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Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!

Riportiamo oggi il bellissimo racconto di viaggio di Gattostanco, che ci ha segnalato questo itinerario di 14 giorni durante i quali ha percorso all’incirca 5000 km: si tratta di un report che, come lui stesso dice, è stato scritto per non dimenticare tanti dettagli e per fornire qualche spunto a chi decidesse di partire ripercorrendo


Riportiamo oggi il bellissimo racconto di viaggio di Gattostanco, che ci ha segnalato questo itinerario di 14 giorni durante i quali ha percorso all’incirca 5000 km: si tratta di un report che, come lui stesso dice, è stato scritto per non dimenticare tanti dettagli e per fornire qualche spunto a chi decidesse di partire ripercorrendo tratte analoghe.

RACCONTO DI VIAGGIO
Domenica 21 giugno 2009
L’idea alla base di questo giretto in moto era quella di rivedere ed i colli dei Vosgi e collegarla prima ai luoghi della Linea Maginot, poi con le Ardenne, che nelle grandi foreste hanno visto l’ultima grande offensiva tedesca, per rientrare a sud visitando la Foresta Nera.

Grazie a internet abbiamo “buttato giù” nel nostro vecchissimo GPS una bozza di percorso che ci aiutasse a non “perdere la via”, per non doverci fermare troppo spesso a consultare le cartine tradizionali e anche per saper dove cercare (e trovare) alcune cose da vedere che non volevamo perderci.

Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!

Siamo partiti alle 7.30 di domenica mattina, velocità di crociera di 130 km/h in autostrada; l’autostrada è il terreno meno amato dalla Multistrada: il cupolino è infatti troppo piccolo e ravvicinato per proteggere efficacemente ad alta velocità, mentre 120 o 130 km/h permettono di non stancarsi troppo.

Dopo Domodossola finalmente l’autostrada finisce e ci dirigiamo verso il Passo del Sempione: l’idea è infatti quella di utilizzare il pomeriggio e la mattina successiva per ripercorre i fantastici passi svizzeri che si trovano subito a nord del Sempione e della Val Formazza (Nufenen, S. Gottardo, Furka, Grimsel, Susten); tra l’altro non avevo mai affrontato il Sempione, che diventa così il 252° della collezione anche se in realtà non mi ha affascinato più di tanto: come tracciato è veloce ed abbastanza banale.

Comunque una volta in Svizzera compriamo la vignetta per il trasferimento previsto l’indomani, poi ci dirigiamo verso il Nufenenpass: salire al Nufenen è sempre molto bello, ma oggi fa anche un gran freddo; indossiamo tutto quello che abbiamo: d’altronde sapevamo che, vestiti con abbigliamento molto leggero per visitare i paesi della pianura Alsaziana, sui passi avremmo dovuto “bardarci”.

Come sempre deludente invece il bar/rifugio in cima: non si può essere in un posto così bello e doversi fare un cappuccino (da 3.30 euro!!!!) con la macchinetta a pulsante del self-service…

Scendiamo quindi senza troppo rimpianto verso Airolo per affrontare la salita sulla vecchia strada del San Gottardo: bellissimo! I tornanti si affrontano con calma, visto l’acciottolato di sampietrini, ma il fascino di questo tracciato è impagabile; incontriamo anche la vecchia carrozza trainata da cavalli bianchi, ed il traffico automobilistico è ridottissimo.

In cima però ci accoglie il maltempo: le nuvole chiudono ogni panorama e addirittura sulla visiera vediamo qualche fiocco di neve; scegliamo quindi Andermatt, dove troviamo un’ottima sistemazione in centro, presso la Gasthaus Zum Schwarzen Baren, che ci mette anche a disposizione il garage per la Multistrada.

