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Metzeler Roadtec 01: primo contatto

Una gomma per tutti i motociclisti, per le moto più diverse, con ottime prestazioni sia su asciutto che bagnato, che non tradisca e duri tanto: Metzeler rilancia con Roadtec 01

Prova pneumatici Metzeler Roadtec 01 – Gomma morbida, intermedia o dura, slick o rain: tutti i piloti dei campionati di moto, ormai nel loro vivo, vivono questo dilemma, poi montano le gomme, corrono per meno di un’ora e arrivano con delle carcasse che perdono pezzi di cui lamentano questo o quel comportamento che gli ha condizionato la gara. E questo lo chiamate campionato monogomma?

Monogomma significa montare una sola gomma, indipendentemente dal tipo di moto che si ha, e sopravvivere al traffico e alle statali col manto sporco, alla pioggia o al caldo torrido, per migliaia di chilometri, tutti i giorni, senza batter ciglio, mai! Ovviamente scherziamo, sappiamo bene che sono due mondi che non possono essere paragonati, ma questa provocazione può servire a ricordarci quanta tecnologia serva per costruire gomme dall’utilizzo a 360°, così da introdurre la nuova Metzeler Roadtec 01.

Metzeler Roadtec 01: com’è

La Roadtec 01 è la naturale evoluzione della Roadtec Z8, con sostanziali differenze tanto nelle prestazioni assicurate, quanto nell’aspetto, motivo che ha portato al nuovo nome. Una gomma destinata a lavorare sulla stragrande maggioranza di moto in circolazione, con specifiche misure HWM (Heavy Weight Motorcycles) per quelle più “importanti” e soprattutto capace di garantire sicurezza e grip tutto l’anno, in ogni condizione d’utilizzo.

Parlando di sostanziali cambiamenti, la prima cosa che si nota sono gli intagli del battistrada.
In quello anteriore, con un motivo tigrato, sono disegnati in modo che la distanza fra essi vada aumentando all’allontanarsi dal centro della gomma, in modo da garantire un ottimo drenaggio dell’acqua senza compromettere la maneggevolezza, oltre ad un’ampia superficie d’appoggio in piega. Diverso il disegno sulla gomma posteriore. In Metzeler lo definiscono “Drops & Sabers” e, in effetti, ben descrive il motivo del battistrada posteriore. Tagli di lama intersecati, nella direzione opposta, da una rete di gocce.

Il particolare disegno, come nel caso dell’anteriore, serve ugualmente a garantire un ottimo drenaggio dell’acqua e offre ampie zone di gomma sulle spalle, così da permettere un maggior grip ed una risposta progressiva quando si è in piega. I piccoli trattini, le “drops”, invece sono quelli che consentono un miglior drenaggio dell’acqua oltre ad aumentare la trazione in condizioni di media o bassa aderenza ed inoltre permettono un più veloce riscaldamento delle gomme.

Per quanto riguarda la mescola, invece, rimane doppia al posteriore, per una lunga percorrenza e ottimo grip in piega, mentre l’anteriore è al 100% in silice, per favorire il grip, perfino in condizioni estreme come una frenata su pavé bagnato. Rimangono anche la cintura d’acciaio 0° e la tecnologia Interact, studiati per migliorare stabilità, comfort e risposta della gomma. A completare l’opera di rinascita della Roadtec, la vita della gomma viene prolungata del 10%, offrendo quindi un chilometraggio complessivo maggiore.

Salvo quest’ultima caratteristica, che non abbiamo modo di verificare (ma di cui non abbiamo nemmeno motivo di dubitare), siamo pronti a verificare come tutto ciò si traduca nel quotidiano, su quel difficile terreno che è la giungla cittadina, dove le macchine ti costringono spesso a inchiodare, scartare, schivare, anche in presenza di bagnato, pavé, strisce pedonali o tutto insieme, insomma quel gran caos che sono i luoghi densamente abitati.
E quindi noi siamo andati a provare le Metzeler Roadtec 01 nelle silenziose campagne tedesche!

