sono uscite la Mastino e poi la Striscianera. Moto del ’84 un’XJ 600, una stradaiola da cui è nata una café racer inglese.
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Il nome emporio evoca qualcosa di antico, uno spirito da bottega…
Quando abbiamo rilevato il negozio in cui ora c’è la nostra officina (da cui presto ci trasferiremo per allargarci) abbiamo trovato una vecchia scritta “emporio” sopra la saracinesca e ci è piaciuta fin da subito per il suo spirito vintage. “Elaborazioni Meccaniche” perchè rispecchia lo spirito artigianale, la nostra filosofia non di customizzatori ma di creatori di special. Prendiamo moto degli ultimi 20 anni e ne facciamo scrambler, café racer, mezzi manubri e uno dei fattori sorprendenti è che ora siamo diventati il centro di una piccola comunità di amanti del vintage: molti clienti sono diventati amici e ora c’è chi ci aiuta portando pezzi di ricambio, chi disegna la grafica delle magliette: non è un officina chiusa, al giovedì le persone possono venire a bere una birra, scambiare idee e parlare di moto e così nascono belle amicizie.
Roma è un bel bacino di utenza?
Si al momento lavoriamo principalmente su Roma e Centro Italia, come Toscana, Campania e Umbria, ma ci stiamo allargando sempre di più, anche grazie a esperienze come il Motodays.
Chi è che si rivolge a voi principalmente?
Due anni fa ti avrei potuto dare un profilo abbastanza specifico, più che altro di persone adulte, ora dopo i Motodays è chiaro che l’amore per la moto minimal è eterogeneo, dalle persone più grandi che hanno vecchie moto che vogliono rinnovarle nel carattere, perchè stanchi della moto cui sono affezionati, ai 20enni malati dei vecchi Cagiva che vogliono un pezzo unico artigianale anche senza prestazioni esagerate, oppure chi vuole alleggerire la moto per avere velocità o chi ama il pezzo di design unico. Prima era più sui cinquantenni, ora è un mondo che si sta allargando trasversalmente, ci sono stati ragazzi che ci hanno chiesto di poter venire da noi a imparare.
Il che mi sembra un segnale molto positivo, intendo questo interesse da parte dei più giovani.
Sicuramente c’è un ritorno al spirito da garage, un piacere alla manualità e alle cose più semplici, la voglia di fare qualcosa di pratico, manuale e di imparare un artigianalità legata all’estetica. Amalgamiamo pezzi di uso comune ma riutilizzati con un criterio preciso, che richiede molto lavoro e molti progetti.
Ho visto che avete in cantiere una BMW.
Si, è una BMW R80 RT, per è stato facile pensare a una special perchè sono un appassionato delle BMW 2 valvole e quando abbiamo iniziato avevo già in mente un progetto finale. Ne faremo una scrambler dai tratti British Army, tipo Triumph dell’esercito inglese, una moto robusta ma con tratti eleganti, che unisca la potente rozzezza del motore bicilindrico a una classe vintage, ma ora manca quel qualcosa in più che ancora stiamo cercando.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione? Come nasce una vostra special?
In genere portiamo dentro la moto e la spogliamo per guardare il telaio. Da lì quando è nuda, con le ruote iniziamo a provare diversi serbatoi o pezzi che abbiamo accumulato negli anni e vediamo, a seconda dell’ispirazione cosa ci convince di più. In un certo senso, per usare un concetto giapponese aspettiamo il “satori”, ossia l’illuminazione.E’ un po’ come quando compri le scarpe, magari sai già che genere ti piace ma alla fine c’è solo un modello che ti rapisce: noi invece abbiamo in mente un modello, poi è quel singolo elemento che riesce a caratterizzare una nostra creazione in maniera unica.
A proposito di singoli elementi particolari, vedo che nella vostra officina ce ne sono parecchi, tipo una caffettiera trasformata in lampada.
Si ne abbiamo costruiti molti, vedi nella Testardo il cupolino che trasformato in codino o le chiavi che diventano supporti, oppure, restando in tem di caffettiere, ne abbiamo appena trasformata una in contachilometri, ora è lì, però, se avremo l’illuminazione, magari la installeremo su una moto.
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