Lunedì 22 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Da ieri sera non ha ancora smesso di piovere: non una pioggia intensa, ma sarà comunque un peccato non trovare la strada asciutta; indossiamo le antipioggia e ci dirigiamo verso il Sustenpass, l’unico che siamo riusciti a percorre solo una volta (e sono già passati alcuni anni) e che quindi ci interessa di più.
Fa freddo e le nuvole basse tolgono molto piacere alla vista del paesaggio circostante; vediamo un cartello “pericolo ghiaccio” e ci preoccupiamo, avendone ben donde: già molto prima della cima comincia a nevicare e la neve riesce anche ad attaccare in alcuni punti; in cima, oltre al freddo pungente, una sorta di tormenta di neve ci fa decidere di ripartire molto in fretta e di abbandonare l’idea di proseguire il giro dei passi: Furka e Grimsel li rivedremo un’altra volta.

Anche una volta scesi a quote più basse il maltempo non ci molla: acqua a volontà e temperatura che non ha nulla del secondo giorno d’estate; avevo puntato sul GPS una “panoramastrasse” svizzera mai percorsa, ma al contrario seguiamo l’itinerario più diretto per Lucerna e ci infiliamo in autostrada il prima possibile.

In un Imbiss proviamo a rifocillarci non appena i continui scrosci di temporale ci lasciano mezz’ora di tranquillità, poi attraversiamo in fretta Basilea e ci troviamo in Francia; risaliamo fino a Rouffach e troviamo il sole (che meraviglia togliere l’antipioggia!): visto che è presto per cercare un albergo, ne approfittiamo per visitare la splendida cittadina di Riquewihr con il suo centro meravigliosamente conservato e pedonale, le case in graticcio, le pasticcerie che sfornano loverie a getto continuo.

Dopo un buon dolcetto alsaziano riprendiamo la moto e raggiungiamo Ribeauvillè, dove avevamo deciso di far base almeno per un paio di giorni; avevamo infatti individuato un paio di Logis de France interessanti: lo Cheval Blanc è nella parte antica e “pittoresca” di Ribeavillè e la stanza è nostra per due giorni e la cena si rivela veramente notevole.

Martedì 23 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Facendo tappa per due notti allo Cheval Blanc non dobbiamo fare le valigie e viaggiamo quindi leggeri, il che è meglio, perchè oggi si guida: abbiamo infatti deciso di vedere come sono le strade dei Vosgi; A casa mi sono preparato un anello di circa 300 chilometri e sono certo di incontrare sul percorso almeno una decina di colli… (in realtà saranno ben 14, portando la Collezione a quota 266!!!).

Dopo l’ottima colazione partiamo quindi per il Col Haut de Ribauvillè, poi puntiamo sul Col de Bagenelles e a sud per Gerardmer e Comimont: questa è la parte meno bella del percorso perchè sono zone dove il turismo legato allo sci invernale, soprattutto di fondo, ha rovinato e cementato molto l’ambiente.

Ma in mezzo ai Vosgi le strade sono immerse tra i boschi, i paesi sono rari e non ci si trova quasi mai di fronte a limiti di velocità che riducano quelli generali; Ballon d’Alsace e Grand Ballon regalano panorami di notevole bellezza, la salita al Col de Bramont è una vera e propria pista con curve raccordate e guidabili: quasi ovunque noto le protezioni sotto i guardrail… evidentemente qui, soprattutto nei week-end, i motard locali sfogano la loro passione.

Ecco l’elenco dei colli (in ordine): Col Haut de Ribeauvillè, Col de Bagenelles, Col du Prè de Raves, Col du Bonhomme, Col de Grosse Pierre, Col du Menìl, Col du Ballon d’Alsace, Col du Schirm, Col de Hundsruck, Col Amic, Le Grand Ballon, Col du Bramont, Col de Platzerwales, Col de la Schlucht.

In questo strano inizio d’estate, il freddo in quota è però ancora molto pungente e ci rovina un po’ il gusto delle soste ad ammirare gli splendidi panorami: questa zona comunque è veramente bella se si amano le foreste e grandi spazi selvaggi.