Metzeler Roadtec 01: come va

[rating title=”PRIMO CONTATTO” value=”9″ layout=”left”]Effettivamente sembra un assurdo, eppure esattamente al centro del triangolo Francoforte-Norimberga-Stoccarda, in mezzo alla natura, sorge il centro prove della Bosch di Boxberg, con circuiti attrezzati per riprodurre tutte le possibili situazioni di guida, senza però che nessuno debba rimetterci le ossa per farlo.

Quattro test: un circuito anulare per le alte velocità, percorsi di handling sia sull’asciutto che sul bagnato, frenata brusca su pavé bagnato e un bel giro di 200 chilometri per la campagna teutonica; a disposizione un parco moto tra i più assortiti: tourer, sportive, naked, enduro stradali, a due, tre o quattro cilindri, dai 700cc ai 1400 cc di ogni marca e modello, tutte diverse tra loro se non per la gommatura: Roadtec 01.

Cominciamo subito con la cosa più facile: dare gas. Per lo scopo abbiamo a disposizione un anello con curve paraboliche dove cercare la velocità massima. Utilizziamo a più riprese tutte le moto disponibili: Kawasaki Z1000SX e ZZR 1400, Suzuki GSXS1000F, BMW S1000RR e HP4. L’abbiamo detto che questa era la prova facile ed infatti, a parte il personale divertimento, non riscontriamo che ottime performance, addirittura con moto, come la BMW HP4, ad esempio, su cui difficilmente si monterebbe una Roadtec 01.

Per introdurre la variabile “curve”, passiamo alla seconda prova, affrontata con altre moto variamente assortite, tra cui una Honda CB1000R, BMW R1200R e S1000XR, Yamaha MT-07 e 09, Kawasaki Versys, Suzuki V-Strom 1000. Le gomme si scaldano nel corso di un giro del piccolo circuito e danno immediatamente un’ottima confidenza: cambiando moto ogni paio di giri si ritrova invariata la sensazione di grande confidenza e sicurezza nella gomma che rimane costante nonostante moto, posizione di guida, prestazioni di motore e ciclistica così diverse. Per cominciare a vedere, però, le altre caratteristiche della Roadtec 01, bisogna introdurre un altro elemento: l’acqua.

Su un altro apposito circuito troviamo quindi vasti tratti ben bagnati, con curve di vario raggio da affrontare, in salita e discesa. Viene istintivo “prendere la guida con le molle” quando si vede una curva stretta in discesa, costantemente innaffiata, alla fine d’un rettilineo; eppure già dopo un giro, il comportamento sul bagnato è tale che si prende rapidamente confidenza, aumentando il ritmo, senza perdere una rassicurante sensazione di controllo e stabilità dello pneumatico.

È vero che sul circuito di prova non ci sono quelle belle pozze che abbiamo noi in Italia, con quei ristagni tanto accoglienti per le ruote dei motociclisti, eppure la sensazione avvertita su un buon asfaltato pesantemente allagato (ma non ristagnante) è tale da farci immaginare un comportamento comunque molto buono anche sulle nostre malandate strisce d’italico asfalto. Poi, tanto, la prova successiva mette a tacere tutti.

Partiamo pure dal presupposto che molto presto l’ABS sarà obbligatorio: ciò nonostante l’inchiodata sul sampietrino bagnato rimane saldamente nella Top 5 dei peggiori incubi di un centauro.
Certo, con l’ABS il rischio di caduta è quasi del tutto scongiurato (manteniamo il quasi per l’estro di quei geni che poi finiscono nei video che girano in rete), ma su un fondo così scivoloso gli spazi di frenata sono comunque un’incognita importante. Fermarsi un metro prima o dopo quando si inchioda, può essere la differenza tra baciare il paraurti di un auto o baciare direttamente il conducente della stessa e il portantino che poco dopo ci soccorrerà… speriamo. Scherzi a parte, questo è diventato l’obbiettivo di Metzeler: ridurre sensibilmente lo spazio d’arresto anche nella condizione di frenata più critica, incrementando controllo e stabilità del precedente Z8.

