Sputnik: quando una Yamaha degli anni ’70 rinasce come flat track d’autore
Sputnik è la flat tracker su base Yamaha DT175 costruita da Pete Sykes: motore RT180 portato, telaio modificato, serbatoio in alluminio e Jemco expansion chamber.
Quando la passione per le due ruote incontra la maestria artigianale, possono nascere progetti unici capaci di riscrivere la storia del motociclismo. È il caso di Sputnik, una creazione che incarna l’incontro tra tradizione e innovazione, frutto dell’ingegno e della visione di Pete Sykes. Questa moto, destinata a essere esposta durante il prestigioso raduno AMA dedicato agli anni ’60 e ’70 presso il Piston Popper Speedway di Parkersburg, Pennsylvania, rappresenta un tributo vivente all’epoca d’oro delle conversioni su terra, senza però rinunciare a soluzioni tecniche contemporanee che ne esaltano le prestazioni e la fruibilità.
Dalla Yamaha DT175 a Sputnik
Alla base di Sputnik c’è una Yamaha DT175 degli anni ’70, una moto iconica che ha segnato la storia delle competizioni off-road. Il progetto non si limita a un semplice restauro: ogni elemento è stato ripensato e ricostruito per trasformare la moto in una vera flat track d’epoca. Il serbatoio e la sella, entrambi realizzati a mano in alluminio, testimoniano l’approccio artigianale che caratterizza l’intero processo. Ma il vero cuore pulsante della rinascita è il motore: l’unità originale lascia il posto a un propulsore proveniente da una Yamaha RT180 del 1990, opportunamente alesato e preparato per offrire una fascia di utilizzo più ampia e una risposta dinamica superiore.
Innovazione artigianale e dettagli tecnici
La ricerca della performance non ha mai sacrificato il rispetto per la filosofia costruttiva dell’epoca. Quando i kit Webco, storicamente impiegati per modificare la posizione della culla motore, non erano disponibili, Pete Sykes ha scelto di realizzare spessori torniti su misura, raggiungendo così un risultato strutturale e dinamico equivalente. L’avantreno, proveniente da una Honda XL250, si integra perfettamente con la configurazione scelta per la ciclistica, mentre lo scarico, un classico Jemco expansion chamber, valorizza la reattività del due tempi nelle marce di accelerazione.
L’attenzione al dettaglio si manifesta anche in soluzioni come la leva del freno posteriore posizionata sul manubrio e il sistema di decompressione, accorgimenti che semplificano le partenze e migliorano il controllo della potenza erogata. Ogni componente è il risultato di una ricerca meticolosa, finalizzata a garantire non solo prestazioni, ma anche affidabilità e sicurezza nelle manifestazioni storiche e su strada.
Tradizione e modernità: il progetto Vintage Sykles
Il ritorno di Pete Sykes nel mondo del motociclismo, dopo trent’anni di lontananza, ha dato vita a Vintage Sykles, un laboratorio in cui la passione per le due ruote si fonde con una profonda conoscenza tecnica e storica. Sputnik non è una replica fedele, ma un omaggio autentico all’atmosfera delle conversioni fai-da-te che popolavano i circuiti di flat track e TT scramble negli anni ’70. L’equilibrio tra elementi moderni, come il propulsore potenziato e la geometria del telaio modificata, e un’estetica rigorosamente vintage, permette di celebrare la memoria motoristica senza rinunciare alla praticità d’uso.
La filosofia di Vintage Sykles si traduce in un progetto che non solo rispetta il passato, ma lo reinterpreta in chiave contemporanea, offrendo una moto che è al tempo stesso oggetto di design, pezzo espositivo e strumento da vivere in pista o su strada.
Un palcoscenico per la memoria, tra purismo e innovazione
La partecipazione di Sputnik al raduno presso il Piston Popper Speedway rappresenta un’occasione unica per mettere in mostra il valore della conservazione culturale nel motociclismo. Ex concorrenti tornano a calcare il tracciato originale, mentre gli appassionati possono ammirare una moto che, pur discostandosi dalle specifiche storiche più rigide, mantiene intatto lo spirito delle competizioni d’altri tempi.