Oltre all’interminabile sequenza dei colli e allo splendido percorso della Route des Cretes, dobbiamo anche annotare alcune altre “chicche” di valore mototuristico: la diga ed il lago di Alfeld (Barrage d’Alfeld, costruita tra il 1884 ed il 1887) il centro di Thann, la Necropoli Nazionale di Le Vieil Armand dedicata ai caduti francesi della Prima Guerra Mondiale.
Comunque la doccia bollente una volta arrivati a Ribeauvillè, l’ottimo Gigot d’Agneau con tortino d’orzo e la zuppa bollente di cavoli con formaggio fuso offertaci dallo Chaval Blanc, ci fanno rinascere.

Mercoledì 24 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Prima fermata è Hunawihr: la mattinata ci offre finalmente un clima gradevole ed è quindi molto piacevole passeggiare attorno alla chiesa fortificata ammirando le piantagioni di vite che si estendono a perdita d’occhio tra le dolci colline, sulle quali da ogni “cucuzzolo” spunta un castello, una torre, un piccolo forte: si tratta di zone contese e ricche che sono state difese e conquistate per secoli grazie alla forza delle armi.

Dopo Hunawihr facciamo rotta per Kaysersberg, che ci è piaciuta veramente molto: antica città imperiale dove è molto piacevole ammirare i giochi d’acqua attorno al ponte fortificato e alle mura del castello e le numerosissime case in graticcio

Raggiungiamo quindi nel centro di Colmar il quartiere della “Piccola Venezia” (Petite Venise), una zona molto pittoresca dove in alcuni angoli avresti veramente voglia di fermarti a lasciar scorrere il tempo placidamente, come le acque dei canali che regalano a questo quartiere il fascino della più famosa città lagunare.

Ma la moto è già pronta a ripartire e la prossima mèta è Neuf Brisach: avevamo letto in una guida turistica che Neuf Brisach è un villaggio classificato nel patrimonio mondiale dell’UNESCO e che per Luigi XIV ‘di tutti i diamanti della corona di Francia, il più bello è la fortezza del Reno”; non lo mettiamo in dubbio però oggi, nel 2009, abbiamo trovato una Neuf Brisach poco curata, con le erbacce alte che ti impediscono di camminare sui bastioni, case e strade ben poco curate, bar e ristoranti desolanti.

Seguiamo in direzione nord il percorso del Reno, sperando di poter ammirare il grande fiume, ma approdi commerciali, la ferrovia, gli altissimi argini rendono impossibile apprezzare il lungo-Reno dalla moto: facciamo una fermata e saliamo la ripida scalinata che ci porta in cima all’argine.

Nei pressi di Marckolsheim decidiamo di rientrare verso l’Alsazia non prima di aver dato un’occhiata alla Casamatta 35-3 dove è stato realizzato un Memoriale/museo dedicato alla Linea Maginot del Reno.

Dopo queste ore di pianura abbiamo voglia di guidare qualche ora: ripassiamo Ribeauvillè, e troviamo una stradina sterrata in mezzo ai vigneti, ma poi mettiamo finalmente le ruote sull’ottimo asfalto e le belle curve della strada che porta al Col de Fouchy e
siamo di nuovo tra i boschi lontano dalla civiltà: ecco il Col d’Urbeis, il Col du Hantz, il Col du Donon.

Dopo il Col du Donon, mentre già siamo in direzione Obernai e pensiamo a cercare un alloggio accogliente ed un buon ristorante per la cena, non possiamo non fermarci: troviamo il Campo di Concentramento nazista di Schirmeck-Labroque e, anche se ormai è tardi per una visita, anche ‘dal di qua’ del reticolato la vista delle casermette di legno, dei fili spinati, delle torrette delle guardie è qualcosa che tocca nel profondo ognuno di noi.