Per la prova l’incubo si materializza in una bella striscia di sampietrini un po’ sconnessi, lucidati di fresco e copiosamente irrorati con acqua fresca. Parcheggiate da una parte due Suzuki Bandit S, una bianca e una nera, una con Z8 e una con Roadtec 01, entrambe allestite con un sofisticato sistema proprietario di Metzeler che, attraverso un GPS, diversi sensori ed una centralina con un apposito programma, registra tutti i dati della moto e misura lo spazio di frenata con un margine d’errore di venti centimetri.

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Si salta in sella alla prima moto, con la Roadtec Z8, si prende la rincorsa e ci si lancia sul viottolo di pavé ad almeno 60 km/h. Vedere la gomma anteriore che si accinge a lasciare il solido asfalto per aprire due ali d’acqua sull’infida pietra, non è un’immagine rassicurante, eppure quando il momento arriva: niente. Nessuna instabilità, cambiamento di trazione, scodinzolio… niente di niente. Per le gomme sembra non essere cambiato nulla, salvo il tipico sobbalzamento da sampietrino; diamo quindi un colpetto di gas e ugualmente le gomme tengono benissimo.

Il cono a bordo del viottolo indica che devo strizzare frizione e freno anteriore e dare una pesante acciaccata al freno posteriore. Fortunatamente non ho il tempo di pensarci che la moto s’impunta e decelera, il tempo di avvertire il tipico tremolio alla leva e pedale del freno, qualche vibrazione all’anteriore e devo mettere il piede a terra ché sono fermo.

Ottimo comportamento delle Z8, cambio moto e provo le Roadtec 01. Stessa procedura, stavolta affronto il viottolo dando già qualcosina in più, aspettandomi il comportamento della copertura precedente, ma in effetti qualcosa cambia. Per quanto il passaggio da asfalto a pavé bagnato mi fosse sembrato morbido e quasi impercettibile, ora mi sembra che l’asticella si sia alzata. Così come nella frenata vera e propria, dando una “strizzata” maggiore ai freni, la decelerazione è più incisiva. Ad occhio però non saprei dire quanto più incisiva, in termine di metri, e quindi tornano utilissime le rilevazioni eseguite durante la prova da Metzeler.

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Si può attestare quindi che, preso un campione di sei giornalisti specializzati, facendo compiere ad ognuno tre frenate con la Z8 e tre con Roadtec 01 su pavé bagnato, ci si arresta tra i due e i quattro metri prima con la Roadtec 01 che con le Z8. La prova del nove è sulle strade tedesche, in mezzo ai boschi, salendo e scendendo le colline, in mancanza di montagne. Le moto che ci scambiamo sono ancora altre: una Triumph Speed Triple e una Tiger, BMW R 1200 GS, R 1200 RT e S 1000 R.

Dopo una mattinata a testare il grip sul bagnato, la fiducia nello pneumatico è piena. Veloce tempo di riscaldamento e da subito un ottimo comportamento sul guidato, anche accelerando e tenendo passi alti, con un’aderenza in curva solida e senza incertezze. Dopo una tale indigestione di prove e moto ci scopriamo a confrontarci sulle sensazioni, su questo o quel modello, facendo paragoni e scambiandoci opinioni constatando che siamo tutti concordi sulla validità e poliedricità della Roadtec 01.

Certo, ci sarebbe piaciuto portarcene via un treno, nelle misure disponibili che trovate di seguito, per poter confermare o confutare il dichiarato aumento di durata del 10%, ma per questo dovremo confidare sui feedback di chi, tra voi, li acquisterà.

Misure disponibili

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120/60 ZR 17 55W TL
120/70 ZR 17 58W TL
120/70 ZR 17 58 W TL HWM
110/80 R 19 58 V TL
120/70 ZR 19 60W TL
150/70 R 17 69V TL
160/60 ZR 17 69W TL
170/60 ZR 17 72W TL
180/55 ZR 17 73W TL
180/55 ZR 17 73W TL HWM
190/50 ZR 17 73W TL
190/50 ZR 17 73W TL HWM
190/55 ZR 17 75W TL
190/55 ZR 17 75W TL HWM

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