Home “Se non c’è Valentino non guardo più la MotoGP”. Retrospettiva del fenomeno mediatico.

“Se non c’è Valentino non guardo più la MotoGP”. Retrospettiva del fenomeno mediatico.

C’è chi va in pista per vedere le gare e tifa Valentino, e c’è chi va in pista per vedere Valentino. Rossi è quel grande professionista che tutti noi conosciamo anche perchè fa convivere in maniera armonica, all’interno della stessa figura, il lato più sportivo e quello più mediatico, gestendoli entrambi in modo eccellente, tanto


C’è chi va in pista per vedere le gare e tifa Valentino, e c’è chi va in pista per vedere Valentino. Rossi è quel grande professionista che tutti noi conosciamo anche perchè fa convivere in maniera armonica, all’interno della stessa figura, il lato più sportivo e quello più mediatico, gestendoli entrambi in modo eccellente, tanto da essere un punto di riferimento in entrambi i ruoli come ben sanno team, sponsor e tifosi.

Capita poi che un infortunio lo costringa a passare un trimestre fuori dalle piste. Mai era capitato prima d’ora e le ripercussioni da parte del mondo dello sport a due ruote non saranno grandi quanto quelle dell’altro grosso business che è tale anche grazie a Rossi, ovvero quello che porta in pista e davanti alle TV migliaia di fan non appassionati di motori e di competizioni.

La fetta di questa fascia d’utenza è grossa, parecchio, e in qualche modo la categoria ne accuserà il colpo: ieri e sabato ho sentito spesso la frase “che senso ha guardare la MotoGP, se non c’è Rossi?”. Ma non siamo qui per accusare qualcuno di falsa passione o interesse superficiale, quanto per buttare un occhio a cosa ci aspetta nei prossimi 3 mesi. Torneremo ai livelli di popolarità dell’epoca Pre-Rossiana o il fenomeno sarà limitato?

I dati auditel di questo Weekend al Mugello parlano di 31,73% di share con 4.803.000 telespettatori risultando nettamente il programma più seguito di fascia. La scorsa gara, a Le Mans, si parlava di 5.813.000 spettatori ed uno share del 34,97%. Flessione leggera, senza dubbio limitata da un evento ancora “fresco” ma che possiamo immaginare in aumento nelle prossime domeniche senza il Dottore. Il test della gara orfana, inoltre, non è stato spettacolare, quindi molti cervelli potrebbero assimilare l’input “no Rossi, no Party” pensando al round di Silverstone.

Meno ascolti, meno giro di affari, meno finanze in una categoria già in crisi, che punta su soluzioni low budget anche in questi anni di ottima popolarità e livello competitivo. E’ presto per avere conferme, ma non per ipotizzare un futuro prossimo del Motomondiale meno popolare di ora, quando il mondo non sarà rossicentrico, e i Lorenzo, Stoner, Spies, Pedrosa ecc. ecc. dovranno farsi un mazzo tanto per far girare i soldi che quel signore di Tavullia creava dal nulla.

E’ brainstorming, e manca tanto tempo prima di un nuova vita del campionato prototipi; l’unica conferma che abbiamo avuto da questo weekend, è che l’infortunio del Signor Rossi Valentino ci ha dimostrato qual’è la potenza della sua figura in questo ambiente, e non è un’esagerazione innalzarlo a personaggio dello sport fra i più influenti della storia.

Le pieghe, la velocità, i brividi nel vedere un sorpasso, sono emozioni arrivate anche a chi non sa cosa si ottiene moltiplicando l’alesaggio per la corsa, perchè quel tizio con il cappellino giallo evidenziatore sa dare gas come nessuno, e lo fa con un carisma che non può lasciare indifferenti.

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