Raggiungiamo la pittoresca Obernai, dove i locali all’aperto nell’unica strada pedonalizzata del centro, sfornano pietanze tipiche molto appetitose e le mura illuminate, di notte, rendono romantica anche la passeggiata digestiva obbligatoria.

Giovedì 25 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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A nord-ovest di Obernai c’è Forte Mutzig: la cui costruzione è stata iniziata nel 1893 dall’imperatore Guglielmo II all’epoca in cui l’Alsazia era ridiventata tedesca, ma la giornata è splendida per viaggiare in moto per cui ci sganciamo.

Dopo il Col de Saverne ci ritroviamo nuovamente in mezzo alle foreste, che ci avvolgono per chilometri: siamo in direzione di La Petite Pierre, ma facciamo una piccola deviazione per vedere le “Case trogloditiche” (così era indicato nel cartello stradale) di Graufthal.

La Petite-Pierre è un’antica piazzaforte circondata da un magnifico ambiente montano nel Parco Naturale Regionale dei Vosgi del Nord: è un posto tranquillo e molto pittoresco in mezzo a ettari di foreste.

Facciamo poi rotta su Haguenau, la città dove fu stanziata la Compagnia Easy della serie Band of Brothers dopo la Battaglia delle Ardenne e qui ritroviamo la civiltà, i bar e le brasserie aperte nella zona del centro pedonale insieme a studenti e turisti che azzannano baguette immense tranquillamente piazzati sulle panchine.

Dalle parti di Betschdorf troviamo un’altra casamatta della Maginot, la Esch; ora la foresta ha lasciato definitivamente spazio ai pascoli e agli ampi fondi coltivati: Hunspach è un tipico villaggio alsaziano della Strada dei vini, classificato fra i più bei villaggi di Francia e in effeti è molto pittoresco e ben conservato, ma non pensate che vi sia turismo.

A poca distanza da Hunspach troviamo il Forte di Schoenenbourg, il più potente della zona del nordest, di nuovo ben nascosto in una buia foresta; è ormai pomeriggio inoltrato: dedichiamo mezz’ora ad una passeggiata a Wissembourg poi, visto che il caldo è arrivato, proviamo a guidare un altro po’, affrontando il Col du Pigeonnier ed il divertente Col du Pfaffenschlick.

Poi un altro forte della Linea Maginot: Four a Chaux di Lembach e, a Bitche, una cittadella fortificata che domina il paese: avevamo pensato di fermarci qui ma, nonostante le dimensioni da cittadina non proprio piccola, non siamo riusciti a trovare un albergo, così prendiamo una nazionale, diamo un’occhiata veloce a Fort Simserhof ed arriviamo alla città di Sarreguemines quasi a ora di cena.

La città, a parte il lungo fiume con i suoi battelli turistici, non è granchè (ed un po’ troppo grande per i nostri gusti) però l’Hotel Union è un Logis de France di buon livello, anche come ristorante.

Venerdì 26 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Ripartiamo di buon’ora da Sarreguemines, dopo la solita abbondante colazione: sappiamo di dover affrontare un trasferimento anche autostradale per passare velocemente la periferia e la zona industriale di Saarbrucken.

Ci colpisce la facilità con la quale si passa il confine franco-tedesco: sono giorni che viaggiamo tra cittadelle fortficate, forti, bunker costruiti negli ultimi 600 anni ed ora, da quasi un decennio, l’unico segnale del confine è un cartello blu con le stelle dell’Unione Europea e la scritta Bundes Republik Deutscheland.

Dopo Saarlouis svoltiamo in direzione Siersburg e ci ritroviamo in Francia e, poco dopo Veckring, ecco spuntare le colline di Fort Hackemberg: passiamo velocemente Thionville ed Hettange Grande e troviamo Fort Immerhof, il più vicino al confine con il Lussemburgo.

