Home Valentino Rossi e Ducati: quando gli errori si fanno in due

Valentino Rossi e Ducati: quando gli errori si fanno in due

Il fallimento della stagione 2011 è un concorso di colpe


Qualche giorno fa Valentino Rossi ha rilasciato un’intervista alla Rai, nella quale rispondeva a domande mirate e per la prima volta si è trovato ad analizzare con calma la sua situazione: “La Ducati ha pregi e difetti che non collimano con i pregi e i difetti della mia guida. Nei punti dove sono stato forte non mi trovo con la Ducati e viceversa”

E’ chiaro che Valentino parla di concorso di colpa, un mix letale di inefficienze che lungo tutta la stagione hanno portato ai risultati disastrosi, con il pilota che non riusciva a guidare la moto in maniera reddizia, dando dati non completi allo sviluppo che a sua volta non è riuscito a creare una moto adatta allo stile di guida di Rossi, e via così con tentativi rivelatisi veri e propri fallimenti. E’ un nastro di Möbius, un serpente che si morde la cosa.

Qualcuno spara a zero sul pilota, altri sparano a zero sulla moto, ma quello che è successo a Phillip Island credo sia il più lampante degli esempi che danno la colpa ad entrambi gli elementi: al 14° giro Valentino Rossi cade dopo aver superato Bautista. L’asfalto era leggermente umido per le gocce di pioggia e tutti i piloti hanno rallentato il ritmo con una media di circa mezzo secondo. Gli unici due piloti in pista che hanno continuato a tirare senza rallentare dal giro precedente sono stati Dovizioso e Rossi, il primo però non è in cappato in cedimenti dell’anteriore ed è rimasto in piedi.

L’intervista continua: “L’incastro fra me e la moto non sta funzionando tanto bene, e non è nemmeno semplice da sistemare. Ci vuole tempo e pazienza. Io ho ancora voglia di correre, non ho nessun dubbio su questo, non siamo come i calciatori che a 32 anni sono nella parabola discendente, noi possiamo ancora dare tanto per altri anni” e chiude rispondendo ad una domanda sempre valida, ti senti il pilota più forte della storia? “difficile dirlo, di sicuro sono nei primi 3, con Hailwood e Agostini” Il resto potete vederlo qui.

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