In realtà, percorrendo le decine di chilometri di dolce e desolata campagna della Mosella, non possiamo non notare bunker e piccole fortificazioni che seguono il confine senza soluzione di continuità, ma la particolarità di Fort Immerhof è che, per renderlo ancora meno vulnerabile, è stato praticamente interrato, e che sono ancora presenti i reticolati che lo proteggevano dalle avanzate della fanteria.

In mezzo al nulla tra la campagna e le colline attorno a Ugny, troviamo poi anche Forte Fermont, il più settentrionale della Linea Maginot; facciamo quindi rotta su Montmidi da dove, dopo una pausa pranzo nella piazza della splendida cittadella fortificata che domina l’abitato, ripartiamo con l’antipioggia indosso: passiamo così Sedan (giusto un’occhiata alla cittadella fortificata, visto il temporale in arrivo) e passiamo Charleville Mezieures sotto un acquazzone tropicale.

Troviamo riparo nella sconosciuta ma bellissima Rocroi, una cittadina tutta all’interno di enormi mura e terrapieni difensivi costruiti nell’arco di secoli dagli strateghi francesi: somiglia molto a Neuf-Brisach ma il paese, le mura, le installazioni militari sono tenute molto meglio; nella cittadina c’è vita, negozi, bar e troviamo un vecchissimo albergo in piazza, l’Hotel du Commerce, dove ci fermiamo in una stanza è grande e pulita, come i servizi. E spendiamo pure poco.

Sabato 27 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Decidiamo di regalarci un saluto all’Oceano, che da dista poco più di 200 chilometri; il problema è che il primo tratto è molto lento: da Rocroi, per Chimay, Rance, Beaumont, fino a Mons è tutta strada normale, mentre da Da Mons finalmente c’è l’autostrada.

Arriviamo a Dunquerke perchè voglio vedere con i miei occhi la spiaggia che ha visto la grande operazione di salvataggio del Corpo di Spedizione inglese nel 1940 e che ha permesso anche a tanti militari francesi di continuare la guerra contro i nazifascismi; reso questo omaggio, Claudia ed io preferiamo cercare un posticino di mare piccolo e pittoresco.

Prima di partire avevo visto, pochi chilometri a sud di Calais, due ‘capi’, Cap Blnc-Nez e Cap Gris-Nez; li raggiungiamo con l’autostrada che passa sopra l’imbocco all’Eurotunnel e la scelta è azzeccata: troviamo la costa che si impenna sulle scogliere in riva al mare, la campagna lavorata, colorata e ondulata a far da contorno all’Oceano, piccole calette o spiaggette di ciottoli bagnate dal mare.

Troviamo una stanza ad Escalles poi passiamo il resto del pomeriggio a goderci i panorami di Cap Blanc-Nez e Cap Gris-Nez.

Domenica 28 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Il trasferimento autostradale questa volta è molto meno caotico, più veloce e tranquillo; il Belgio tra Mons, Charleroi, Marcinelle non mi esalta: siamo in zone minerarie ma le strade principali e l’arredo urbano sono molto somiglianti alle nostre strade più brutte con mercatoni e capannoni industriali senza soluzione di continità, aree di sosta non eccezionali, molti limiti di velocità e pochi spazi aperti.

Per fortuna poi iniziano le Ardenne: giochiamo a rimpiattino con il confine franco-belga e pranziamo al sacco sotto la Rocca di Givet, sulle sponde della Mosa, poi seguiamo il corso del grande fiume con il suo continuo andirivieni di battelli di ogni tipo e dimensione; la strada che porta a Dinant è molto, molto bella, non tanto per le curve, ma per gli scorci che regala la Mosa.

Purtroppo giungiamo a Dinant in mezzo a una sagra o a una fiera: ovunque è un caos di auto e moto parcheggiate e c’è una gran folla di visitatori; ci basta quindi guardare la splendida fortezza che domina la cittadina (punto più a sud raggiunto dall’offensiva tedesca nelle Ardenne), poi fuggiamo in mezzo alle foreste e alle colline, dove un dedalo di strade e piccolissimi borghi contadini mettono a dura prova il senso d’orientamento persino di chi è dotato di un GPS.

Anche ad Hotton c’è una festa paesana, ma qui c’è meno folla: facciamo due passi e ci gustiamo le evoluzioni di una sorta di corsa a staffetta su strani macchinini a pedali (dove gli equipaggi composti da ragazze, stranamente, ricevono sempre spinte ed aiuti in salita).

Per la sosta notturna cerchiamo un paesino più vivo: troviamo La Roche en Ardenne, paesino molto accogliente e pittoresco con la sua rocca, le tante brasserie aperte, un pubblico molto giovane di appassionati di mountain-bike.

Lunedì 29 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Ripartiamo da La Roche en Ardennes dopo aver scattato un paio di foto al tank inglese Achilles posto ad un ingresso della città.

Queste sono le Ardenne che mi aspettavo, bellissime: boschi, pascoli, boschi, pascoli e solo ogni tanto un paesino o una valle con i campi coltivati; anche la periferia di Bastogne è ben poco invadente: arrivi subito sulla Grand Rue ed in Piazza Mc Aluiffe, dove fa bella mostra di sé uno Sherman con la blindatura posteriore sforacchiata da un colpo anticarro.

Facciamo rotta verso nord per dare un’occhiata al parco delle Hautes Fagnes: boschi, pascoli, boschi, pascoli; qui in mezzo troviamo anche una concessionaria Kia dove cambiamo la lampadina fulminata della Multistrada (maledette H7… le monta anche la mia auto e ne consumo a manciate…).

Passato il Col du Rosier raggiungiamo Spa, dove in una Brasserie un po’ “fighetta” con i tavolini sotto i tigli di fronte al Casinò, ci regaliamo un’ottima e fresca salade ammirando la fauna locale (molto carine le ragazze di Spa)!

Raggiungiamo il verdissimo Parco delle Hautes Fagnes, sostiamo ad ammirare la diga e l’invaso del Lac de La Gileppe ma poi, mentre girovaghiamo praticamente senza meta tra le strade alte ed in qualche caso panoramiche del Parco, ecco il solito nuvolone pomeridiano che ci raggiunge, scaricando pioggia a catinelle.

Decidiamo così di anticipare il trasferimento in direzione Foresta Nera: non ci arriveremo certamente entro questa sera, ma quando sarà ora di cena un albergo lo troveremo.

In effetti in mezzo alla Germania agricola non è che ci siano molte sistemazioni: notiamo però un’insegna Hotel vicino ad un’uscita autostradale a Nonnweiler e l’Hotel Simon si dimostrerà una scelta fortunata, con un’ottima sistemazione, tanta gentilezza ed anche una buona cucina; se poi fossimo stati degli amanti della birra, la sera nel BierGarten dell’albergo si trovava praticamente tutto il paese (ma senza urli o schiamazzi, qui siamo nella civile Germania) a bere la locale BitBurger!

Martedì 30 giugno 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Autostrada fino a Bann, belle strade in mezzo alle foreste nella zona di Ramstein ed in direzione di Rinthal, poi ad un tratto si torna in Alsazia, con le case a graticcio, le colline morbidissime coltivate solo a vite, il sole che scalda parecchio.

A Kandel troviamo casualmente anche un vero caffè italiano (anche se in questi giorni ci eravamo anche abituati a bere il caffè lungo in tazza grande che usa al di fuori dell’Italia).

Attraversiamo il Reno nei pressi di Wintersdorf e ci pappiamo un panino sulle rive del grande fiume, osservando il traffico di chiatte e battelli che entra ed esce dalle immense chiuse regolatrici di livello; ci dirigiamo poi verso Baden-Baden, dove riusciamo senza problemi ad individuare le indicazioni per la Schwarzwald Hohestrasse (la strada alta della Foresta Nera).

La Schwarzwald Hohestrasse è tutta molto bella, peccato che il romantico hotel sulla riva del MummelSee sia bruciato nel corso dell’inverno e che la riva del piccolo laghetto alpino sia un enorme, polveroso e chiassoso cantiere per la ricostruzione.

Freudenstadt è un centro molto carino ma un po’ troppo grande e trafficato per i nostri gusti, mentre Altensteig con i suoi vicoli in pendenza e le case che sembrano sospese nel nulla merita sicuramente una sosta; dopo ci dirigiamo verso Calw, ma troviamo questa una deviazione troppo lunga e su strade trafficate e non particolarmente divertenti: a Calw c’è un gran caldo ed un gran traffico… insomma, torniamo verso sud e capitiamo ad Horb am Neckar dove, essendo in moto da tanto, ma decidiamo di fermarci.

In effetti il paese non sembra avere alcun flusso turistico, ma è molto carino, con case, torri e chiese medioevali molto ben tenute e strade scoscese tra parte vecchia e parte nuova; la Gasthof ha quattro o cinque secoli ma le stanze sono grandi e ammodernate di recente.

Il menù è semplice e veramente tipico: si mangia nella sala che è un po’ il ritrovo della parte alta del paese, in pochi enormi tavoloni dove ti capita di avere all’altro lato anche altri commensali; beh, anche questa sosta la consideriamo ottima: da questo punto di vista questo viaggio non ci sta assolutamente deludendo!

Mercoledì 1 luglio 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
Rientriamo nel cuore della Foresta Nera turistica: già a Glatt vediamo alberghi e bar che a Horb sarebbero stati improponibili; Schiltach in questo senso è molto carina, con il centro scosceso in acciottolato, il placido corso del torrente con le panchine e le concerie delle pelli con le finestre aperte a far essiccare le lavorazioni.

Ci dirigiamo verso Villingen (ma senza entrare in centro) e poi prendiamo per Donaueschingen, dove è molto facile seguire le indicazioni per la Donauquelle, ovvero la Sorgente del Danubio.

Furtwangen, Triberg, Schonach: ecco la strada degli orologi a cucù famosi in tutto il mondo; Claudia riesce addirittura a stipare nel bauletto un orologio di costruzione artigianale acquistato da Rombach & Hass a Schonach.

Finalmente la PanoramaStrasse: ce ne godiamo una bella fetta asciutta, ma già in veloce fuga dalla nera perturbazione in arrivo, che poi ovviamente ci raggiunge e di nuovo pioggia a catinelle, fino al TitiSee; allora proseguiamo fino al meno turistico ma più tranquillo SchluchSee.

Giovedì 2 luglio 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Come tutte le mattine, ecco il sole; a pochi metri dagli alberghi di SchluchSee siamo già nella Wilderness delle foreste e dei campi di fattorie che rasentano la perfezione.

Strada ancora piacevole fino a Stuhlingen (però troppe volte si è in paese e quindi limitati a 50 chilometri all’ora.), nei pressi della quale si entra in Svizzera, direzione Sciaffusà: prendiamo l’autostrada (tanto abbiamo la vignetta) fino a San Gallo poi, dopo Au, usciamo a Widnau, entrando da lì a poco in Austria.

Per risparmiare la vignetta austriaca decidiamo di stare su strade normali, ma il traffico di Feldkirch e Bludenz ci mette a dura prova; comunque a Bludenz troviamo finalmente le indicazioni per la Silvretta HochapAlpenstrasse ed entriamo in Paradiso: mucche, cavalli, tornanti, neve, laghi, ghiacciai… questo è il mio ambiente, qui mi sento meglio.

Ho visto altre strade, molte mi sono piaciute, ma solo questi monti così alti che ti guardano dall’alto e che si fanno osservare, amare, ammirare, ogni volta che salgo sulle Alpi… beh, io in mezzo a queste Montagne ci sto bene!

Perdiamo un po’di tempo dopo Ischgl in attesa che i boscaioli liberino la strada poi, per evitare il traffico di Landeck, utilizziamo la bella deviazione alta di Tobadill, poi il PillerHohe (strada splendida) e infine la sosta a Wenns.

Venerdì 3 luglio 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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C’è una strada che non ho mai percorso; ci sono passato vicino molte volte ma una volta pioveva, un’altra non avevo tempo… insomma, è ora di percorrerla anche perchè è una delle strade asfaltate più alte d’Europa: è la Gletscher Strasse, la strada dei Ghiacciai che parte da Solden.

Questa volta abbiamo fortuna perchè il tempo visto da Wenns non prometteva nulla di buono, invece tiene: paghiamo sorridenti gli 8 euro e saliamo, saliamo, saliamo… al bivio in alta quota, tenendo la destra si raggiunge il ghiacciao a quota 2800; a sinistra si imbocca il tunnel che sbuca nei pressi di Tunnelausgang Sud a 2829 metri: il panorama è… glaciale, ma merita, anche se in quota è tutto un cantiere per predisporre le piste per l’inverno (qui partono le discese mondiali di Solden).

Scendiamo a quote più “umane” ma sempre piacevolissime e pago volentieri gli 11 euro della Timmelsjoch Hochalpenstrasse, che è sempre una delle mie preferite per la bellezza dell’ambiente circostante e per la splendida strada posata sui massi di origine glaciale nella parte austriaca.

Scendiamo e decidiamo di passare l’ultima notte del nostro giretto sullo Stelvio: è ancora lontano ma evitiamo il pranzo per gustare il classico paninazzo wurstel-senape-crauti che l’omino in cima ci offrirà assieme ad un quartino di vino.

La salita allo Stelvio la faremo sotto un forte temporale ma, tempo di prendere la stanza al “Genziana” e sbafare i panini, il sole fa di nuovo capolino; per asciugarci ci facciamo tutto l’Umbrail fino alla Val Mustair e ritorno, poi stiamo a zonzo per lo Stelvio in attesa che non rimangano solo i pochi ospiti dei pochissimi alberghi: la cena al Genziana ci mette di buon umore nonostante il rientro si avvicini e dormire lassù, in quel silenzio glaciale, con il tetto dell’albergo che ancora è in pieno disgelo, è troppo, troppo bello!

Sabato 4 luglio 2009
Alsazia, Linea Maginot, Ardenne, Foresta Nera… e oltre!
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Tornare a casa è la parte che mi piace sempre meno; Claudia ed io ci siamo goduti un sacco queste due settimane: nessun impegno, nessuna prenotazione, nessuno con cui doversi mettere d’accordo su un itinerario, su una sosta, su una mèta per un “giretto” in moto allungato estremamente rilassante.

Quattordici giorni sempre insieme, complici nelle piccole scelte e uniti da una sella, un interfono, una passione: credo che una passione in comune possa veramente fare bene anche alla vita di coppia… ripartirei subito!!!

Comunque, scesi dallo Stelvio ci siamo recati in pellegrinaggio a Bormio presso la Ditta Peloni (quella del Braulio), ma siamo pigri: lo Show Room apriva alle 10 e noi avevamo voglia di salire al Gavia, che con i suoi panorami è sempre uno dei passi più belli delle Alpi, dove siamo rimasti per un bel po’, forse perchè non trovavamo la forza di ripartire verso casa.

Il viaggio finiva lì, perchè il Tonale è ormai una pista per smanettoni in un ambiente montano rovinato e violentato da palazzi e costruzioni oscene: beh, dopo c’è solo l’autostrada, che ci porta a casa.

Un bellissimo giro in moto di quasi 5000 chilometri che meritava certamente un report altrettanto avvincente: ringraziamo Gattostanco per il bellissimo racconto e per le altrettanto belle fotografie che lo accompagnano; per vedere l’itinerario dettagliato o per ammirare altre fotografie, è possibile collegarsi al sito: gattostanco.it.

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